Banche: il rapporto shock su futuri maxi-tagli fa infuriare Abi e sindacati
Ferma presa di posizione di Abi e sindacato dei bancari in merito al Rapporto Oliver Wyman che ipotizza tagli dei costi per 5 miliardi di euro nelle banche italiane nei prossimi anni per sostenere la redditività. Tagli che corrisponderebbero a circa 70.000 dipendenti in meno e a 7.000 filiali chiuse nel corso dei prossimi 5 anni.
Abi: vengono proposte soluzione estremamente semplicistiche
Un rapporto shock che ha provocato subito la reazione dell’Abi. L’associazione delle banche tricolori guidata da Antonio Patuelli si riserva di analizzare nel dettaglio lo studio riportato ieri dal Il Sole 24 Ore, ma intanto asserisce con decisione che i numeri indicati nel rapporto, che replicano quelli diffusi lo scorso anno dalla stessa società di consulenza con uno studio analogo, appaiono rappresentare “proposte di soluzione estremamente semplicistiche e non condivisibili, che non riconoscono i progressi realizzati dal settore anche con grande responsabilità sociale, omologano con una ricetta unica un settore ampiamente diversificato”. A tal riguardo, l’Abi ha ricordato come le banche in Italia, anche nel recente passato, abbiano dato prova di saper affrontare momenti non facili, gestendo con grande attenzione, anche sociale, le possibili ricadute sui lavoratori, individuando insieme alle organizzazioni sindacali le migliori soluzioni su base volontaria.
All’orizzonte la prossima settima c’è il primo banco di prova con il nuovo piano di Unicredit (3 dicembre) con i rumor dei mesi scorsi che vedevano il rischio di maxi-esuberi fino a 10 mila posti. Per quanto rigurda Carige è stato invece raggiunto un accordo con i sindacati per esuberi pari a 680 unità (dalle 800 precedentemente indicate), mentre risulta ancora da chiarire la situazione della crisi della Banca Popolare di Bari.
“I sindacati e le banche devono risolversi i problemi da soli, senza strumentali interferenze esterne – commenta oggi su Il Sole 24 Ore il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni – . Gli strumenti a disposizione, come il Fondo esuberi su base volontaria e il fondo per l’occupazione giovanile, finanziato da tutti i lavoratori bancari hanno evitato i licenziamenti e garantito nuova occupazione giovanile. Così sarà anche per il futuro”.
L’Abi fa anche riferimento alle trattative in corso per il rinnovo del contratto nazionale dei bancari, durante le quali sta emergendo la centralità che le persone continueranno ad avere nel lavoro in banca “e conseguentemente l’importanza di disporre di tutti gli strumenti per poter gestire in modo positivo e sostenibile le trasformazioni che stiamo vivendo, anche a fronte dei processi di innovazione tecnologica e del difficile quadro economico”.