Banche e utility le più coinvolte da contratto M5S-Lega, ecco i potenziali vincitori e vinti
In attesa di vedere se Sergio Mattarella conferirà effettivamente l’incarico di governo a Giuseppe Conte, il candidato premier scelto da M5S e Lega, il mercato mantiene alto il livello di allerta e si interroga anche su quali conseguenze avrà in prospettiva l’implementazione del tanto discusso contratto di governo redatto dai due partiti.
Le banche le utility appaiono i settori di Piazza Affari maggiormente coinvolti, con le prime soprattutto che stanno già pagando a caro presso la fiammata al rialzo dei rendimenti dei Btp.
Inoltre, rimarca IG in un report dedicato all’impatto sui mercati di un governo M5S-Lega, a condizionare il comparto potranno essere anche alcuni punti del programma di governo dai contorni ancora non ben definiti, tra cui la revisione della regolamentazione, con separazione di ruoli tra banca commerciale e banca d’investimento e l’allungamento dei tempi di recupero dei crediti deteriorati, in direzione nettamente contraria a quanto fatto dal governo negli ultimi anni. Questo aspetto è tutt’altro che trascurabile dato che gli eventuali nuovi NPL resterebbero per più tempo in pancia alle banche, penalizzandone la qualità degli attivi e richiedendo maggiori coperture, oltre che a ridurne l’appeal del mercato.
Mps, Carige e Creval i titoli bancari più a rischio
“Valutiamo che il comparto sarà impattato negativamente, ma non in forma omogenea – puntualizza IG – . Continuiamo a preferire i titoli bancari con forti ratio patrimoniali e con una efficiente gestione degli NPL. Tra i nostri preferiti, quindi, manteniamo Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco BPM. Tra i titoli meno preferiti inseriamo invece Banca MPS, Banca Carige, Credito Valtellinese”.
Sponda per le utility dall’anima green
Ci sono poi le utilities, in particolar modo quello delle energie rinnovabili. Nel contratto definitivo per il governo di cambiamento le questioni su ambiente, beni pubblici, energie rinnovabili e rifiuti sono quelle che occupano più spazio puntando a un cambiamento da un sistema di economia lineare, che caratterizza tante amministrazioni locali, a uno di economia circolare, ovvero come viene definito dal contratto come “sistema ambientale ed economico in cui un bene è utilizzato, diventa rifiuto e poi a valle di un procedimento di recupero cessa di essere tale per essere riutilizzato quale materia (prima) seconda per la produzione di un nuovo bene”.
“Ci aspettiamo che il governo gialloverde promuova un sistema di incentivi per espandere ulteriormente il comparto delle energie rinnovabili, stimolando le pubbliche amministrazioni a dotarsi di modelli di sviluppo sostenibili”, si legge nello studio a cura di Filippo Diodovich e Vincenzo Longo che indica Erg, Alerion Clean Power e Falck Renewables i titoli che potrebbero avere i maggiori vantaggi.
Rischio bollette light per le utililty tradizionali
A perdere quote potrebbero essere invece i gruppi che si occupano di energia tradizionale, con una possibile discesa delle bollette domestiche (le stime sono per una flessione dei costi per i cittadini tra il 10 e il 20%). Il titolo Enel da inizio delle trattative tra M5S e Lega (lunedì 7 maggio) ha mostrato una flessione dell’8%, A2A del 10% e Terna del 5%. Ricordiamo, tuttavia, che molte di queste aziende hanno già avviato un processo per espandere le attività sulle energie rinnovabili, anche se le tempistiche sono piuttosto lunghe. Nel caso di Enel, dopo l’integrazione con Enel Green Power, l’obiettivo è quello di modificare il proprio modello produttivo, ma sarà un processo molto lungo e le stime per una decarbonizzazione sono fissate entro il 2050.