Banche venete: si fa strada opzione Intesa SanPaolo con good bank. Esclusa ormai ricapitalizzazione precauzionale
Una soluzione team per salvare le due banche venete, iniettando quegli 1,2 miliardi che Bruxelles ha chiesto? Non proprio. Nei fatti, nonostante le diverse aperture arrivate nei giorni scorsi, l’unico istituto che sarebbe disposto a fare da cavaliere bianco ai due istituti sarebbe Intesa SanPaolo. E’ quanto riporta una fonte contattata dal quotidiano La Stampa, che precisa tuttavia anche come la discesa in campo di Intesa SanPaolo abbia diversi paletti.
Per quanto solida, la banca guidata dall’AD Carlo Messina, non vuole assolutamente che le due banche diventino il suo tallone d’Achille. E’ dunque escluso il versamento in toto di 1,2 miliardi, anche se da parte di un istituto che dispone dei “migliori parametri patrimoniali” e di ben “30 miliardi di riserve distribuibili”.
Una eventuale iniziativa avrebbe dunque come elemento imprescindibile il “burden sharing”, ovvero l’azzeramento delle azioni e dei bond subordinati”. E sarebbe incentrata sull’opzione della “risoluzione «morbida”, attraverso “la creazione di una good bank e una bad bank”, con Intesa che prenderebbe “le nuove banche da fondere ripulite dalle sofferenze e delle cause legali”.
Precisa La Stampa:
“Resterebbe da gestire il nodo degli esuberi, ma su questo è al lavoro il governo e non è escluso un decreto ad hoc per incrementare la dotazione pubblica del fondo esuberi del sistema bancario (già incrementato con 800 milioni per tre anni, dei quali 600 milioni per il solo 2017)”.
Il punto è che:
“Questa soluzione, gradita a Bruxelles perché minimizzerebbe l’intervento pubblico, passerebbe dall’intervento del fondo di risoluzione, alimentato dai contributi obbligatori di tutto il sistema bancario. Ma su questo punto sarebbe arrivata la ferma opposizione dell’Abi, che si sarebbe fatta voce dei numerosi malumori e dinieghi già arrivati a mezzo stampa al ministero dell’Economia. La soluzione sarebbe allora un acquirente da subito anche per la bad bank, che avrebbe il compito di gestire le sofferenze dei due gruppi. Su questo sarebbero già stati avviati contatti con alcuni operatori specializzati come Fortress, che peraltro si è appena ritirato dalla partita delle sofferenze Mps“.