Azionario Cina: il 2023 sarà l’anno del Dragone?
Dopo un anno particolarmente difficile per il mercato azionario cinese, nell’ultimo trimestre del 2022 la Cina ha gradualmente ricominciato ad attrarre l’attenzione degli investitori.
Così Marco Mencini, Senior Portfolio Manager Equity di Plenisfer Investments SGR secondo cui “tale rinnovato interesse ha permesso in poche settimane all’indice di recuperare circa il 30% di valore rispetto ai minimi di ottobre, data a cui peraltro risale il nostro procedente commento sulle potenzialità del mercato cinese”.
Secondo l’esperto, “il ritorno dell’interesse degli investitori si deve alle decisioni del Governo cinese volte da un lato all’attenuazione delle misure di contrasto al Covid e, dall’altro, all’adozione di misure di contenimento della crisi del settore immobiliare in cui diversi osservatori stimano verranno iniettati oltre 180 miliardi di dollari di credito”.
“Riteniamo che le novità in tali ambiti – aggiunge Mencini – potrebbero porre le basi per la ripresa della crescita economica cinese che, secondo il consensus, potrebbe passare dal 3% circa registrata nel 2022 al 5% nel 2023, con un PIL in aumento sia per effetto delle misure descritte, che per un effetto base rispetto alla debolezza dell’economia nel 2022″.
Cina riparte: e l’azionario?
In sostanza, aggiunge l’analista, “se tale ripartenza dovesse concretizzarsi, la Cina potrebbe quindi diventare una forza anticiclica proprio mentre il resto del mondo cerca di evitare la recessione. In questo scenario il 2023 potrebbe rivelarsi, per i mercati, l’anno del Dragone”.
Considerando questo scenario, a domanda da porsi oggi è, se sia “iniziato il rally dell’azionario cinese?”.
“Le azioni cinesi, nonostante il recupero dell’ultimo trimestre del 2022, oggi esprimono mediamente multipli pari a 11 volte gli utili attesi, valori decisamente inferiori rispetto alla media degli ultimi 5 anni, pari a circa 14 volte gli utili”.
In conclusione, Mencini sottolinea come “in Plenisfer pensiamo che, alla luce della probabile ripartenza dell’economia e dell’attuale livello delle valutazioni, selezionando singole opportunità, la probabilità di ottenere dall’azionario cinese un rendimento positivo nei prossimi 12 mesi sia estremamente elevata”.
“Ampliando l’orizzonte temporale dell’investimento oltre i prossimi 12 mesi, e quindi ragionando a medio lungo termine, riteniamo sarà preferibile evitare temi connessi alla ‘prosperità comune’ e alla ‘guerra commerciale tecnologica’, entrambi oggi rappresentati nell’MSCI China”.
Va detto che “solo il 32% delle società rappresentate nell’indice sono slegate da tali temi”. E, per l’analista, “sarà tra queste che, a nostro avviso, dovranno essere selezionate singole opportunità legate a tematiche di lungo periodo quali, per esempio, la transizione energetica”.