Aston Martin debutta alla Borsa di Londra ma l’IPO è un flop
Che sia per la Brexit, della prospettiva di tassi più elevati o di aziende opportunistiche che cercano di raccogliere un po’ troppo denaro, le IPO a Londra stanno fallendo. L’ultimo flop in ordine temporale è quello della Aston Martin.
Aston Martin: tiepida accoglienza a Londra
Quella di Aston Martin è la prima IPO di un automaker britannico dopo molti anni e dopo la vendita a società estere di brand storici quali Jaguar, Bentley e Rolls Royce. “La quotazione al London Stock Exchange rappresenta un momento storico”, ha dichiarato il presidente e Ceo Andy Palmer. “Siamo contenti del responso positivo che abbiamo ricevuto dagli investitori di tutto il mondo e siamo determinati a continuare sulla nostra strategia di crescita”. La casa automobilistica famosa per i film di James Bond è diventata la seconda azienda in meno di una settimana a ricevere una tiepida accoglienza alla sua offerta pubblica iniziale. Il titolo è calato a oltre il 7% nel suo primo giorno di negoziazione alla borsa di Londra. Del pari la Funding Circle Holdings Plc è stata scambiata solo per quattro giorni ma è già scesa del 13%.
Inizialmente il gruppo si era presentato al mercato con una forchetta di prezzo fra 17,5 e 22,5 sterline per azione, per una valutazione al momento dell’ammissione in borsa di 4,02-5,07 miliardi di sterline. Successivamente la casa automobilistica inglese ha deciso di restringere questa forchetta tra 18,5 e 20 sterline per azione che corrisponde a una valutazione di 4,2-4,54 miliardi di sterline con un incasso atteso per i soci venditori che si era ristretto quindi a 1,05-1,13 miliardi. Il gruppo ha debuttato con una valorizzazione pari a circa 23,6 volte l’Ebitda, superiore a quella di Ferrari, che tratta a 22,2 volte l’Ebitda secondo i dati Refinitiv. La valutazione dell’IPO di Aston Martin è stata di 20,7 volte l’utile del primo semestre, vicino all’attuale multiplo azionario di 21 volte l’utile atteso nel 2018 per Ferrari, che è più redditizio e ha un bilancio più solido.
A pesare, secondo gli analisti, è lo scetticismo del mercato circa la capacità del gruppo di lanciare nuovi modelli di successo. Aston Martin è uno di quei marchi che ha avuto un’esistenza turbolenta, con alle spalle sette fallimenti in oltre 100 anni. Alcuni investitori hanno espresso cautela sul fatto che la valutazione sia un po’ troppo alto se confrontata con la Ferrari, e l’andamento del titolo nei primi scambi sostiene questa tesi, come afferma Michael Hewson, Chief Market Analyst di CMC Markets UK. “È vero che la Aston Martin è tornata in attivo solo di recente, con un fatturato di 876 milioni di sterline e un utile ante imposte di 87 milioni di sterline, dopo un’enorme perdita di 163 milioni di sterline nell’anno precedente” dice l’analista secondo cui le “maggiori preoccupazioni rimangono intorno alla prospettiva globale in un momento in cui le tensioni commerciali sono in aumento e c’è il rischio che un’ulteriore escalation che potrebbe arrestare i numeri delle vendite e questo” continua Hewson “è senza dubbio qualcosa da tenere a mente”. “Mentre un solido debutto sarebbe un buon modo per superare i dubbi di coloro che temono che la valutazione possa essere un po’ troppo alta, potrebbero volerci diversi mesi prima che gli investitori abbiano un quadro più chiaro di dove andranno le azioni” conclude.