Azimut, il fondatore Giuliani fa scattare i buy. Le scommesse short non lo spaventano, titolo oltre +4%
Giornata di buy sul titolo Azimut, che segna un rally superiore a +4%, attestandosi a 11,35 euro. L’azione beneficia delle dichiarazioni rilasciate ad Affari & Finanza dal suo fondatore e presidente, Pietro Giuliani. Il titolo dell’articolo dice tutto: “Azimut non teme i ribassisti. Qualcuno spera di comprarci”.
Sui ribassisti, il riferimento è al fatto che Azimut rimane la più shortata a Piazza Affari. Giuliani affronta direttamente la questione:
“Sì, nonostante il rialzo di Borsa successivo alla comunicazione di un nuovo calcolo delle commissioni, il titolo Azimut continua a essere il più ‘shortato’“, ammette il fondatore della società di asset management. Aggiungendo subito, tuttavia, che “è difficile che il mercato prenda subito coscienza delle novità”. Per poi riconoscere, comunque, che “busogna dire che ci sono motivi oggettivi per cui questo accade”.
Ovvero?
I motivi delle posizioni short che si accaniscono contro Azimut, Giuliani li elenca in questo modo:
“Azimut intanto è un titolo italiano, e dal maggio scorso i fondi esteri sono usciti dal nostro mercato. Inoltre è un titolo finanziario e ad alto Beta, ovvero più sensibile di altri alle notizie del mercato. In più è un titolo europeo, in un momento in cui abbiamo la Brexit e l’incognita delle elezioni. Infine c’è un alto flottante, corrispondente al 75%, e quindi non c’è la longa manus dell’azionista forte che può mettere un sacco di soldi per far fallire gli short”.
All’osservazione del giornalista, che gli fa notare come sia stato lui stesso, in passato, a spiegare che dietro queste manovre c’era anche il tentativo di acquisire la società, il presidente, che per ora ha ripreso la guida della società dopo l’addio improvviso dell’amministratore delegato Sergio Albarelli, conferma:
“E lo dico ancora. Noi siamo oggetto di mire di acquisizione da parte di molti gruppi. Per almeno quattro motivi. Intanto, abbiamo una rilevante presenza all’estero, decine di migliaia di clienti in giro per il mondo. Poi abbiamo una rete di banker ad alta qualità. Inoltre abbiamno più sgr anche fuori dall’Italia. Infine, abbiamo un marchio apprezzato”.
E se è vero che ad attaccare Azimut ci sono “giganti del calibro di Engadine – per il 4% del capitale! come fa notare il giornalista che lo ha intervistato – Soros e Otus Capital, è vero anche che, fa notare Giuliani, “c’è anche BlackRock che ha investito il 5% “long”“. Scommettendo, dunque, nel recupero delle quotazioni.
Il fondatore sfata inoltre quello che a suo avviso è un mito, ovvero l’assunto secondo cui le commissioni di Azimut sono le più alte del mercato:
“Decisamente no, devo sfatare questo mito. Secondo un recente report di Autonomous il Ter di Mediolanum è al 2,40%, Banca Generali al 2,30, mentre noi stiamo al 2,21. Solo Fineco ci batte con l’1,70. Se poi guardiamo all’incidenza dei costi sulle performance, uno studio di Mediobanca Securities mostra che Azimut è quella che ha il costo più basso: 36%, contro una media di 48, il 42 di Mediolanum e l’86 di Banca Generali”,