Aste BTP a 5 e 10 anni rivelano tassi a record in oltre quattro anni. In attesa di Fitch è boom spread
Boom dello spread BTP-Bund dopo i risultati delle aste che sono state indette oggi dal Tesoro. Il differenziale schizza di più del 5%, oltre 286 punti base, dopo aver testato un massimo intraday di 289 punti, a fronte di tassi decennali che sono balzati fino al 3,24%, e che ora viaggiano ben al di sopra del 3,22%.
La reazione del secondario si spiega con quanto è emerso nel mercato primario, con i rendimenti dei BTP a cinque e dieci anni emessi oggi dal Tesoro che sono saliti al massimo in più di quattro anni, proprio (e non a caso, ovviamente), nel momento in cui è forte l’attesa degli investitori per la legge di bilancio e per l’aggiornamento al Def che saranno resi noti nelle prossime settimane.
Da segnalare, inoltre, che la trepidazione dei mercati si spiega anche con l’imminente giudizio sul rating del debito italiano che arriverà domani dall’agenzia di rating Fitch e di cui Repubblica ha pubblicato oggi qualche anticipazione.
Nel rapporto “Credit Worthiness” su cui si baserà il giudizio finale di Fitch si legge che “le divergenze fra Lega e M5S renderanno sempre più difficili le scelte economiche del Governo“, e che “la tentazione di lanciare iniziative costose senza copertura porterà il deficit al limite di rottura”.
In questo contesto, tra l’altro, “le banche, in un clima di incertezza, hanno rallentato il ritmo di smaltimento dei crediti in sofferenza”.
Inoltre, “la contrapposizione sempre più dura fra Roma e Bruxelles con la tensione che crea, paralizza l’intera architettura europea, dall’unione bancaria fino alla politica comune per i migranti”.
Nel rapporto si parla anche di Italexit, scenario che, “viste le dimensioni dell’economia italiana e la sua sistemica importanza nell’euro minaccerebbe la stabilità della moneta unica”.
L’effetto contagio (scrive Repubblica), anche solo del rischio di Italexit, sarebbe uno tsunami per tutti. “Fughe dei capitali, corse ai depositi, sconvolgimenti finanziari. E la recessione in Italia abbatterebbe il Pil dell’Intera Europa”.
Ad ogni modo l’agenzia di rating ritiene che un tale scenario sia “altamente improbabile”. Fitch è in particolare preoccupata per la scarsa coesione che i partiti di governo starebbero dimostrando:
“E’ aumentata la possibilità che si perdano di vista gli obiettivi di finanza pubblica e si è ulteriormente indebolita la prospettiva di riforme strutturali”. Di conseguenza, “il rischio principale è che l’espansione fiscale faccia saltare le dinamiche del debito“.
Tornando ai risultati delle aste odierne, il Tesoro ha emesso BTP a cinque anni, con scadenza nel 2023, per un valore di 3,75 miliardi di euro, al tasso del 2,44%, in deciso rialzo rispetto all’1,80% di un mese fa, e al valore più alto dal dicembre del 2013. Il rapporto bid-to-cover ha confermato la solidità della domanda, attestandosi a 2,12.
Domanda meno forte per i BTP decennali, che sono stati collocati a fronte di una richiesta di 3,078 miliardi al tasso del 3,25%, in crescita rispetto al 2,87% dell’ultima emissione, e al record dal marzo del 2014. Il rapporto bid-to-cover è sceso a 1,37 volte, rispetto a 1,42 del collocamento precedente.
Così commenta la situazione in cui versa il mercato dei titoli di stato italiani Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer UBS WM Italy), nella nota dal titolo “Politica e mercati: relazioni pericolose”:
“Gli investitori sono preoccupati per la politica fiscale che potrebbe essere perseguita dal nuovo governo. A nostro avviso, le deviazioni di deficit rispetto ai precedenti governi potrebbero rivelarsi limitate, ma l’incertezza resterà elevata fino alla presentazione del Documento di Economia e Finanza (27 settembre) e della legge di bilancio (inviata alla Commissione europea entro il 15 ottobre)”.
Ancora Ramenghi:
“Per quanto riguarda i titoli di Stato, restiamo in attesa di avere maggiore visibilità sulla legge di bilancio; se ci dovessero essere ulteriori episodi di forte volatilità, si potrebbero considerare acquisti mirati sulle scadenze brevi. Sul mercato azionario italiano confermiamo un sottopeso, per via dell’impatto dei rendimenti più elevati sull’economia e di alcuni fattori di rischio specifici per alcuni titoli di larga capitalizzazione”.