Asta Btp fa il pieno ma rendimenti salgono, spread si riaccende e torna sopra 130 pb
Niente sorprese dall’asta BTP che segnala però un aumento dei rendimenti soprattutto sulle scadenze più lunghe. La reazione del mercato è stato un aumento, seppur contenuto, dello spread Btp/Bund spintosi fino a quota 133 punti base, allontanandosi ulteriormente dai minimi da settembre 2016 sotto quota 120 toccati nelle scorse settimane.
Gli investitori iniziano a guardare con maggiore apprensione all’avvicinarsi delle elezioni politiche italiane del 4 marzo dopo che nelle scorse settimane si era assistito a un restringimento dello spread sotto la spinta dell’ottimismo per un esito delle urne ben accetto ai mercati. Il rischio è che le elezioni portino a uno scenario di ingovernabilità che alimenti tensioni sul fronte spread, o peggio la possibilità di forti consensi per i partiti anti-euro.
I riscontri dell’asta BTP
Il Tesoro ha collocato titoli a 3, 7 e 30 anni per un ammontare vicinissimo al target massimo (7,672 miliardi rispetto ai massimi 7,75 mld) con rendimenti in lieve salita rispetto alla precedente asta. Nel dettaglio collocati Btp a tre anni per 2,5 mld al rendimento medio dello 0,05% con domanda per 4,132 miliardi (bid to cover di 1,65). Allocati poi Btp a 7 anni per 2,927 miliardi con domanda per 4,017 mld (bid to cover di 1,37) e rendimento medio di assegnazione dell’1,43%. Infine il Btp trentennale con scadenza 2048 ha visto l’allocazione di titoli per 2,25 miliardi al rendimento medio del 3,16%. Il bid to cover è stato di 1,33.
Sul mercato secondario il rendimento del BTP decennale si è spinto fino al 2,07%.
Dopo l’asta Bot di ieri e quella Btp odierna, l’ultimo test prima delle elezioni sarà il consueto trittico di aste di fine mese in programma tra il 23 al 27 febbraio.