Bagno di sangue emergenti, azionario -12% nel 2018, sell off su rupia indiana e rublo. Soros teme crisi finanziaria globale
Continua il bagno di sangue sui mercati emergenti. Il timore di una rapida escalation delle tensioni commerciali ha portato l’indice che monitora l’azionario dell’area a scivolare al nuovo minimo del 2018, e ad affossare anche le valute.
L’MSCI, indice dell’azionario emergente, è sceso fino a -1%, scivolando al livello più debole dal luglio del 2017: l’indice è in flessione di oltre -18% dall’inizio dell’anno. Particolarmente colpiti i mercati asiatici, che hanno scontato le dichiarazioni con cui il presidente americano Donald Trump ha avvertito di essere pronto a imporre dazi doganali praticamente su tutte i beni cinesi importati dagli Stati Uniti. Pechino ha risposto promettendo ritorsioni.
KO anche le valute emergenti, con la rupia indiana scivolata fino a -1,3% nei confronti del dollaro. Focus inoltre anche sul rublo russo che, nei confronti del dollaro Usa, è stato scambiato a un valore superiore a 70 per la prima volta dal marzo del 2016, prima di recuperare lievemente terreno.
Hanno inciso negativamente le preoccupazioni sull’effetto delle sanzioni americane e l’attesa per il meeting della banca centrale. La governatrice dell’istituto Elvira Nabiullina ha affermato a tal proposito che i tassi potrebbero essere lasciati invariati o salire. Tuttavia il funzionario del Cremlino Andrei Belousov ha lanciato un monito, avvertendo che un eventuale aumento dei tassi di interesse sarebbe “altamente indesiderabile”, riflettendo quanto detto giorni fa dal primo ministro Dmitry Medvedev, che ha auspicato tassi sui prestiti più bassi.
I forti cali sofferti in generale dai mercati emergenti hanno colpito l’attenzione, tra gli altri, anche del finanziere George Soros che, intervistato da Bloomberg, teme l’arrivo di una nuova crisi finanziaria globale.
Il suo timore è anche per le sorti dell’Unione europea che, a suo avviso – sono anni che il finanziere ripete comunque lo stesso mantra – fa fronte a una minaccia esistenziale imminente.
Tra l’altro, la “fine” dell’accordo nucleare con l’Iran e la “distruzione” dell’alleanza transatlantica tra l’Unione europea e gli Stati Uniti sono secondo George Soros “destinati ad avere un effetto negativo sull’economia europea, e a creare altre turbolenze”.
Intervistato da Bloomberg, Soros se l’è presa per l’ennesima volta con il populismo:
“Tutto quello che poteva andar male è andato male”, ha detto, riferendosi alla crisi dei migranti e alle politiche di austerity che hanno portato al potere i populisti.
Sull’Ue, il filantropo ha parlato di “disintegrazione territoriale”, facendo l’esempio della Brexit, e ha concluso che ormai il pericolo esistenziale per l’Europa non è più un’ipotesi o una minaccia teorica. “Ormai è questa la dura realtà”.
Ancora una volta, Soros ha messo in evidenza i problemi dell’euro. “L’euro ha molti problemi irrisolti e non si deve permettere che questi finiscano per distruggere l’Unione europea”.