Astaldi, il tempo stringe: mercato attende offerta Salini che sembrerebbe scontentare le banche
Il tempo stringe per il salvataggio di Astaldi. Entro domani il gruppo di costruzioni romano dovrà presentare al Tribunale di Roma il piano di ristrutturazione. Dopo i rumors sulla ritirata dei giapponesi di Ihi, l’unico cavaliere bianco rimasto è Salini Impregilo. Da tempo circolano le indiscrezioni sull’offerta confezionata dal big romano delle costruzioni e che prevedrebbe un aumento di capitale di quasi 300 milioni di euro. Nell’attesa Astaldi prosegue la marcia rialzista in Borsa, con il titolo che avanza dei quasi il 3% a 0,732 euro. Positiva, ma con rialzi più contenuti Salini Impregilo che guadagna lo 0,48% a 1,891 euro.
Lo scoglio principale al momento sembrerebbe essere rappresentato dalle banche che devono avallare il piano messo a punto da Salini. E proprio questo via libera (in bilico) rende l’operazione più complicata. Stando a quanto anticipato da “Il Messaggero” gli istituti di credito coinvolti avrebbero mostrato una certa freddezza al piano messo a punto dal big italiano delle costruzioni. Ieri, riporta il quotidiano romano, ci sarebbero state consultazioni fra le banche guidate da Unicredit e Intesa Sanpaolo sulla proposta formulata due giorni fa dagli advisor di Salini (Vitale & co e Merrill Lynch) a supporto dell’intervento dell’investitore: agli istituti sarebbe stato chiesto di erogare 200 milioni freschi per favorire l’operazione e di rinunciare all’80% circa dei crediti convertendoli in equity o in strumenti finanziari partecipativi. Sarebbe stata rilanciata la vecchia proposta di erogare in due tranche 550 milioni di crediti di firma per le commesse.
Tra le banche della partita, la maggiormente esposta è Unicredit (circa 390 milioni di euro). E proprio quest’ultima non vedrebbe di buon occhio la struttura dell’operazione, condizionando anche gli altri istituti. La strada appare dunque in salita per Astaldi che domani dovrebbe presentare al tribunale di Roma un piano concordatario in continuità minimale che, ricorda Il Messaggero, “tenga conto dell’offerta binding ma condizionata approvata ieri dal cda di Salini Impregilo che sarà presa in esame stasera dal board di Astaldi”.
Sulla questione “Il Corriere della Sera” scrive: “servirà un piano in progressione, con una serie di tappe da qui al 2020. La prima si verificherà tra oggi e domani, data di scadenza per la presentazione del piano di ristrutturazione al Tribunale di Roma”. La proposta firmata da Salini, aggiunge il quotidiano di via Solferino, “ora non prevede il coinvolgimento di Cassa Depositi, che però non è escluso possa rientrare nei prossimi mesi partecipando a un’operazione di sistema per la costruzione di un campione nazionale”.
Astaldi incassa finanziamento da Fortress
Intanto ieri Astaldi ha annunciato di avere incassato il finanziamento di 75 milioni di euro dal fondo Fortress. Il prestito obbligazionario, si legge in una nota del gruppo romano, ha una durata massima di 3 anni, cedola trimestrale e un tasso di interesse variabile pari all’Euribor per il relativo periodo di interesse (con soglia minima floor pari all’1%) più un margine, pari all’11,25% per il primo anno, e al 14,25% per gli anni successivi fino a scadenza.
Un’operazione, precisa Astaldi, funzionale al perseguimento da parte della società dell’obiettivo della continuità aziendale. I proventi di sono destinati a supportare l’operatività delle commesse, al fine di tornare a godere del flusso positivo di cassa generato dal progredire delle opere e di preservare, quindi, il valore aziendale.