Atlantia: a gennaio il verdetto del governo su revoca concessione
Atlantia cerca di rialzarsi in Borsa dopo le ultime sedute all’insegna delle vendite. Oggi il titolo segna un rialzo dell’1% a 21,2 euro, sovraperformando il Ftse Mib che arretra dello 0,4%, dopo aver perso oltre il 5% nelle due sedute precedenti. La holding della famiglia Benetton continua a rimanere ostaggio delle novità che arrivano dal governo italiano in merito alla “punizione” che la controllata ASPI meriterebbe per la tragedia del Ponte Morandi, avvenuta il 14 agosto 2018. Evidentemente la presenza del PD nel governo Conte bis non basta a placare le continue richieste dei pentastellati di fare giustizia.
“Nel 2020, una delle prime cose da inserire nella nuova agenda di governo dovrà essere la revoca delle concessioni ad Autostrade, con l’affidamento ad Anas e il conseguente abbassamento dei pedaggi autostradali”. Lo scrive su Facebook Luigi Di Maio rimarcando che “le famiglie delle vittime del Ponte Morandi aspettano una risposta. E noi gliela daremo. Non solo a loro, ma a tutto il Paese”.
“Vi ricordate quando tutti dicevano che revocare la concessione ad Autostrade ci sarebbe costato almeno 23 miliardi di euro? – aggiunge il leader dei Grillini -. Nei giorni scorsi i Benetton avevano persino inviato una lettera al governo in cui minacciavano la stessa penale. Peccato per loro, però, che sia una enorme sciocchezza, una vera e propria montatura alimentata anche da tv e giornali che pur di screditare il Movimento 5 Stelle farebbero di tutto. Il presunto indennizzo di 23 miliardi non ha infatti nessuna base legale: lo ha stabilito una relazione della Corte dei Conti approvata già a novembre, ma resa nota solo nelle ultime ore”.
Anche il ministro delle infrastrutture, Paola De Micheli, si è scagliata contro Autostrade definendo inaccettabile la lettera della controllata di Atlantia sulla possibile risoluzione del contratto se l’articolo 33 fosse confermato. Anche il primo ministro Giuseppe Conte ha sottolineato che ogni decisione riguardo alla revoca della concessione di Autostrade sarà presa a gennaio.
L’articolo 33 mette paura ad Autostrade
Il governo ha confermato la norma che introduce alcune modifiche ai contratti in essere. Si tratta dell’articolo 33, contenuto nel decreto Milleproroghe, che andrà a modificare per i contratti autostradali il valore di indennizzo in caso di risoluzione o revoca. Solo Italia Viva (di Matteo Renzi) ha confermato il proprio voto contrario.
Secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano le regole delle concessioni per definire l’indennizzo saranno sostituite dalle clausole del codice degli appalti e quindi l’indennizzo sarà pari al valore di bilancio delle opere realizzate al netto degli ammortamenti, oltre al valore attuale netto del 10% dei ricavi risultati dal piano economico finanziario per gli anni residui. A tale numero, scrive il quotidiano, saranno dedotti eventuali costi, penali e danni in caso di grave colpa.
“Per il gruppo Aspi (Autostrade per l’Italia) il valore netto dei beni gratuitamente devolvibili stimiamo essere circa 9-10 miliardi (ai quali andrebbe aggiunto il valore attuale netto del 10% dei ricavi da PEF) vs un debito netto di circa 9 miliardi” affermano gli analisti di Equita che hanno rating Hold su Atlantia con prezzo obiettivo a 23,6 euro.
Intanto la Corte dei Conti ha depositato la propria relazione sul settore autostradale evidenziando che le convenzioni includono delle clausole in caso di revoca o risoluzione sbilanciate a favore dei concessionari. Il Fatto Quotidiano aggiunge però che le modifiche introdotte dal governo non avrebbero l’obiettivo della revoca delle concessioni in essere, ma di rendere più facile la loro revisione. Infine, secondo Repubblica, Aspi avrebbe aperto riservatamente un canale di dialogo con il governo.
“Continuiamo a ritenere che l’obiettivo del governo sia di rafforzare la propria posizione nella rinegoziazione del contratto con Aspi. Andrà monitorata la discussione parlamentare della conversione in legge del decreto, ma (se confermato) l’articolo 33 sarebbe molto negativo portando a una sostanziale riduzione del valore dell’indennizzo per Aspi” conclude Equita.
Situazione grafica delicata (analisi tecnica)
Dopo aver trascorso la seconda metà di novembre in affanno, dai minimi del 3 dicembre a 19,47 euro il titolo della holding della famiglia Benetton è rimbalzato riuscendo a portarsi a quota 22 euro. Con la candela short day ad alta volatilità del 23 dicembre, Atlantia ha infranto il supporto a 21,5 euro dando un forte segnale di debolezza. Nonostante il tentativo di rimbalzo di oggi non si possono escludere accelerazioni al ribasso verso 21 e 20,44 euro. Un forte segnale negativo per il titolo si avrebbe con la rottura di area 20 euro.
Al rialzo invece il sentiment di mercato migliorerebbe sensibilmente sul break dei 22,58 euro, zona di resistenza molto forte perché passa la media mobile 200 periodi. In caso di rottura di tale livello, il titolo potrebbe mettere nel mirino area 24 euro, cercando così di colmare il gap formatosi con la candela short day ad alta volatilità del 13 settembre.