Apple punta sugli Usa: accelera su investimenti e si prepara a creare 20mila posti di lavoro. Conti in agenda 1 febbraio
È di nuovo record a Wall Street, con l’indice Dow Jones che ieri ha chiuso per la prima volta sopra il muro dei 26.000 punti e l’S&P 500 sopra la soglia di 2.800 punti. Un nuovo traguardo infranto grazie anche agli annunci fatti dalla regina tech americana: Apple che ha deciso di scommetere sugli Stati Uniti, con una forte accelerazione negli investimenti Usa e la creazione di nuovi posti di lavoro. Annunci che hanno sostenuto anche il titolo che ha archiviato la seduta infrasettimanale in rialzo dell’1,65% a un passo dalla soglia di 180 dollari, con una capitalizzazioen di mercato sopra i 900 miliardi di dollari.
“Non sorprende che anche i titoli tecnologici abbiano registrato performance positive nell’attesa che annunci simili vengano fatti anche da altre società statunitensi che hanno importanti somme di denaro all’estero”, commenta Michael Hewson, chief market analyst di Cmc Markets UK, aggiugendo che “nonostante tutte le critiche rivolte al presidente Trump, alla natura della sua presidenza e alle sue politiche economiche, sembra avere ottenuto ciò che voleva spingendo le compagnie statunitensi a reinvestire i loro profitti nell’economia Usa”.
Gli annunci post riforma fiscale Trump
Il big di Cupertino ha annunciato un piano per rimpatriare miliardi di dollari accumulati all’estero, sulla scia delle agevolazioni fiscali varate con la riforma fiscale di Donald Trump. La decisione, ha detto il colosso, si tradurrà in un contributo all’economia a stelle e strisce pari a 350 miliardi di dollari, nel corso dei prossimi cinque anni. E ha anche promesso di creare 20.000 nuovi posti di lavoro e di aprire un nuovo campus.
In una nota ufficiale il colosso tecnologico fondato da Steve Jobs ha rimarcato che “Apple è già responsabile della creazione e del supporto di oltre 2 milioni di posti di lavoro negli Stati Uniti e prevede di generare ancora più posti di lavoro a seguito delle iniziative annunciate ieri. Combinando i nuovi investimenti e l’attuale ritmo di spesa di Apple con fornitori e produttori nazionali – stimati in circa 55 miliardi di dollari per il 2018 – il contributo diretto di Apple all’economia degli Stati Uniti supererà i 350 miliardi nei prossimi cinque anni, esclusi i pagamenti delle imposte correnti di Apple, il gettito fiscale generato dalle retribuzioni dei dipendenti e dalla vendita di prodotti Apple”.
E Tim Cook, numero uno del gruppo dell’iPhone, ha sottolineato che “Apple è una storia di successo che sarebbe potuta avvenire solo in America”, aggiuggendo “Crediamo profondamente nel potere dell’ingegno americano e stiamo concentrando i nostri investimenti in aree in cui possiamo avere un impatto diretto sulla creazione di posti di lavoro e sulla preparazione al lavoro”. Sulle cifre, Apple prevede di pagare tasse per un valore di 38 miliardi per rimpatriare cash accumulato all’estero che dovrebbe ammontare a un valore complessivo di 250 miliardi.
E mentre la stagione delle trimestrali è entrata nel vivo negli Stati Uniti con i conti delle principali banche Usa, adesso si attendono i primi riscontri anche dai big tecnologici. Tra i più attesi proprio i numeri di Apple (quelli della stagione natalizia) che comunicherà i risultati del primo trimestre dell’esercizio fiscale 2018 il prossimo 1 febbraio. Secondo il consensus Bloomberg l’azienda di Cupertino dovrebbe registrare i ricavi pari a circa 86,5 miliardi di dollari (guidance società compresa tra 84-87 miliardi) e un utile per azione rettificato pari a 3,782 dollari.