Notizie Notizie Italia Banche, le big mondiali sono cinesi. Intesa Sanpaolo scala la classifica, giù le sofferenze

Banche, le big mondiali sono cinesi. Intesa Sanpaolo scala la classifica, giù le sofferenze

20 Luglio 2018 09:44

Gli ‘equilibri’ sono cambiati anche tra le principali banche mondiali, con quelle cinesi che allungano ai danni delle americane. La classifica dei principali gruppi bancari mondiali vede così imporsi la leadership cinese (4 banche su 5 sono cinesi, una sola statunitense). È questo uno dei principali trend che emerge dall’indagine sulle principali Banche Internazionali condotta dall’area studi Mediobanca. In particolare, lo studio analizza i risultati dei 67 maggiori gruppi bancari internazionali: ventotto hanno sede in Europa, quindici in Giappone e altri quattordici negli Stati Uniti. La Cina è presente con le dieci maggiori banche.

La maggiore grande banca del mondo con attivi per 3.343 miliardi di euro, è Industrial and Commercial Bank of China è seguita da altri due colossi cinesi: China Construction Bank e Agricultural Bank of China (rispettivamente con 2.750 miliardi e 2.698 miliardi di ricavi). Il gigante americano JP Morgan Chase scivola dalla seconda alla quarta posizione (2.532 miliardi). Chiude la top 5 un’altra cinese, la Bank of China (2.494 mld), a conferma del predominio orientale. Per trovare la prima banca europea, la britannica Hsbc (2.193 mld), bisogna arrivare al settimo posto. È preceduta dalla giapponese Mitsubishi. Gli ultimi tre posti della top ten vedono l’americana Bofa, seguita dalle francesi Bnp Paribas e Crédit Agricole.

Il fronte italiano vede UniCredit in 22esima (854 mld), mentre Intesa Sanpaolo (€ 830 mld) mette a segno una vera e propria rimonta, conquistando la 25esima posizione dalla 37esima del 2016 grazie anche all’acquisizione di asset delle banche venete. E per le due maggiori banche italiane, la buona notizia è il calo degli Npl (Non performing loans), che tuttavia rappresentano ancora il 5,2% dei crediti v.clienti, oltre tre volte la media europea (1,6%). “Ma – si legge nel rapporto di Mediobanca – il peso dei crediti deteriorati continua a ridursi, visto che era pari all’8,3% nel 2015 e al 6,4% nel 2016. Inoltre si registra il modesto peso delle attività di livello 3, pari al 12,4% del patrimonio netto tangibile (32,5% per la Germania) e l’elevata esposizione a titoli sovrani, che rappresentano il 14,6% del totale attivo (9,5% la media europea) fino al recupero della redditività con il Roe al 9% contro il 5,7% della media europea”.