Banche, sofferenze nette in calo ai minimi da marzo 2010
Al minimo da marzo 2010 le sofferenze nette, ossia al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse, che a dicembre 2019 si sono attestate a 27,5 miliardi di euro, all’1,6% dall’1,70% di novembre.
Lo rivela l’Abi secondo cui le sofferenze nette nell’ultimo mese del 2029 sono in calo rispetto ai 31,9 miliardi di dicembre 2018 (-4,4 miliardi pari a -13,7%) e ai 64,1 miliardi di dicembre 2017 (-36,6 miliardi pari a -57,1%). Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di oltre 61 miliardi (pari a -67,0%). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali – continua si è attestato all’1,61% a dicembre 2019 (era 1,85% a dicembre 2018, 3,70% a dicembre 2017 e 4,89% a novembre 2015).
Dal report dell’associazione bancaria italiana emerge inoltre che i prestiti a famiglie e imprese sono rimasti sostanzialmente stabili rispetto a un anno prima (+0,1%). In crescita il mercato dei mutui con l’ammontare totale dei finanziamenti in essere delle famiglie che registra una variazione positiva di +2,4% su base annua. Sempre a dicembre 2019, a seguito della riduzione della domanda di finanziamenti – nonostante tassi di interesse che permangono su livelli storicamente infimi -, per i prestiti alle imprese si registra una riduzione dell’1,9% su base annua. A gennaio 2020 inoltre i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento si attestano su livelli particolarmente bassi. Il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,47% (2,48% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è risultato pari a 1,45% (1,44% a dicembre 2019, 5,72% a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è risultato pari a 1,42% (1,37% il mese precedente; 5,48% a fine 2007).