Banche e AuM: per Credit Suisse deflussi gettano ombra su outlook commissioni
Credit Suisse ha diramato un nuovo report sulle banche italiane. “Italian banks – AuM data for May casts a shadow over the banks’ fee income outlook”, ovvero: “Banche italiane – i dati sugli AuM (asset under management) gettano un’ombra sull’outlook delle commissioni delle banche”.
Gli analisti del colosso bancario svizzero segnalano che “i dati sugli AuM del settore continuano a indicare un deterioramento del sentiment degli investitori in Italia: Assogestioni ha riportato deflussi consistenti nei fondi italiani per circa 1,3 miliardi di euro, che si aggiungono a un totale di 3,3 miliardi di euro di deflussi nel trimestre in corso. Inoltre, lo stock totale di AuM è sceso dell’1% M/M, sostenuto da movimenti di mercato sfavorevoli”.
Di conseguenza, “prevediamo che le prospettive delle banche italiane in termini di ricavi da commissioni saranno in parte influenzate dalla ciclicità insita nell’attività di gestione patrimoniale e in particolare dalle condizioni del mercato locale. Sottolineiamo che l’allargamento degli spread sovrani italiani e il deterioramento economico generale potrebbero continuare a frenare il sentiment degli investitori”.
Lo spread BTP-Bund e i tassi sui BTP in particolare rimangono dunque nel radar degli investitori: è stata la Bce di Christine Lagarde stessa a sfiammare lo spread BTP-Bund, annunciando di recente un nuovo scudo contro la frammentazione dell’area euro, di cui tra l’altro qualche giorno fa è emerso qualche dettaglio sorprendente.
Ma lo spread comunque si aggira attorno ai 200 punti base, a fronte di tassi sui BTP decennali oltre il 3,2% nella sessione odierna (i rendimenti decennali erano schizzati ben oltre il 4% dopo l’annuncio della Bce sull’intenzione di iniziare ad alzare i tassi a partire dalla prossima e a questo punto imminente riunione del Consiglio direttivo del 21 luglio).
Tornando al report di Credit Suisse, vengono segnalati in particolare i “deflussi di Intesa SanPaolo”, che “rappresentano ora il 96% delle perdite nette di nuovi capitali del settore”.
Per la precisione:
- “i deflussi di AuM di Intesa SanPaolo a maggio sono stati pari a 2,2 miliardi di euro (-0,6% degli AuM in essere), rappresentando circa il 170% dei deflussi dell’intero settore e cancellando le tendenze di afflusso resilienti registrate fino al primo trimestre del 22° secolo. I deflussi di AuM nel settore dell’asset management della banca ammontano a 3 miliardi di euro. In linea con la volatilità sfavorevole del mercato, anche lo stock di AuM è sceso del 2% M/M, ma la banca ha mantenuto la sua quota di mercato di back book al 21,2%. Il consensus di Visible Alpha vede i ricavi da commissioni di Intesa SanPaolo per il 2° trimestre 22 in Italia a 1,196 milioni di euro (sostanzialmente stabili su base trimestrale e annua)”.
- Gli AuM di Amundi rimangono relativamente più resistenti, lasciando intendere una maggiore forza dei ricavi da commissioni di UniCredit: Amundi, partner distributivo di UniCredit in Italia, ha registrato deflussi di AuM per circa 900 milioni di euro a maggio (-0,2% degli AuM in essere), pari a circa il 70% dei deflussi totali del settore. Nel trimestre in corso l’asset manager italiano ha registrato perdite nette per circa 480 milioni di euro, pari al 15% del totale del settore. Anche gli AuM in circolazione di Amundi sono scesi del 2% rispetto al trimestre precedente, ma la quota di mercato del back book è rimasta al 9,2%. Il consensus di Visible Alpha vede i ricavi da commissioni di UniCredit per il 1° trimestre del 22 in Italia a 1.055 milioni di euro (-7% su base trimestrale, stabile su base annua).
Credit Suisse annuncia il suo punto di vista:
“Notiamo che l’asset management rimane un’attività ciclica e sensibile al mercato; le attuali turbolenze, dovute al deterioramento delle prospettive macro, si sono riflesse in flussi di AuM leggermente più deboli in tutta l’Europa meridionale. Tuttavia, preferiamo la tenuta dei flussi di AuM delle banche spagnole, sostenuti da un’esposizione concentrata relativamente più sana all’economia spagnola”.