Banca Generali e Mediobanca osservate speciali: cosa sta succedendo dopo rumor di Borsa
Generali pronta a vendere Banca Generali a Mediobanca? Oggi l’effetto dei rumor riportati venerdì da Bloomberg si sfiamma, con il titolo di Banca Generali che si conferma tra i peggiori dell’indice Ftse Mib di Piazza Affari, perdendo poco meno del 4%, dopo essere scivolato all’inizio della seduta fino a -6,9%.
La febbre esplosa venerdì scorso aveva portato le quotazioni della società di risparmio gestito a volare di ben il 20%, fino a 28,20 euro. Durante la sessione, il titolo era stato sospeso anche per eccesso di rialzo.
I buy avevano interessato anche Mediobanca, in rally del 6%, mentre le quotazioni del Leone di Trieste avevano chiuso con un progresso inferiore a +2%.
L’appeal speculativo sul titolo Banca Generali oggi si è sfiammato, in assenza di conferme da parte dei diretti interessati.
Bloomberg aveva motivato la possibile cessione del gruppo di asset management da parte del colosso assicurativo Generali Assicurazioni con l’obiettivo da parte di quest’ultimo di raccogliere fondi per finanziare l’acquisto degli asset di gestione patrimoniale del gruppo americano Guggenheim, che gestisce ben 228 miliardi di dollari.
Oggi un altro articolo di Bloomberg, nel far riferimento al brusco dietrofront di Banca Generali, riporta che l’opzione di una sua eventuale vendita da parte di Generali a Mediobanca è stata commentata da Giovanni Rizzoli, analista di Deutsche Bank, che ha sottolineato che un accordo del genere sarebbe fattibile solo se Mediobanca riuscisse a finanziare l’acquisto, presupponendo che un’offerta da parte di Piazzetta Cuccia per Banca Generali pari a 30 euro per azione si tradurrebbe in un consumo di capitale di 3 miliardi di euro circa: ai fini della buona riuscita dell’operazione, Mediobanca potrebbe utilizzare la quota che essa stessa detiene in Assicurazioni Generali, finanziando il resto dell’ammontare attingendo al suo capitale in eccesso.
Bloomberg sottolinea che Mediobanca avrebbe cercato di acquistare Banca Generali due volte: una prima volta per un valore di 36 euro per azione prima della pandemia Covid-19 e successivamente, qualche mese più tardi, proponendo 30 euro per azione.
Oggi un articolo del quotidiano La Repubblica parla della riunione, prevista per la giornata di domani, degli azionisti del Patto di Consultazione di Mediobanca, ricordando come il Patto si riunisca due volte l’anno.
Così La Repubblica:
“Mediobanca ha detto che «non ci sono colloqui in corso», ma le domande all’ad Alberto Nagel non mancheranno. Rispetto a due anni fa, quando l’operazione si arenò per la ferma opposizione di Del Vecchio e Caltagirone dentro Generali, c’è un elemento in più: l’interesse – secondo i rumors – del Leone di Trieste per la compagnia di asset management Usa Guggenheim, specializzata nel reddito fisso. Generali ha specificato che si guarda intorno ma al momento «non è stata presa alcuna decisione». Le voci dicono che il dossier non è in fase avanzata, ma l’interesse c’è (anche se il caro-dollaro può costituire un problema). La vendita di Banca Generali potrebbe servire a far cassa e, vista dalla parte di Nagel, continua ad avere una valenza industriale perché Piazzetta Cuccia vuole crescere nell’asset management. In Italia, ci sono solo tre gruppi che consentirebbero il salto dimensionale: Banca Generali, Mediolanum e Fineco. Il punto è capire se ce ne è almeno una in vendita e a che prezzo”.
Banca Generali è guidata dall’amministratore delegato Gian Maria Mossa ed è controllata al 50,1% dal Leone di Trieste.
L’articolo di Bloomberg che ha rilasciato le indiscrezioni ha indicato che Generali potrebbe individuare anche un altro target negli Stati Uniti, che non sia necessariamente Guggenheim.
Lo stesso portavoce del gruppo newyorchese Gerard Carney ha riferito all’agenzia di stampa che, “di tanto in tanto, abbiamo richieste e persino discussioni con terze parti che vogliono prendere in considerazione joint venture o che cercano di fare investimenti di capitale nella nostra azienda”.
Il portavoce ha precisato tuttavia di non commentare “queste conversazioni che si verificano di routine, e spesso più di una alla volta”.
Luigi De Bellis di Equita SIM riassumeil dossier, nella nota “Mediobanca potenziale acquirente di Banca Generali nell’operazione Guggenheim di Generali”:
“Secondo rumors di Bloomberg, Generali starebbe valutando un’operazione con l’asset manager USA Guggenheim. Secondo le indiscrezioni, Generali potrebbe finanziare un’eventuale acquisizione attraverso la vendita di Banca Generali (di cui è il principale azionista con il 50,2%). Mediobanca potrebbe essere per Generali un potenziale acquirente in quanto ha più volte manifestato la volontà di crescere nel wealth management e non ha un partner assicurativo“.
Come vedrebbe Equita SIM una eventuale cessione di Banca Generali da parte del Leone di Trieste a Mediobanca?
De Bellis risponde:
“Un’eventuale acquisizione di Banca Generali sarebbe secondo noi coerente e consentirebbe un’accelerazione della strategia più volte annunciata dal CEO di Mediobanca che prevede il rafforzamento in business a minor assorbimento di capitale, con un revenue model basato prevalentemente su ricavi fee-based ricorrenti. Più volte il CEO Nagel aveva lasciato intendere la possibilità di utilizzare la quota del 12,8% in Generali (BV a fine giugno 3.07bn o 15.1ps) per finanziare acquisizioni in Italia o
all’estero – strategia che secondo noi ha perfettamente senso. Stimiamo inoltre un eccesso di capitale per Mediobanca superiore a 1 miliardo. A nostro avviso un eventuale acquisizione di Banca Generali avrebbe senso, in primis, dal punto di vista industriale in quanto permetterebbe a Mediobanca di realizzare sinergie con la propria divisione Wealth Management, aumentandone di >2x l’ammontare dei TFA e il contributo alla bottom line (dal 15% attuale)”.
L’analista di Equita SIM continua:
“Mediobanca diventerebbe il secondo player in Italia in termini di AUM, con la nuova divisione di wealth management che aumenterebbe significativamente la sua attrattività nei confronti dei consulenti finanziari. Crediamo quindi che nel complesso l’operazione porterebbe ad un re-rating dei multipli di Mediobanca attraverso un aumento del rendimento sul capitale (3pp ie ROTE da 9% a 12%). Sulla base dei nistri calcoli preliminari, ipotizzando in via esemplificativa una valorizzazione di Banca Generali coerente con il nostro TP e finanziata attraverso la vendita della partecipazione in Generali, permetterebbe a Mediobanca di preservare un’adeguata dotazione di capitale della combined entity (CET1 in area 12/12.5%) e un (cash) EPS accreation / creazione di valore a doppia cifra (grazie a sinergie e re-rating del multiplo)”.