Astaldi senza freni in Borsa: titolo verso quota 3 euro. Ok a aumento da 300 mln, entrano giapponesi di Ihi
Aumento di capitale da 300 milioni di euro e accordo strategico con i giapponesi di Ihs che diventano soci di Astaldi con una partecipazione pari al 18 per cento. Il controllo resterà nelle mani della famiglia Astaldi. Una nota ufficiale del gruppo romano, comprensiva anche dei conti trimestrali e del nuovo piano strategico, è arrivata prima dell’avvio delle contrattazioni in Europa. Reazione di forza a Piazza Affari per Astaldi: dopo un avvio in rosso l’azione continua ad accelerare al rialzo e dopo le 9.30 guadagna quasi il 5% a 2,864 euro.
Il consiglio di amministrazione di Astaldi ha dunque dato il via libera all’aumento di capitale da 300 milioni a cui parteciperà il gruppo nipponico con una quota di 112,5 milioni di euro. L’assemblea sarà convocata entro la fine del mese di giugno per avviare l’aumento di capitale entro il terzo trimestre 2018. È stato inoltre sottoscritto anche un accordo di investimento in base al quale Ihi acquisirà una partecipazione di minoranza significativa di Astaldi pari a circa il 18% del capitale sociale e a circa il 13% dei diritti di voto complessivi di Astaldi. Post aumento di capitale, Finast, direttamente e tramite Finetupar, continuerà a detenere il controllo di diritto di Astaldi, mantenendo circa il 50,2% degli stessi diritti di voto.
Astaldi e Ihi hanno collaborato in passato e “alla luce di queste positive esperienze – si legge in una nota – hanno deciso di rafforzare le loro relazioni sottoscrivendo un accordo strategico finalizzato a sfruttare al meglio i rispettivi punti di forza commerciali e le rispettive competenze industriali complementari, sia in termini di posizionamento geografico che di know-how tecnologico”. Attraverso l’accordo strategico Astaldi e Ihi consolideranno la loro capacità integrata per la realizzazione di grandi infrastrutture onde offrire la migliore risposta alle esigenze del mercato.
Per il gruppo romano entra nel vivo la fase di rafforzamento della struttura finanziaria. “L’aumento di capitale è un primo tassello della manovra da oltre 2 miliardi approvata dal cda – si legge in una nota – che rappresenta una revisione completa della struttura patrimoniale e finanziaria del gruppo”. Per ottenere una maggiore flessibilità finanziaria e ridurre debito, nell’arco dei prossimi 18 mesi, si punterà al rinnovo con allungamento delle scadenze (rollover) per oltre 350 milioni di linee di finanziamento esistenti, ma anche al rifinanziamento del Bond con scadenza 2020 da 750 milioni e alla programmata cessione di asset in concessione per un importo pari a circa 790 milioni. “Ciò consentirà – spiega Astaldi – un sostanziale miglioramento complessivo degli indici patrimoniali e di liquidità della società e del gruppo, che si prevede siano propedeutici al miglioramento del rating”.
I conti trimestrali
I primi tre mesi dell’anno sono stati chiusi con un utile netto pari a 17,3 milioni di euro, mostrando una flessione del 31,1% rispetto ai 25,1 milioni al 31 marzo 2017, mentre i ricavi hanno evidenziato una flessione del 7,3% a 604 milioni. Indicazioni positive sono però giunte dal fronte commerciale: il gruppo ha conseguito 646 milioni di nuovi ordini riferiti a contratti di costruzione. Il portafoglio ordini in esecuzione si attesta a 17,6 miliardi, con il portafoglio ordini totale che è pari a circa 25 miliardi, che includono 7,2 miliardi di ulteriori ordini potenziali. “Comprensivi, tra l’altro, di 631 milioni di ordini acquisiti dopo la chiusura del periodo o per i quali il gruppo ha ricevuto una aggiudicazione definitiva, ma è in attesa della formalizzazione del contratto”, precisa la società.