Banco BPM dà in pasto al mercato più dividendi e meno filiali
Il nuovo piano di Banco Bpm non arriva proprio con un timing azzeccato, con i mercati nel bel pieno dell’emergenza coronavirus che l’Italia che rischia di pagare a caro prezzo con una nuova recessione. “Il Piano Strategico 2020-2023 viene annunciato oggi, in un contesto sicuramente impegnativo per il Paese, con non poche incertezze sull’outlook macroeconomico 2020” ha dichiarato Giuseppe Castagna, ceo di Banco Bpm. “Il Piano si caratterizza per obiettivi ambiziosi ma raggiungibili, anche in uno scenario macroeconomico sfavorevole nel 2020”.
Il raggiungimento di questi target consentirà al gruppo di creare più di 2 miliardi di ricchezza per gli azionisti in arco Piano (800 mln di distribuzione di dividendi + 1,2 mld di crescita del tangible shareholders’ value), mantenendo allo stesso tempo un MDA buffer minimo di circa 250 pb. La distribuzione totale di dividendi sul periodo 2020-2023 supererà gli 800 mln, con un dividend payout ratio medio pari ad almeno il 40%. Questi target sono pienamente confermati anche nello scenario “V-Shaped”, che comprende un rallentamento dell’economia nel solo 2020 (crescita del PIL pari al -0,1%).
Oltre a un’attrattiva remunerazione per l’azionista (oltre 800 milioni di euro di dividendi nel periodo), assicurando solidità di capitale e ulteriore miglioramento della qualità dell’attivo, il piano prevede il rilancio della produttività commerciale, dando seguito al trend avviato nel 2019 e beneficiando del riassetto e delle sinergie conseguite nel passato triennio. La sostenibilità dei proventi sarà guidata dalla specializzazione di servizi per la clientela private e imprese (in coordinamento con Banca Aletti e Banca Akros) e dall’omnicanalità offerta a clienti family e small business. Banco Bpm ha inoltre intenzione di trasformare il modello di business (con più di 600 milioni di investimenti in tecnologia e digitalizzazione nel periodo) per garantire sostenibilità e redditività nel futuro; valorizzazione del personale e profondo impegno nel sociale.
Secondo il ceo Castagna, “Il Piano rafforzerà ulteriormente il posizionamento competitivo di Banco Bpm come solida terza banca del Paese, creando le condizioni ottimali per sviluppare il core business e cogliere al meglio tutte le opportunità future”.
La prima reazione del mercato ai numeri snocciolati da Banco BPM non è positiva con il titolo che è arrivato a cedere a metà seduta oltre il 3% in area 1,80 euro.
Castagna: M&A sì, ma tra banche di medie dimensioni e non con offerte ostili
Castagna, nella conference call che ha fatto seguito alla diffusione del piano, è tornato sull’argomento M&A confermando l’attesa per future aggregazioni. Il banchiere si auspica un consolidamento che venga da “molte banche di media dimensione che si uniscono piuttosto che da un’operazione ostile”. Parole che fanno chiaramente riferimento all’operazione di Intesa Sanpaolo che ha lanciato un’OPS su UBI Banca, con quest’ultima che nel recente passato era stata accostata proprio al Banco. L’ipotesi di introdurre l’acconto sul dividendo, Castagna fa capire che la decisione potrebbe arrivare molto presto se la situazione legata al coronavirus si normalizzerà.
I target finanziari
Il nuovo piano prevede un utile netto di gruppo che crescerà a circa 770 mln al 2023 (CAGR del +4,3% tra il 2019 e il 2023), corrispondente ad un RoTE del 7,2%. Il Cost/Income ratio si ridurrà progressivamente in arco Piano, fino a raggiungere il 59% nel 2023. Battute le attese degli analisti di Equita che si aspettavano “un utile netto di 630 milioni al 2023 pari ad un ROTE di 6% con costo del credito medio di 64 punti base (71 punti base nel 2020) e C/I ratio a fine piano del 63%”.
I proventi cresceranno con un CAGR del +0,6% tra il 2019 e il 2023 (da 4,3 mld nel 2019 a 4,4 mld nel 2023), spinti dalla crescita delle commissioni nette (CAGR del +5,1% nello stesso periodo) derivante dal rafforzamento del comparto del gestito e dal maggior focus sui servizi a valore aggiunto. Al contrario, il margine di interesse è atteso in diminuzione (CAGR del -0,9% tra il 2019 e il 2023) a causa dello scenario di tassi di interesse bassi, solo in parte compensato dalla crescita degli impieghi (dai 105,8 mld di fine 2019 ai 116,3 mld a fine 2023).
Gli oneri operativi rimarranno stabili (a 2,6 mld), dal momento che l’impatto derivante dai maggiori investimenti e dal rinnovo del CCNL verrà compensato dalla riduzione dei costi. Le rettifiche su crediti ammonteranno nel 2023 a circa 590 mln (CAGR del -6,7% tra il 2019 e il 2023), equivalenti ad un costo del rischio target di 51 pb (rispetto a 73 pb nel 2019).
Al livello patrimoniale il CET1 ratio e il MDA buffer saranno mantenuti ben al di sopra della guidance minima per tutto l’orizzonte di Piano. A fine 2023 il CET1 ratio è previsto essere superiore a 12%. La previsione di Equita era per un “CET1 2023 a 13,2% (da 12,8% del 2019), che non include il beneficio di eventuale razionalizzazione del portafoglio di partecipazioni minori”.
Prepensionamento per 1.100 dipendenti e chiusura di quasi 200 filiali
Il nuovo piano prevede un programma di recruiting strategico finalizzato ad attrarre talenti e ad accelerare il ricambio generazionale favorito da un piano di prepensionamento volontario su circa 1.100 dipendenti. È prevista l’introduzione selettiva di profili specialistici finalizzata a supportare la crescita del business e ad acquisire nuove competenze. Il gruppo punterà molto anche sulla creazione di ambienti di lavoro digitali, centrati sulle persone e supportati da strumenti per facilitare la collaborazione e per contribuire a un migliore work-life balance (i giorni di Smart Working in aumento di oltre 6 volte rispetto al 2019). In tale contesto, il costo del personale del Gruppo è visto a 1.660 milioni di euro nel 2023 rispetto ai circa 1.700 mln del 2019. Prevista inoltre la chiusura di circa 200 filiali. Lo si evince dalle slide di presentazione del piano che indicano un totale di 1.530 sportelli a fine piano nel 2023 rispetto agli attuali 1.727.
Ottimizzazione stato patrimoniale
Il piano prevede una serie di misure atte ad ottimizzare lo stato patrimoniale del Gruppo attraverso una gestione più attiva: miglioramento della composizione del portafoglio titoli attraverso l’allineamento del peso dei titoli governativi italiani al circa 40% del totale (in linea con la media dei concorrenti); razionalizzazione del portafoglio immobiliare attraverso la cessione di circa 1 mld di immobili (circa 20 pb di impatto sul CET1 ratio); cessione di partecipazioni azionarie (impatto di circa 40 pb); mitigazione dinamica del rischio di credito attraverso operazioni significative di mercato senza impatti sulla relazione con i clienti (fino a 15-20 pb di beneficio annuo sul CET1 ratio). Il Gruppo farà anche leva sulla fiducia degli investitori di debito andando a ribilanciare il suo funding mix coerentemente con le aspettative delle Agenzie di Rating. Equita si aspettava una “riduzione dello stock di titoli di stato italiani (ora 15,5 miliardi pari al 58% del totale portafoglio carry trade e 183% CET) per circa 7 miliardi”.
“Facendo leva sul dimostrato track record di delivery dell’unica grande fusione bancaria in Europa post-SSM, con il Piano Strategico 2020-2023 Banco Bpm punta a fornire risposte concrete e dirette agli stakeholder interni ed esterni, sposando i migliori standard ESG. In particolare, gli obiettivi principali del Piano saranno il conseguimento di un’attrattiva remunerazione agli azionisti con oltre 800 mln di dividendi distribuiti in 4 anni e il mantenimento di una solida posizione di capitale (MDA al di sopra dei 250 pb e CET 1 ratio superiore al 12%), confermati anche nello scenario ‘Vshaped’. Tutto questo mentre cambieremo il ‘way we do business’, assicurando la sostenibilità futura” ha concluso Castagna.