Azionario mondiale in preda a scossoni: occhio a rumor vendetta Cina e a minimo record per Deutsche Bank
Sull’azionario globale la fibrillazione permane. In Asia protagonista è stato ancora lo yuan, che ha continuato a scendere, posizionandosi a un valore superiore a 6,6 per dollaro per la prima volta dal mese di dicembre.
La valuta scambia a un valore inferiore del 6% rispetto ai massimi testati a marzo.
Sell anche sulla borsa di Shanghai, scivolata in fase di correzione alla vigilia: il listino ha scontato le indiscrezioni riportate da Bloomberg su una nota della società di ricerca macro SGH Macro Advisors.
Secondo SGH, la Cina starebbe di fatto affilando le proprie armi nella guerra commerciale contro gli Usa di Donald Trump, puntando a colpire il tallone di Achille degli Stati Uniti: il mercato dei Treasuries.
In una nota ai clienti Sassam Ghahramani, amministratore delegato di SGH Macro Advisors, ha rivelato che il presidente Xi Jinping ha presieduto un meeting di un importante organo governativo decisionale, parlando espressamente delle relazioni Usa-Cina.
Successivamente, in un altro meeting di due giorni, Xi ha trascorso due ore parlando ancora della questione, invitando sia le province che i ministeri a prepararsi a una guerra commerciale su vasta scala. Guerra commerciale che combatterebbe, stando a Ghahramani, sfoderando l’arma finanziaria più potente di cui dispone: il debito pubblico americano, di cui è la prima detentrice al mondo.
La People’s Bank of China, banca centrale della Cina, si appresterebbe così non solo a non incrementare più la quota di Treasuries che detiene, ma a ridurre anche le attuali partecipazioni in “modo appropriato”.
Wall Street snobba al momento le indiscrezioni, salendo piuttosto sulla scia di altri rumor, secondo cui la Casa Bianca non farà nulla per vietare alle società partecipate per il 25% dalla Cina l’acquisto di alcune aziende americane attive nel comparto hi-tech.
Situazione peggiore in Europa, dove lo Stoxx 600 paga non solo le flessioni che ora colpiscono i titoli del settore automobilistico, ma anche le vendite sui bancari, che scattano sulla scia del sell off che ha colpito Deutsche Bank dopo l’inizio della sessione.
Risultato: il settore bancario europeo scivola al minimo dal 2016, in calo del 14% dall’inizio dell’anno.
Le quotazioni di Deutsche Bank crollano fino a -5%, precipitando al nuovo minimo di sempre, a 8,76 euro, per una capitalizzazione di mercato di $21 miliardi. Per la prima volta dal settembre del 2016, il titolo buca al ribasso la soglia di 9 euro. La capitalizzazione di mercato del colosso bancario tedesco si aggira attorno a 22 miliardi di euro circa. Per avere una idea del tonfo delle quotazioni (da inizio anno -44%), basti pensare che il valore di mercato di Jp Morgan è di $357 miliardi, mentre quello di HSBC di $187 miliardi. Praticamente, la capitalizzazione di Deutsche Bank è pari a 1/17 rispetto a quella di JP Morgan.
Effetto domino anche sulle banche italiane: Banca Generali cede -2,7%, Ubi Banca -2,3%, banco BPM -2,2%, Bper Banca -1,89%, UniCredit -1,6%, Intesa SanPaolo -1,1%.