Banca Carige, aspettando l’assemblea di settembre: Tesoro potrebbe sfilarsi con la controllata Sga
In Banca Carige si guarda all’appuntamento del 20 settembre, quando si riunirà l’assemblea dei soci per nominare il nuovo consiglio di amministrazione. Sono 4 in tutte le liste di candidati presentate fino a questo momento, con gli occhi del mercato fissi sui due contendenti per il controllo della banca: Malacalza Investimenti da una parte e l’alleanza Mincione-Volpi dall’altra.
E in questo scenario ancora fortmente incerto, si inserisce un nuovo tassello che potrebbe rivelarsi l’ago della bilancia nella partita tra Malacalza e Mincione: il Tesoro potrebbe decidere di sfilarsi dall’azionariato della banca ligure. Ad anticiparlo oggi “Il Sole 24 Ore“, secondo cui la mossa avverrebbe tramite l’uscita, dal capitale dell’isitituto, della Sga, società controllata dal Mef, che detiene una partecipazione pari al 5,4%.
“Il cantiere sarebbe aperto da tempo, visto che la partecipazione in Carige è formalmente inserita tra quelle smobilizzabili (Available for sale)”, scrive il quotidiano finanziario italiano. L’opzione sarebbe stata vagliata soprattutto per il rimbalzo del titolo Carige. “La società di gestione degli Npl ha in carico la partecipazione a 0,008 euro, a fronte di un valore attuale di Borsa di Carige pari a 0,0093 euro”.
Tra i potenziali acquirenti della quota, sia la cordata Mincione sia la famiglia Malacalza, i poli principali di Carige che si sfideranno per il controllo del cda nel corso della prossima riunione degli azionisti del 20 settembre. Se non andasse in porto la vendita, secondo la ricostruzione del quotidiano, è probabile che in assemblea Sga possa sostenere la lista presentata da Assogestioni, anche se non è da escludere a priori un appoggio al blocco di Malacalza o a quello di Mincione.
Il tempo però stringe. Secondo quanto si legge dall’avviso di convocazione pubblicato sul sito di Carige in Assemblea potranno esprimere il loro voto coloro che deterranno azioni alla data dell’11 settembre (record date). “La comunicazione è effettuata dall’intermediario sulla base delle evidenze relative al termine della giornata contabile di martedì 11 settembre 2018, settimo giorno di mercato aperto precedente la data fissata per l’Assemblea (cosiddetta record date)”, si legge nel documento.
Intanto ieri il tema del risiko bancario è tornato alla ribalta con l’intervista di Raffaele Mincione (titolare del 5,4% del capitale di Carige, con possibilità di salire al 9,9%) che ha ribadito che la politica stand alone di Carige, in un contesto sempre più competitivo, non sarebbe perseguibile. E cita Ubi Banca e Banco Bpm quali possibili candidati per un matrimonio con Carige (entrambe hanno però già smentito la possibilità di una aggregazione con Carige)
“Riteniamo che le banche italiane di medie dimensioni (tra cui Ubi Banca e Banco Bpm) daranno la priorità al completamento del loro de-risking prima di intraprendere il consolidamento del mercato”, commentano da Mediobanca Securities. “Dal nostro punto di vista non crediamo che ci siano le condizioni per una fusione nel breve termine con Ubi e Banco Bpm, entrambe impegnate nell’esecuzione dei propri piani di derisking”, scrivono in un report diffuso ieri gli analisti di Equita. “Nel frattempo, le varie parti in gioco stanno cercando di rafforzare le proprie posizioni, con Mincione che potrebbe salire al 9,9% e Spinelli, titolare dello 0,75%, che non esclude la possibilità di richiedere alla Bce di salire sopra il 3%”, sottolineano gli esperti della sim.