Banche: Dopo Fitch e Scope anche Moody’s boccia la tassa extraprofitti
Dopo Fitch e Scope Ratings anche Moody’s boccia la tassa sugli extraprofitti delle banche contenuta nel decreto legge Omnibus del governo. L’agenzia di rating scrive, nel report, che l’improvvisa tassa sugli extraprofitti è “credit negative” per il settore e impatterà negativamente la reddittività delle banche.
Il giudizio di Moody’s su tassa extraprofitti
Secondo i calcoli proforma dell’agenzia per un gruppo selezionato di banche che rappresentavano oltre il 60% del margine di interesse del sistema bancario italiano a fine 2022, ovvero UniCredit, Intesa Sanpaolo, Bper Banca, Banco Bpm e Banca Monte dei Paschi di Siena “la nuova imposta ridurrà sensibilmente il loro reddito netto“. L’effetto su ciascuna banca dipenderà da fattori come la diversificazione geografica delle loro entrate. Ad esempio, il net interest income nazionale di UniCredit rappresentava solo il 36% del suo net interest income totale nel 2022. “Stimiamo, scrive Moody’s, che la maggior parte delle banche beneficerà del tetto fiscale dello 0,1% sul totale attivo.”
La nuova tassa bancaria, prosegue Moody’s, andrebbe ad aggiungersi a una serie di altri vincoli alla redditività delle banche italiane, come la modesta attività di prestito, l’aumento delle spese operative a causa dell’elevata inflazione e un graduale aumento dei costi di finanziamento. Tuttavia, secondo i calcoli di Moody’s, “la redditività della maggior parte delle banche per il 2023, al netto dell’imposta sui guadagni straordinari stimata, rimarrebbe al di sopra del reddito netto del 2022”.
Il giudizio di Scope
A sua volta l’analista di Scope Ratings, Alessandro Boratti evidenzia che: “Il momento positivo delle banche italiane è proseguito nel secondo trimestre, grazie soprattutto a margini di interesse più ampi e a bassi accantonamenti per perdite su crediti, mentre le preoccupazioni sulla qualità degli attivi e sulla raccolta si sono finora rivelate infondate. Tuttavia, l’annunciata imposta sulle plusvalenze ridurrà la redditività delle banche nel secondo semestre.”
Fitch, tassa extraprofitti banche impatterà gli utili
Secondo l’agenzia di rating Fitch, la nuova tassa sugli extraprofitti introdotta dal governo Meloni avrà un impatto sugli utili delle banche italiane ma non sul loro rating.
“L’annuncio di una tassa sugli extraprofitti delle banche italiane, sotto forma di un prelievo mirato all’aumento del margine di interesse (NII) conseguito dagli istituti grazie all’aumento dei tassi di interesse, non influirà sui rating delle banche nazionali.” Scrive Fitch Ratings in un report.
Il prelievo “ridurrà la redditività a breve termine, ma non comporterà un abbassamento dei rating data la sua natura, una tantum e l’applicazione in un momento di redditività ciclicamente elevata e coefficienti patrimoniali confortevoli”. Si legge nel report dell’agenzia di rating.
L’impatto sulla guidance
Nella maggior parte dei casi, Fitch prevede che il prelievo raggiunga il limite dello 0,1% del totale delle attività, che equivale in media a circa 30 punti base di attività ponderate per il rischio. Ciò corrisponde al 10%-15% della previsione dell’utile netto delle banche per il 2023. Inoltre, invertirà ampiamente i recenti aumenti della guidance. Nel complesso, l’erosione della generazione di capitale interno e della redditività dovrebbe essere modesta.
Le banche specializzate meno colpite
Secondo Fitch, le banche più piccole e più specializzate dovrebbero essere meno colpite dal prelievo poiché i loro costi di finanziamento sono generalmente aumentati più rapidamente con l’aumento dei tassi di interesse, limitando il vantaggio per l’NII. Detto ciò, il prelievo potrebbe limitare la capacità di prestito di alcune banche più piccole, poiché queste tendono ad avere riserve di capitale più ristrette e si affidano maggiormente alla generazione di capitale interno per finanziare la crescita organica.
In caso di rinnovo, rating banche a rischio
“Se il prelievo venisse rinnovato, potrebbero sorgere rischi al ribasso per i rating, poiché l’impatto negativo sulla capacità di guadagno ridurrebbe la capacità delle banche di assorbire le perdite su crediti in caso di rallentamento economico”, specifica Fitch. “Ciò potrebbe anche compromettere la capacità delle banche di raccogliere capitale quando necessario, in quanto minerebbe l’attrattiva del settore bancario nazionale per gli investitori“.