Apple non delude: boom di utili nel trimestre, lanciato buyback da 100 mld$
Ancora un pieno di utili per Apple che batte le aspettative del mercato. Il colosso di Cupertino ha archiviato il secondo trimestre fiscale, concluso a fine marzo, con un utile netto pari a 13,82 miliardi di dollari dai 11,03 miliardi del corrispondente periodo nel 2017, mentre gli utili per azione (Eps) sono aumentati del 30% a 2,73 dollari. Crescita a doppia cifra per i ricavi che sono aumentati del 16% a 61,1 miliardi di dollari dai 52,9 miliardi di un anno fa. In entrambi i casi sono state battute le attese del mercato che si attendeva un giro d’affari di 60,9 miliardi e un Eps di 2,64 dollari ad azione. Numeri che hanno convinto il mercato: a Wall Street nell’after hours il titolo Apple è salito a 175,29 dollari (chiusura sotto 170 dollari a +2,32%).
“Si tratta del nostro miglior trimestre di marzo di sempre, con una forte crescita dei ricavi di iPhone, servizi e dispositivi indossabili”, ha dichiarato Tim Cook, numero uno di Apple, commentando i risultati trimestrali diffusi ieri sera a mercati americani chiusi. “I clienti hanno scelto iPhone X più di ogni altro iPhone ogni settimana nel trimestre di marzo, proprio come è accaduto a partire dal suo lancio nel trimestre di dicembre. Inoltre, abbiamo incrementato i ricavi in tutti i nostri segmenti geografici, con una crescita superiore al 20% nella Grande Cina e in Giappone “.
Di poco al di sotto delle aspettative degli analisti interpellati da Bloomberg le vendite degli iPhone che hanno raggiunto la soglia di 52,2 milioni di pezzi contro i 52,3 previsti. Positive anche le stime per il trimestre in corso: il gruppo fondato da Steve Jobs si attende un fatturato compreso tra 51,5-53,5 miliardi di dollari (consensus Bloomberg a 51,4 miliardi). Di fronte a queste risultati la società guidata da Tim Cook ha deciso di lanciare un programma di riacquisto di azioni proprie (buyback) da 100 miliardi di dollari e ha annunciato un dividendo trimestrale in crescita a 73 centesimi per azione da 63 centesimi.
“I timori di un rallentamento delle vendite di dispositivi in scia alle deboli vendite di chip da parte dei principali fornitori si sono dimostrate infondate, sebbene sia stato notato che il prezzo medio di vendita per il numero di telefoni venduti fosse inferiore alle aspettative a 728 dollari, suggerendo che la domanda per iPhone X non è stata così forte come avrebbe potuto essere, con i clienti che hanno optato per i modelli più economici”. Questo il commento di Michael Hewson, Chief Market Analyst di CMC Markets UK.
Trimestrali non sono sempre “garanzia di rilancio per gli indici”
“I risultati di Apple, arrivati dopo la campana, sono stati molto buoni, battendo le stime di profitti e ricavi, riportando una crescita di vendite iPhone del 16% (a/a) e il annunciando un sempre benvenuto piano di riacquisti di azioni proprie per ben 100 miliardi”, sottolinea Alessandro Balsotti di JCI Capital Limited. “Come abbiamo visto settimana scorsa, anche trimestrali eccellenti comunicate dalle corporation più seguite dal mercato non riescono più ad essere garanzia di rilancio per gli indici – sottolinea l’esperto -. È questo forse l’elemento di maggiore novità di questo nuovo e meno entusiasmante regime che caratterizza il 2018. Ed è anche quello che ci rende possibilisti sull’ipotesi che questa fase di consolidamento dopo il crollo di febbraio possa esaurirsi con una rottura ribassista“.
Secondo l’analisi di Balsotti, l’ostacolo principale ad una visione negativa, va ricordato, è rappresentato dalla ripartenza degli acquisti di azioni proprie (con l’embargo che va a terminare per le aziende che hanno già riportato), robusta fonte di supporto negli ultimi anni. Sarà interessante vedere se questo cambio di regime influenzerà anche questa dinamica, finora una certezza per chi insegue futuri apprezzamenti dei corsi”.