Notizie Notizie Italia Asta BTP: tassi a 10 anni in rialzo, ma tensione su Salvini-Tria frenata da ripresa domanda

Asta BTP: tassi a 10 anni in rialzo, ma tensione su Salvini-Tria frenata da ripresa domanda

30 Luglio 2018 13:13

Con il MEF che, lo scorso lunedì 23 luglio, ha annunciato che “in considerazione dell’ampia disponibilità di cassa non si effettuerà l’asta dei titoli a medio-lungo termine prevista per il 13 agosto 2018, nonché l’asta dei BTP€i del 28 agosto 2018”, quella di oggi è stata l’ultima emissione di titoli di Stato prima della pausa estiva. L’esito è stato contrastato, con i tassi dei BTP a 5 anni che hanno segnato un lieve calo e quelli dei BTP a 10 anni che, invece, sono tornati a salire.

Per la precisione, il Tesoro italiano ha collocato 2 miliardi di euro di BTP a cinque anni, con un rendimento in lieve ribasso all’1,80%, rispetto all’1,82% dell’ultima asta.

Emessi anche BTP a 10 anni per 4 miliardi, a fronte di tassi saliti al 2,87% rispetto al 2,77% dell’asta di fine giugno e CCTeu per 1,5 miliardi, con il rendimento in rialzo all’1,75%, dall’1,67% precedente.

Indicazioni positive sono arrivate dai rapporti bid-to-cover, che hanno segnalato un miglioramento rispetto ai risultati dell’asta di fine giugno: in particolare, per i BTP a 10 anni il rapporto è salito a 1,42, contro il precedente 1,26; per i BTP a 5 annui il bid-to-cover è migliorato a 1,47, rispetto al tasso di copertura che, lo scorso 28 giugno, era stato pari a 1,34, mentre per i CCTeu il parametro si è attestato a 1,6, in recupero rispetto agli 1,3 precedenti. In quest’ultimo caso, da segnalare che il rendimento medio dei CCTeu (con scadenza a settembre del 2025, è salito all’1,75% dall’1,67% di fine giugno.

Il mercato secondario ha reagito con favore alla notizia della ripresa della domanda, la cui solidità era stata messa nuovamente in dubbio a causa dei recenti rumor sui rapporti interni al governo M5S-Lega. In particolare, hanno spaventato negli ultimi giorni le indiscrezioni riportate da diversi quotidiani italiani sul rischio che Giovanni Tria potesse decidere di lasciare il dicastero dell’Economia, per le pressioni sulla manovra esercitate dal vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, non proprio interessato a rispettare i diktat e le varie regole dell’Ue sui conti pubblici. 

Le tensioni sono state tali da portare i tassi dei bond decennali, stamattina, a salire fino al 2,77% in attesa dei risultati dell’asta, massimo in quattro settimane, per uno spread a 237 punti base, al record dallo scorso 12 luglio. Dopo l’asta, la tensione si è smorzata, con i tassi al 2,76% e il differenziale Italia-Germania sceso fino a 232 punti base circa.

Prima che i risultati dell’emissione venissero diffusi, parlando della domanda dei titoli di stato italiani, in una intervista a Reuters Benjamin Schroeder, strategist di ING, aveva fatto riferimento all’importanza del carry trade, operazione con cui si ricorre a bassi costi di finanziamento per acquistare asset che presentano rendimenti più elevati, come per esempio i BTP.

“Con la sua forward guidance, la Bce ha praticamente fissato il carry trader prima del prossimo grande evento”, aveva detto, facendo notare come l’approccio soft della banca centrale – che non alzerà i tassi fino all’estate del 2019 – permetterà di compensare gli eventuali effetti negativi legati alla fine del QE, attesa per la fine dell’anno.