Notizie Notizie Italia Bankitalia, Visco parla di calo spread come di opportunità per Italia. Su misure Bce ‘la migliore è il QE’

Bankitalia, Visco parla di calo spread come di opportunità per Italia. Su misure Bce ‘la migliore è il QE’

31 Ottobre 2019 14:34

Il calo dello spread Btp-Bund intorno a 130 punti base è “un’opportunità da non disperdere” per l’economia italiana. Così il governatore di Bankitalia Ignazio Visco nel discorso proferito in occasione della 95esima giornata mondiale del risparmio.

“Le condizioni finanziarie accomodanti attenuano gli effetti restrittivi provenienti dal contesto globale; per la nostra economia si tratta di un’opportunità da non disperdere – ha sottolineato Visco – In prospettiva l’onere medio del debito resterebbe su una traiettoria discendente, riducendo lo sforzo necessario a ottenere un avanzo primario sufficiente a garantire l’equilibrio dei conti pubblici”.

Conti pubblici e spread: del legame si è parlato parecchio nelle ultime settimane, in particolare dall’insediamento del governo M5S-PD, che ha placato i timori degli investitori sulle tendenze sovraniste dell’esecutivo gialloverde (M5S-Lega), con l’uscita di scena della Lega di Matteo Salvini.

Il forte ribasso dei tassi sui BTP e, di conseguenza, dello spread, è stato messo in evidenza anche da Visco:

“I rendimenti dei titoli di Stato italiani si sono ridotti in misura significativa, raggiungendo livelli storicamente molto bassi; sulla scadenza decennale sono oggi intorno all’1 per cento. Il differenziale rispetto ai corrispondenti titoli tedeschi è sceso dal picco relativo di quasi 290 punti base alla fine dello scorso mese di maggio a poco più di 130 nell’ultima settimana“.

Visco ha però messo in evidenza, anche come, nonostante la considerevole flessione, lo spread rimanga tuttoria “più elevato di quello registrato dai titoli pubblici di altri paesi dell’area, quali la Spagna e il Portogallo”.

In ogni caso, il governatore ha ricordato anche che “alla flessione (del differenziale) ha contribuito anche il calo del premio per il rischio di ridenominazione, sceso quasi a 30 punti base, un livello simile a quello dei primi mesi del 2018″.

Visco non ha potuto non fare riferimento al pacchetto di aiuti firmato dalla Bce di Mario Draghi che, tra l’altro, proprio oggi si dimette ufficialmente dalla presidenza della banca centrale.

“Il Consiglio direttivo della BCE ha risposto in modo tempestivo, appropriato e proporzionato al peggioramento del quadro congiunturale e delle prospettive per i prezzi, varando un ampio insieme di misure espansive – ha ricordato Visco – Si è deciso di riavviare, da domani (1° novembre) gli acquisti netti di attività finanziarie, per un importo di 20 miliardi ogni mese (gli acquisti mensili avevano raggiunto gli 80 miliardi tra l’aprile del 2016 e il marzo del 2017); di ridurre di 10 punti base, al -0,5 per cento, il tasso di interesse sui depositi delle banche presso l’Eurosistema; di diminuire il costo e allungare la durata delle nuove operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine”.

“Nel Consiglio vi sono stati unanimità sulla necessità di intervenire e un largo consenso sull’insieme degli interventi, sebbene non siano mancate vedute diverse circa la valutazione delle singole misure. Anche se vi è incertezza sugli effetti di alcune di esse, non vi sono motivi per dubitare della loro efficacia complessiva. L’intonazione della politica monetaria resterà pertanto decisamente espansiva finché necessario per sostenere la domanda aggregata e per questa via assicurare la stabilità dei prezzi”. 

Bankitalia, ha sottolineato il governatore, ritiene in ogni caso che, tra le varie misure varate dalla Bce, “il programma di acquisti di titoli (Quantitative easing, QE) da parte della banca centrale” sia “probabilmente lo strumento più efficace nelle attuali condizioni“, visto che “gli acquisti si trasmettono per il tramite di diversi canali: hanno effetti diretti sui rendimenti dei titoli oggetto dell’intervento; contribuiscono al miglioramento delle condizioni di offerta del credito; rafforzano l’impulso monetario all’intera economia attraverso effetti ricchezza e di ricomposizione dei portafogli”.

Affrontata anche la questione dei tassi negativi, che tante polemiche hanno scatenato nel mondo delle banche. A essi Visco si è riferito come al “vero strumento ‘non convenzionale’ tra quelli finora introdotti, visto che le operazioni di mercato aperto rientrano da sempre nella ‘scatola degli attrezzi’ dei banchieri centrali”.

L’influenza dei tagli dei tassi, ha fatto notare Visco, è stata finora espansiva. Il banchiere centrale non ha tuttavia mancato di avvertire che “in prospettiva, tuttavia, i rischi di effetti collaterali indesiderati possono crescere quanto più a lungo i tassi ufficiali rimangono negativi e soprattutto quanto più basso è il loro livello”. 

Nessun allarme è stato tuttavia da Visco sul rischio di questi effetti collaterali, visto che, come ha ricordato lui stesso, la Bce ha anche lanciato una misura per prevenire le conseguenze più negative dei tassi al di sotto dello zoero, ovvero il sistema di tiering.

Visco ha parlato anche delle scelte di investimento delle famiglie italiane dell’ultimo decennio, affrontando il modo in cui le stesse gestiscono i loro risparmi:

“Negli anni successivi alla crisi finanziaria globale le famiglie italiane hanno mostrato cautela nel selezionare i loro investimenti di portafoglio. La quota dei depositi sul totale delle loro attività finanziarie ha continuato a crescere, portandosi lo scorso giugno a quasi il 30 per cento, anche in conseguenza della riduzione dei rendimenti di altri strumenti finanziari”.

“Le famiglie – ha continuato il governatore – hanno inoltre fortemente ridotto gli investimenti diretti in titoli obbligazionari, soprattutto quelli emessi dallo Stato e dalle banche, scesi rispettivamente al 3,3 e all’1,5 per cento, tre e sei punti percentuali in meno che nel 2007. Sono aumentati gli acquisti di strumenti del risparmio gestito (in particolare di prodotti assicurativi), la cui quota ha superato il 31 per cento lo scorso giugno, undici punti percentuali in più rispetto al 2007. Nel complesso si è accentuata la diversificazione del portafoglio”.