Banco BPM crolla del 10% dopo bilancio. Equita: ‘banca disposta ad accettare taglio 11% Cet1 per derisking’
Titolo Banco BPM attaccato dagli smobilizzi, arriva a perdere durante la mattinata fino a -9,8%, e viene anche sospeso per alcuni minuti da Piazza Affari per eccesso di ribasso. I risultati di bilancio che sono stati diffusi a mercati chiusi venerdì scorso non convincono i mercati e anche qualche analista.
Gli analisti di Equita hanno tagliato il target price da 3,9 a 3,5 euro, motivando la decisione con l’outlook della banca italiana, in particolare con la previsione di un calo del Cet1. L’utile – ha precisato la SIM – è sotto le attese per un maggior tax rate” e la sensazione è che l’istituto “sia disposto ad accettare una riduzione fino all’11% del Cet1 per sostenere l’accelerazione del derisking”. Equita ha confermato comunque il rating “buy”.
Per quanto riguarda i risultati di bilancio, Banco BPM ha comunicato di aver chiuso il primo semestre dell’anno con un utile netto che è balzato al valore di 353 milioni di euro, quasi tre volte tanto rispetto ai 94 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. La crescita degli utili è stata dunque notevole, superiore a +274% su base annua.
Nello stesso arco temporale, i proventi operativi sono saliti del 6,1% a 2,447 miliardi da 2,306 miliardi del primo semestre del 2017, e il margine d’interesse si è attestato a 1,18 miliardi.
Gli impieghi a clientela sono stati di 106,7 miliardi di euro, con un calo del 27,1% rispetto alla fine dello scorso anno di quelli deteriorati netti a 9,5 miliardi.
Sostanzialmente stabile la raccolta diretta da clientela, che si è attestata a 107,7 miliardi, dai 107,3 miliardi a dicembre 2017.
Riguardo alla questione degli NPL e delle coperture, nel caso di Banco BPM i crediti deteriorati dispongono di un coverage del 51,2%, in crescita rispetto al 48,8% del 2017 . Il coverage delle sofferenze è anch’esso salito al 66,2% rispetto al 58,9 dello scorso anno. Riguardo alla posizione patrimoniale, il Cet 1 Ifrs 9 phased in pro-forma è stato pari al 13,5% e il fully phased all’11,4%.
Il risultato di bilancio non è stato l’unico annuncio della banca, con il cda che ha anche reso noto di aver individuato la short list per la cessione di ulteriori 3,5 miliardi di sofferenze e che ha aggiunto, stando a quanto si legge nel comunicato, che valuterà nell’ambito dell’operazione una “potenziale ulteriore accelerazione del piano di cessioni“.
Praticamente, tenendo in considerazione le offerte non vincolanti ricevute l’11 luglio scorso, Banco BPM ha selezionato tre consorzi di investitori con cui intende proseguire le interlocuzioni volte a individuare la controparte per tale operazione di cessione.
Si tratta della cordata costituita da DoBank, Fortress e Spaxs, quella costituita da Credito Fondiario ed Elliott e quella costituita da Christofferson Robb & Company Davidson Kempner e Prelios.
Nel comunicato traspare tutta l’intenzione della banca di puntare su una potenziale ulteriore accelerazione del piano di derisking.
L’istituto “si riserva di valutare la possibilità di cedere un ammontare maggiore di crediti ed eventualmente, anche in funzione dell’ammontare dei crediti ceduti, la piattaforma di servicing”.
Banco Bpm ha segnalato anche di avere una “eccellente posizione di liquidità, con attività stanziabili libere per circa 20 miliardi”, in base al dato aggiornato al primo agosto 2018.
Nella conference call indetta per commentare i risultati di bilancio, il numero uno della banca, Giuseppe Castagna, ha così promesso:
“Coglieremo tutte le opportunità per incrementare le dimensioni delle cessioni”, senza indicare tuttavia nessuna cifra. L’AD, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Askanews, si è limitato a considerare che se l’operazione dovesse salire intorno ai 5,5 miliardi, l’Npl ratio lordo potrebbe scendere sotto la soglia del 10%.