Notizie Indici e quotazioni Azionario: Cina giù fino a -30% nel 2018, borsa Tokyo oltre -10%. Ma per 2019 JP Morgan AM vede riscossa Asia

Azionario: Cina giù fino a -30% nel 2018, borsa Tokyo oltre -10%. Ma per 2019 JP Morgan AM vede riscossa Asia

21 Dicembre 2018 15:58

Mercati asiatici promossi da JP Morgan Asset Management, che elenca tre ragioni per posizionarsi sull’azionario asiatico. A snocciolare il consiglio di investimento, stando a quanto riporta la Cnbc, è Janet Tsang, specialist di investimenti dei mercati emergenti e dell’Asia Pacifico di JPM AM.

Il trend del 2018 è decisamente da dimenticare per le borse di quest’area: i listini azionari cinesi sono stati tra i peggiori in Asia, con l’indice Shenzhen Composite scivolato del 30% quest’anno. Lo Shanghai Composite ha lasciato sul terreno più del 20%, mentre l’Hang Seng di Hong Hong ha ceduto il 15%.

Le vendite non hanno risparmiato altre borse, come il Nikkei 225 della borsa di Tokyo, che ha ceduto più del 10% dall’inizio dell’anno e il Kospi sudcoreano in flessione di quasi -17%.

“Il mercato ha vissuto una situazione molto difficile quest’anno, ma noi rimaniamo positivi nel lungo termine sull’Asia – ha detto Tsang – E riteniamo che questo sia il momento di costruire posizioni strategiche core”.

Tre sono i motivi alla base di questo ottimismo:

Il primo, è che la corsa del dollaro – che quest’anno ha minato l’azionario asiatico – dovrebbe arrestarsi, a causa della possibile decisione della Federal Reserve di Jerome Powell di smettere di alzare i tassi di interesse, visto il rallentamento della crescita del Pil Usa. Il biglietto verde sconterà anche il deficit americano, sia fiscale che delle partite correnti:

“Con la Fed potenzialmente orientata a fare una pausa nelle sue strette monetarie, nel corso del 2019, l’economia Usa che ha testato il suo picco e i deficit gemelli degli Stati Uniti, il dollaro dovrebbe fare dietrofront e ritracciare”.

Il secondo motivo che giustifica l’outlook positivo di JP Morgan sulle borse asiatiche è rappresentato dal fatto che gran parte delle notizie relative alle tensioni commerciali in atto tra gli Stati Uniti e la Cina è stata già scontata. Ciò significa che i mercati della regione dovrebbero stabilizzarsi.

Terza ragione: secondo Tsang, a dispetto del sentiment negativo che persiste sui mercati azionari asiatici, gli utili societari delle società quotate “versano in un buono stato di salute”.  Tanto che il price-to-book ratio delle azioni asiatiche viaggia al di sotto della media di lungo termine, e ciò significa che i titoli potrebbero essere sottovalutati e dunque più appetibili.