Auto: FCA, immatricolazioni in crescita di quasi il 12% a maggio. Quarto costruttore in Europa
Immatricolazioni auto in crescita in Europa per Fiat Chrysler Automobiles (FCA) che registra delle performance migliori del mercato ed è il quarto costruttore nel Vecchio continente. Lo ha annunciato il gruppo guidato da Sergio Marchionne dopo i dati sulle immatricolazioni pubblicati stamattina dall’Acea, l’associazione dei costruttori di auto europei. Risultati che sostengono FCA a Piazza Affari, con il titolo che guadagna lo 0,83% a 9,64 euro.
FCA batte il mercato
In particolare per FCA le vendite (Ue+Efta) sono aumentate dell’11,9% a quota 109.800 (per una quota di mercato del 7,7%, in crescita di 0,3 punti percentuali), facendo meglio del mercato che ha mostrato una crescita del 7,7 per cento. Vendite in aumento in tutti i principali Paesi del Vecchio continente: in Germania (+31,6% rispetto al +12,9% complessivo), in Francia (registrazioni cresciute del 18,5% in confronto al +8,9% del mercato) e in Spagna, dove le immatricolazioni di FCA sono aumentate del 34,9% in un mercato cresciuto dell’11,1 per cento. Anche nel progressivo annuo la crescita di FCA è stata migliore di quella del mercato. Infatti, con 502.300 immatricolazioni nei primi cinque mesi del 2017, ha viste le registrazioni crescere dell’11,1% (in un mercato cresciuto del 5,1%) ottenendo una quota del 7,3%, +0,4 punti percentuali rispetto a un anno fa.
Mercato in recupero a maggio
Complessivamente, a maggio il mercato europeo dell’auto ha recuperato terreno rispetto alla flessione di aprile. Le immatricolazioni di auto nuove in Europa (nell’Europa dei 28 più le nazioni aderenti all’Efta) hanno mostrato una crescita del 7,7% a 1,433 milioni di veicoli, una percentuale che sale 7,6% se si escludono i Paesi Efta (ossia Islanda, Norvegia e Svizzera). Prosegue dunque il recupero che a fine 2017 potrebbe condurre l’auto UE sui livelli ante-crisi. Se questo traguardo verrà raggiunto, il Centro Studi Promotor (CSP) mette in evidenza che saranno occorsi dieci anni per recuperare l’impatto negativo della crisi iniziata nel 2008: un tempo più lungo di quello impiegato dagli altri grandi mercati mondiali.