Azimut macina record in 15 anni di quotazione, ancora superstar del Ftse Mib con +78% YTD
Tra qualche giorno taglierà il traguardo dei 15 anni dallo sbarco a Piazza Affari, avvenuto il 7 luglio del 2004. E festeggia con numeri record. Stiamo parlando di Azimut, il gruppo indipendente che dal 1989 è attivo nel risparmio gestito, che si è imposto come miglior titolo finanziario del Ftse Mib con un total return del 751% (circa +50% all’anno). Solo altri tre titoli del listino principale hanno fatto meglio. E continua a performare bene: da inizio anno è il miglior titolo del Ftse Mib con una crescita del 78 per cento.
Dal 2004 il gruppo guidato da Pietro Giuliani è cresciuto in Italia di circa 1.100 consulenti finanziari e private banker, portando così il numero complessivo da circa 700 professionisti a quasi 1.800 di oggi (2.200 includendo la rete all’estero). In 15 anni Azimut ha inoltre raccolto 44 miliardi di euro di nuove masse e ha generato quasi 2 miliardi di utile netto, di cui 1,3 miliardi pagati agli azionisti come dividendo.
E ancora, la società rimarca in una nota ufficiale che con il raggiungimento anticipato di tutti gli obiettivi previsti dal terzo (e attuale) piano quinquennale, il gruppo ha dimostrato di saper prevedere e cogliere positivamente i trend di un settore in rapido cambiamento negli ultimi anni. Gli obiettivi conseguiti nel quinquennio che sta per concludersi sono: asset totali superiori a 55 miliardi (erano 14 miliardi nel 2009 e 50 quelli previsti a fine piano), una raccolta netta media annua di oltre 5 miliardi di euro, un pay out ratio tra i più alti in Italia e un utile netto che nel 2019 sarà di 300 milioni di euro.
L’a.d. e fondatore Giuliani non perde però l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: lamentando il fatto che il mercato continua a sottovalutarli. E lo sottolinea nel corso della conferenza stampa che si è tenuta ieri a Milano: “Secondo le nostre stime basate su multipli di mercato locali così come transazioni di M&A nei rispettivi paesi, il solo business estero vale circa 1,5 miliardi di euro. L’attuale capitalizzazione di borsa del Gruppo Azimut è di soli 2,4 miliardi di euro, nonostante siamo ai vertici del settore per utile netto e crescita delle masse. Dobbiamo quindi constatare un’evidente sottovalutazione sia del business domestico che di quanto creato all’estero in questi anni“.
C’è poi tutta la strategia all’estero, con Azimut che punta a investire in Paesi ad alto potenziale di crescita che rappresenta uno dei driver di sviluppo del prossimo piano industriale quinquennale. Un business plan che verrà presentato al mercato nei prossimi 12 mesi, con la percentuale di masse gestite all’estero che sale dal 28% di oggi al 35% nel 2024.
Tra le aree di maggiore crescita le attività estere in Paesi ad alto sviluppo, dove attualmente la Società detiene il 28% delle masse gestite. Nel corso degli ultimi anni Azimut ha investito all’estero sia tramite acquisizioni che tramite crescita organica: in Cina (Hong Kong e Shanghai), Monaco, Svizzera, Singapore, Brasile, Egitto, Messico, Taiwan, Cile, USA, Australia, Turchia ed Emirati Arabi. Su 15,6 miliardi di euro di masse gestite all’estero, 4,2 fanno capo all’area Europa, Medio Oriente e Nord Africa, 6 miliardi nelle Americhe e 5,5 nell’area Asia-Pacifico. Grazie all’efficace espansione internazionale, Azimut è oggi l’unico player italiano nel risparmio gestito con una reale presenza globale.
Spazio anche all’Italia e alle imprese tricolore, in particolare, futuro di Azimut. Un’altra fonte di crescita sarà, infatti, l’espansione attraverso Azimut Libera Impresa nel settore degli asset alternativi e non quotati (es. private equity, private debt, venture capital, etc.), il cui peso è previsto raggiungere almeno il 15% delle masse totali del Gruppo dall’attuale 1%.
In occasione di una conferenza stampa tenuta dal presidente di Azimut Pietro Giuliani, gli analisti di Equita sottolineano che sono stati ribaditi i principali messaggi emersi nel corso dell’Investor Day di giugno e fornite ulteriori indicazioni sui driver di crescita, in attesa della presentazione del nuovo business plan. In particolare, è stato confermato il target di utile 2019 a 300 milioni di euro. Sul fronte dell’M&A, viene affermato che nel caso venisse proposto il dossier Banca Generali, Azimut valuterebbe la possibilità di acquistarla. “Dal nostro punto di vista – segnala la Sim milanese che conferma la raccomandazione hold – consideriamo questa eventualità improbabile in quanto riteniamo più plausibile che Generali, volendo aumentare la propria esposizione verso il business del Wealth Management, possa incrementare la sua quota in Banca Generali”.