Banche: rinnovato contratto nazionale. Svolta per la vendita di prodotti finanziari
Dopo una lunga trattativa e un serrato confronto, i sindacati e l’Abi hanno raggiunto l’accordo sul rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del settore del credito la cui scadenza è stata fissata al 31 dicembre 2022. L’accordo riconosce un incremento medio a regime di 190 euro, favorisce la conciliazione vita-lavoro, l’inclusione e le pari opportunità̀ e prevede la nascita della Banca del tempo per le donazioni di ferie, ore e permessi fra colleghi. “Ottenuto un importante riconoscimento economico. E abbiamo in mano un fondamentale strumento per tutelare la categoria” è il commento del segretario generale Lando Maria Sileoni. “Sulla vendita dei prodotti finanziari è la svolta: avremo un controllo diretto e obblighiamo i banchieri a condividere le politiche di vendita. Respinto il tentativo di Abi di contrattualizzare il lavoro ibrido” ha concluso Sileoni.
L’intesa è stata raggiunta dopo un anno di negoziato: il vecchio contratto era scaduto a dicembre del 2018. Il rinnovo interessa 282.000 lavoratrici e lavoratori delle banche aderenti ad Abi (altri 37.000 bancari sono dipendenti delle bcc, che hanno un altro contratto). L’accordo, nei prossimi mesi, sarà sottoposto al vaglio delle assemblee dei lavoratori.
Banche, firmato rinnovo contratto: ecco gli elementi più importanti
L’accordo prevede la valorizzazione di aspetti di rilievo sociale. Viene introdotto il diritto alla disconnessione per assicurare maggior rispetto alla vita privata dei lavoratori. E viene creata una cabina di regia tra i sindacati e l’Abi per analizzare e condividere l’impatto delle nuove tecnologie nel settore bancario oltre che l’eventuale nascita di nuove figure professionali. Ampio il pacchetto di nuove norme e intese per favorire la conciliazione vita-lavoro, l’inclusione e le pari opportunità: riconoscimento di più ampie forme di flessibilità a vantaggio dei lavoratori, regole precise per lo smart working, più permessi per esigenze connesse a disagi familiari, strumenti per incentivare la diffusione del part-time, riconoscimento di tutte le unioni civili, più attenzione alla genitorialità anche ai fini dello sviluppo della carriera, più tutele per i dipendenti. Nasce, poi, la “banca del tempo”: le lavoratrici e i lavoratori bancari possono “donare” ferie, permessi e ore con finalità solidale a colleghe e colleghi.
Smart learning, banca del tempo, lavoro flessibile, etc. sono strumenti volti anche a consentire alle aziende bancarie di minori dimensioni di accedere agevolmente a strumenti normalmente negoziati dai grandi gruppi bancari, fruendo dei relativi riflessi positivi.
Nel contratto si pone forte attenzione al tema dell’innovazione tecnologica/digitalizzazione e dei relativi impatti sul settore. A tal fine è stato istituito il Comitato nazionale Bilaterale e Paritetico sull’impatto delle nuove tecnologie/digitalizzazione nel settore bancario con l’obiettivo di monitorare e analizzare le fasi di cambiamento derivanti dalle nuove tecnologie e dalla digitalizzazione, per tenere costantemente aggiornato il contratto. L’accordo riconosce poi un incremento medio a regime di 190 euro da corrispondersi in tre tranches con decorrenza rispettivamente 1° gennaio 2020, 1° gennaio 2021 e 1° dicembre 2022. Per quanto riguarda la parte economica in particolare, l’aumento medio delle buste paga sarà di 190 euro mensili, come riportato nella seguente tabella:
Per la prima volta contratto tutela anche consumatori
Molto importante la parte relativa alla vendita di prodotti finanziari allo sportello: il protocollo del febbraio 2017 sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e l’Abi entra nel contratto nazionale traducendosi a conti fatti in una stretta alle pressioni commerciali. Grazie a questa innovazione, in banca ci saranno maggiori protezioni sia per i lavoratori sia per i clienti per quanto riguarda la consapevolezza nelle scelte di investimento e l’acquisto di prodotti finanziari. “Per la prima volta – aggiunge Sileoni – il contratto nazionale tutela, oltre ai dipendenti, anche i consumatori grazie all’inserimento dell’accordo sulle politiche commerciali che consentirà una condivisione sui prodotti venduti allo sportello e un controllo diretto sulle pressioni commerciali”. “Il protocollo del 2017, che già era una novità assoluta nel panorama bancario europeo – spiega infatti Sileoni – viene recepito nel contratto nazionale acquistando ancor più peso anche a vantaggio dell’immagine e della credibilità dell’intero settore. Costringiamo i banchieri a sedersi al tavolo per definire le politiche di vendita”.
In aggiunta, per i bancari il mancato raggiungimento di budget e obiettivi di vendita, non intaccherà le valutazioni delle loro prestazioni lavorative.