Aria di crisi nel governo, verdetto S&P in arrivo, aste CTZ e BTP-i. Il punto sul sentiment verso la carta italiana
Le tensioni nel governo M5S-Lega esplose ieri con la riunione del Consiglio dei Ministri sul decreto crescita, unite alla trepidazione per il verdetto sul rating dell’Italia di Standard & Poor’s, che arriverà dopodomani venerdì 26 aprile, stanno riportando i riflettori sui BTP italiani. Da segnalare che S&P Global ha un rating sul debito italiano pari a “BBB”, due gradini al di sopra del livello junk, ovvero spazzatura, ma ha un outlook negativo. Un downgrade è dunque piuttosto probabile, anche se i mercati sembrano escluderlo.
Intanto oggi il Tesoro italiano ha indetto due aste, assegnando 3,5 miliardi di euro di CTZ a 24 mesi (scadenza al 29 giugno del 2021), a fronte di un rendimento in rialzo allo 0,697%.
La crescita dei tassi è stata di +41 punti base rispetto all’emissione precedente, mentre il rapporto di copertura è stato pari a 1,53. Il mese scorso il CTZ biennale era stato assegnato al rendimento dello 0,288%, praticamente dimezzato rispetto al precedente collocamento di febbraio. La domanda si era attestata a 3,617 miliardi di euro a fronte di 2 miliardi assegnati con bid to cover di 1,81.
L’asta di oggi mette così in evidenza il balzo del rendimento, che non è da poco se si considera il rialzo dallo 0,288% a quasi lo 0,70%.
Si tratta di un valore inoltre ben al di sopra di quello atteso dal consensus, visto che gli analisti, considerando la nuova emissione a scadenza più lunga (giugno 2021 rispetto a novembre 2020 di quella precedente) avevano previsto una risalita dei rendimenti fino ad area 0,5%.
La domanda di carta italiana è inoltre, almeno in questo caso, scesa, vista la flessione del rapporto bid-to-cover (o anche rapporto di copertura).
Il Tesoro ha collocato oggi, per un importo pari a 909 milioni di euro, anche BTP indicizzati a 15 anni: in questo caso il rendimento è sceso di 31 punti base rispetto all’emissione precedente, all’1,93%.
Con oggi si è aperto il trittico delle aste di fine mese, che sarà interrotto, appena iniziato, nella giornata di domani, a causa della festività del 25 aprile. Si ripartirà il 27 aprile con quella dei Bot, mentre quella di Btp a media lunga scadenza è attesa per il 30 aprile.
Ma qual è il sentiment sul mercato dei titoli di stato italiani?
Un articolo recente di Bloomberg ha confermato che “i bond decennali italiani continuano a essere molto popolari quest’anno”, ma segnala anche il recente rialzo dei rendimenti, che rimangono comunque “ben al di sotto dei massimi testati lo scorso anno, a seguito dell’esplosione della crisi politica italiana“.
Nell’articolo, scritto lo scorso 18 aprile dalla penna di Marcus Ashworth, si legge che “non siamo tornati in una situazione di emergenza”. Ma, anche, che ” gli investitori stanno iniziando a fare scelte di trading in vista di quello che viene considerato un inevitabile remake dello scontro che si è combattuto lo scorso autunno tra Bruxelles e Roma, e che ha portato i tassi decennali italiani a superare la soglia del 3,5%”.
La minaccia che è stata citata da Ashworth non è tanto quella del verdetto S&P, ma piuttosto quella che sembra lontanissima, ora, rappresentata dalla revisione del rating di Moody’s Investors Service.
L’agenzia si esprimerà infatti sul rating italiano, al momento stabilito a Baa3, il prossimo settembre. “E’ già il livello di investment grade più basso della sua graduatoria”. E, continua Ashworth, “se l’agenzia di rating lo taglierà a junk, le conseguenze potrebbero essere sismiche”. La decisione, di fatto, frenerebbe diversi fondi obbligazionari dal detenere bond italiani.
Viene ricordato quanto consigliato dagli strategist di Citigroup Aman Bansal e Matteo Regesta. I due, interpellati da Bloomberg, hanno affermato che gli investitori dovrebbero “resistere alla tentazione” di acquistare i bond italiani, in quanto esiste il rischio che alcuni eventi aumentino la volatilità ed erodano i ritorni che i BTP offrono.
Ieri la tensione sul mercato dei titoli di stato italiani è stata evidente. Stando a quanto riporta Reuters, i tassi sui BTP decennali sono saliti infatti fino a +10 punti base al 2,70%, testando il record dall’inizio di marzo, ovvero in sette settimane circa. Il rialzo ha fatto salire lo spread BTP-Bund al record dalla fine di febbraio, a un livello di quasi 265 punti base, che oggi è stato, tra l’altro, superato. Il differenziale punta infatti verso l’alto, anche se non in modo allarmante.