Notizie Dati Macroeconomici BCE: continua lo scontro tra falchi e colombe. Focus sull’andamento dei fondamentali

BCE: continua lo scontro tra falchi e colombe. Focus sull’andamento dei fondamentali

27 Marzo 2018 15:29

Se le cose dovessero andare come previsto, è probabile che dopo l’estate la Banca Centrale Europea decida di tagliare gli acquisti di bond. È quanto ha dichiarato Ewald Nowotny, n.1 della Banca centrale austriaca e consigliere dell’istituto con sede a Francoforte. “Si tratta di un piano destinato a funzionare fino a settembre 2018. Quest’estate dovremo decidere cosa succederà dopo”, ha detto Nowotny nel corso di un incontro con la stampa.

Al momento lo shopping della BCE ha un budget mensile di 30 miliardi di euro e la maggioranza degli analisti si attende la fine degli acquisti a settembre e un primo rialzo dei tassi nel 2019. “Nel caso in cui le cose dovessero andare come al momento prevediamo…ci sarà la possibilità di ridurre il programma in maniera significativa e dirigerci verso la fine del piano”.

A chi gli chiedeva quale fosse la lezione in arrivo dal piano di normalizzazione monetaria portato avanti dalla Federal Reserve, il governatore, da sempre uno dei “falchi” in seno al board, ha detto che da Oltreoceano arriva l’esempio che “bisogna agire quando è necessario, non si può intervenire in ritardo” poiché “aspettare troppo finisce per creare problemi”.

A stretto giro di posta è arrivata la risposta di Erkki Liikanen. Per il governatore della Banca centrale finlandese, rischi politici e possibili ostacoli alla ripresa di Eurolandia potrebbero portare a un’estensione del QE (Quantitative Easing). “Dobbiamo essere prudenti nelle nostre comunicazioni”, ha ammonito. “Abbiamo detto di voler estendere il piano di acquisito asset fino a settembre e di essere disponibili a prolungarlo se necessario”.

Quella della BCE è una politica monetaria che dipende dai dati in arrivo dall’economia reale. Se da un lato le indicazioni relative la crescita dell’economia e l’andamento del mercato del lavoro sono “molto positive”, non ci sono segnali “certi” di una sostenibile ripresa dei prezzi. “Vedremo”, ha detto Liikanen a chi gli chiedeva della possibilità di proseguire il piano di acquisto asset.

Al 2% a febbraio 2017, il tasso di inflazione dei Paesi aderenti la moneta unica il mese scorso ha fatto segnare il terzo calo consecutivo attestandosi all’1,2%, decisamente al di sotto del target del 2%. Mercoledì prossimo sarà diffuso il dato relativo il mese corrente.