Bank of America emette il suo verdetto: ‘Il grande mercato toro è finito’
Il verdetto è di quelli pesanti: il “Grande mercato toro” è finito, in un contesto in cui la crescita economica si fa più incerta, i tassi di interesse salgono e il debito si conferma una zavorra. E’ quanto afferma Michael Hartnett, responsabile strategist degli investimenti per Bank of America Merrill Lynch.
Come si devono comportare in un tale contesto gli investitori?
La risposta è la seguente: concentrarsi sulle “diseguaglianze, l’innovazione e l’immortalità”, fattori di cui dovrebbero beneficiare le società farmaceutiche e tecnologiche. Ma puntare anche sulle commodities, le azioni value, e i mercati al di fuori degli Usa e del Canada.
“La Fed ora è nel bel mezzo di un ciclo di strette monetarie, che ignora la deflazione strutturale e che si concentra sull’inflazione ciclica. Fino a quando la politica di rialzi dei tassi della Fed non terminerà, sospettiamo che i rendimenti assoluti degli asset finanziari rimarranno ridotti e volatili“.
Hartnett ritiene che gli investitori, ormai abituati alla generosità delle banche centrali, stiano sottovalutando il processo di normalizzazione dei tassi che la Fed ha intrapreso e che ha portato la banca centrale ad alzare i tassi sette volte dal dicembre del 2015 in attesa, ritiene il consensus, di procedere ad altre due strette monetarie prima della fine dell’anno.
Il punto è che ulteriori rialzi dei tassi potrebbero, secondo lo strategist di Bank of America, portare i tassi dei Treasuries a breve termine a superare quelli a lungo termine: si creerebbe quella condizione che è conosciuta come curva dei rendimenti invertita, che ha preceduto ciascuna delle ultime sette recessioni.
“Tra l’altro la Fed – sottolinea Hartnett – sta dicendo che ‘stavolta è diverso’ e che dunque una curva piatta o invertita non impedirà nuove strette monetarie. Un approccio della Fed più da falco sarà molto probabilmente il fattore che scatenerà nuove perdite tra gli asset“.
L’esperto mette inoltre in guardia chi punta sulle criptovalute, definendo il Bitcoin la “bolla più grande di sempre”, che avrebbe spazio, tra l’altro, per riportare ulteriori nuove flessioni.