Banco Bpm: Castagna non si tira indietro su M&A, ma a determinate condizioni. Ubi possibile partner?
Per Banco Bpm la settimana si è aperta sotto le vendite, con il titolo che cede oltre il 2% a 1,6365 euro. Il tema del risiko bancario, di cui a intermittenza si torna a parlare, è tornato in primo piano per Banco Bpm che potrebbe inserirlo nel piano industriale, atteso in autunno. A dirlo nel corso di una intervista ad “Affari & Finanza” di Repubblica, Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm, che pone tuttavia l’attenzione su alcune questioni. “Penso di sì, è inevitabile. Ci vuole però una situazione macro e politica più chiara, per capire in che direzione sta andando il Paese. E un regolatore che dia tempi che consentano la realizzazione di un progetto industriale che si auspica possa essere almeno a tre anni”.
“Riteniamo che il consolidamento del settore bancario italiano sia necessario per consentire alle banche di medie dimensioni di generare una redditività in linea con il loro costo del capitale, in considerazione di un quadro di bassi tassi di interesse”, scrivono gli esperti di Banca Imi che hanno una raccomandazione d’acquisto su Banco Bpm, con un target price di 2,8 euro. “Consideriamo però improbabile che il processo di consolidamento possa iniziare nel 2019”, aggiungono gli analisti.
Anche con un’aggregazione con banche “eventualmente valutabili resteremmo più piccoli” delle due big del comparto bancario del Ftse Mib Intesa Sanpaolo e Unicredit, ha affermato il banchiere sottolineando che “però saremmo ancora più forti dove conta esserlo. La forza della fusione tra Banco e Bpm è la geografia”.
Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, dove Banco Bpm è più strutturata, sono le aree che potrebbero essere prese in considerazione in caso di M&A. Castagna si è dichiarato genericamente disponibile a considerare aggregazioni con altre realtà del nord. Il riferimento, secondo Equita è a Ubi Banca, che opera in aree complementari a quelli di Banco Bpm. Gli esperti della sim confermano il rating buy sulla banca e aggiungono: “Ci sembra tuttavia che le dichiarazioni di Castagna rappresentino un auspicio teorico ed astratto visto che al momento, con il titolo che tratta a 0,3 volte P/TE e una governance molto frammentata (i primi tre azionisti della banca sono investitori istituzionali con il 5% ciascuno), lo scenario aggregativo abbia chances praticamente nulle di concretizzarsi e di conseguenza di essere incorporato nei prezzi di mercato”.
Il punto tecnico (a cura dell’ufficio studi di Borse.it)
Anche per Banco Bpm, così come per tutto il comparto bancario italiano, la situazione rimane estremamente delicata. In particolare, il titolo dopo essersi arrestato per tre volte sulla resistenza collocata a 2,16 euro ha virato al ribasso rompendo il supporto statico a 1,8 euro tornando su quello collocato a 1,6 euro. In tale scenario il break di 1,6 euro in chiusura aprirebbe verso il minimo storico a 1,52. Il break avrebbe ovviamente ripercussioni gravi con lo sviluppo di nuovi minimi storici verso 1,5 e inferiori. Al rialzo conviene invece attendere almeno il recupero di 1,83 euro con target di breve a 1,91 e 2 euro.