Appeal speculativo su Commerzbank, titolo +5% dopo rumor Ft. Che torna a citare UniCredit
Focus sul titolo Commerzbank, seconda banca tedesca quotata in Borsa, che balza di quasi il 5% avvicinandosi alla soglia dei 12 euro, dopo i rumor resi noti dal Financial Times. Fonti vicine al colosso bancario hanno riacceso l’appeal speculativo sull’azione, rivelando che il gruppo avrebbe reclutato Goldman Sachs e Rothschild, in merito a una eventuale operazione di M&A. Indiscrezioni su un takeover di Commerzbank erano circolate verso la fine di settembre, quando si era parlato anche di un dossier Commerzbank-UniCredit, riferendosi all’interesse della banca italiana nei confronti del gruppo tedesco. Contestualmente, tra i potenziali interessati era stato fatto anche il nome della francese BNP Paribas.
Stando a quanto emerge dall’FT, Commerzbank starebbe ora valutando con i due advisor finanziari possibili scenari di M&A: una fonte, in particolare, ha riferito al quotidiano britannico che Goldman e Rothschild non stanno lavorando tanto a una strategia di difesa da eventuali attacchi esterni quanto, piuttosto, stanno consigliando l’istituto partecipato dal governo tedesco su diverse opzioni.
Commerzbank viene considerata una preda allettante per le banche rivali, in quanto tra le banche più importanti che erogano prestiti alla rete di Pmi tedesche, che di fatto sono la colonna portante dell’economia tedesca. Un takeover del gruppo, che ha un valore di mercato di poco superiore ai 14 miliardi di euro, sarebbe l’accordo più grande nel settore bancario della Germania in più di un decennio, e potrebbe dare il via, secondo l’Ft, a una nuova fase di operazioni transfrontaliere tra le istituzioni finanziarie europee.
Riguardo a UniCredit, il vicepresidente Vincenzo Calandra Buonaura aveva freddato i rumor di un possibile interesse verso il gruppo, definendo le indiscrezioni “una bufala”.
Da segnalare che, come ha riportato Reuters in precedenza, un qualsiasi eventuale accordo tra Commerzbank e UniCredit richiederebbe il coinvolgimento dei governi di Roma e Berlino. Subito dopo i rumor di settembre, il ministero delle Finanze tedesco aveva tenuto a precisare di non avere alcuna fretta di vendere la propria quota: anche perchè, secondo alcune fonti, l’esecutivo pretenderebbe almeno 18 euro per azione Commerzbank, per evitare una perdita significativa sul proprio investimento.
Il titolo della banca ha riportato quest’anno un rally notevole, pari a +57%, sulla scia dei rumor e anche per le mosse del gruppo di private equity Cerberus, che ha acquisito una partecipazione del 5% negli ultimi mesi.
Tuttavia le quotazioni, che con il rialzo di oggi sono a un passo dai 12 euro, rimangono inferiori a quei 18 euro per azione che Berlino richiederebbe per smobilizzare la propria partecipazione. Partecipazione che, ai valori correnti del titolo, ammonterebbe a 2,2 miliardi di euro circa.
Allo stesso tempo, è stato lo stesso amministratore delegato di Commerzbank, Martin Zielke, a indicare in precedenza di non essere contrario a operazioni di fusioni bancarie. Tanto che il Financial Times riporta altre indiscrezioni secondo cui, in occasione di una conferenza privata con gli investitori organizzata da Bank of America, Zielke avrebbe detto di intravedere i presupposti logici per una fase di maggior consolidamento nel settore bancario tedesco.
Fonti vicine al dirigente hanno però anche precisato che Zielke guarderebbe alle operazioni di M&A anche con una certa cautela, in quanto consapevole delle richieste di capitali più severe che le autorità (in primis la Bce) presentano a carico delle istituzioni finanziarie più grandi.
Dopo un iniziale sbandamento seguito alla pubblicazione dei risultati di bilancio preliminari che la banca ha dovuto anticipare, a causa della diffusione per sbaglio di alcuni dati sensibili sul proprio sito, il titolo UniCredit sale nel pomeriggio dell’1,75%, a 17,42 euro.
UniCredit beneficia anche della nota di Fitch sui crediti deteriorati, da cui emerge che “Unicredit è stata la banca più attiva nello smobilizzo degli NPL”.
Allo stesso tempo, occhio all’avvertimento dell’agenzia di rating, che ha affermato che Unicredit, Intesa Sanpaolo, UBI Banca e MPS rischiano un taglio del rating in caso di mancata riduzione dei crediti deteriorati.