Azionario, Per i titoli energetici è in arrivo un aumento dei dividendi
A maggio i mercati azionari mondiali hanno mostrato una buona tenuta nonostante il conflitto commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina, la crisi politica in Italia, le annose tensioni geopolitiche in Medio Oriente, e soprattutto i dati economici contrastanti.
Secondo Norman Villamin, CIO Private Banking di Union Bancaire Privée (UBP), la forte crescita degli utili, in particolare negli Stati Uniti, dovrebbe in ogni caso rimanere un importante elemento di supporto per i mercati azionari, anche se l’aumento dei conflitti commerciali e la delusione per alcuni indicatori macroeconomici potrebbero portare a un’ulteriore compressione dei multipli.
Settore energy
“Dopo la forte performance assoluta e relativa dall’inizio dell’anno, abbiamo preso profitto di parte del nostro sovrappeso nel settore dell’energia”, spiega Villamin. La ragione di questa decisione è la seguente: i fondamentali per il settore rimangono positivi, ma la domanda e l’offerta di petrolio potrebbero subire una flessione e l’impatto delle sanzioni potrebbe essere sopravvalutato dagli investitori.
“Continuiamo in ogni caso a preferire le compagnie petrolifere integrate europee rispetto a quelle statunitensi – dice ancora lo strategist – Per quanto riguarda le prime, infatti, i progetti a lungo termine avviati nel periodo 2011-2013 sono ora in corso di attuazione e determineranno un’accelerazione della crescita della produzione, con il flusso di cassa generato oggi con il prezzo del petrolio a 70 dollari al barile che è superiore a quello registrato nel 2014, quando il greggio aveva raggiunto i 100 dollari al barile”.
Tutto ciò, in definitiva, è di buon auspicio per un aumento dei dividendi distribuiti agli azionisti.
“Continuiamo in ogni caso a preferire le compagnie petrolifere integrate europee rispetto a quelle statunitensi – dice ancora lo strategist – Per quanto riguarda le prime, infatti, i progetti a lungo termine avviati nel periodo 2011-2013 sono ora in corso di attuazione e determineranno un’accelerazione della crescita della produzione, con il flusso di cassa generato oggi con il prezzo del petrolio a 70 dollari al barile che è superiore a quello registrato nel 2014, quando il greggio aveva raggiunto i 100 dollari al barile”.
Tutto ciò, in definitiva, è di buon auspicio per un aumento dei dividendi distribuiti agli azionisti.