Apertura Borse oggi, 12 dicembre 2023: Europa in verde in attesa dell’inflazione Usa
Avvio all’insegna degli acquisti in Europa, con tutti i principali listini del Vecchio Continente che avviano le contrattazioni ancora sopra la parità. L’attenzione del mercato è focalizzata sull’agenda macroeconomica e sulle decisioni di politica monetaria delle principali banche centrali (Fed e Bce). Gli operatori continuano a dimostrarsi entusiasti dei dati in calo dell’inflazione, ma anche dell’indebolimento di alcuni dati macroeconomici, perché questo alimenta le speranze che la Fed inizi già a tagliare i tassi nella prima metà del 2024.
In questo contesto, continua a mantenersi tonica Wall Street, con l’indice S&P 500 che ha chiuso la seduta di ieri a quota 4.622 punti con un progresso dello 0,39% rispetto alla chiusura di venerdì (sesta settimana consecutiva di rialzi). Bene anche gli altri principali indici a stelle e strisce, con il Nasdaq Composite in rialzo dello 0,2%, mentre il Nasdaq 100 ha guadagnato lo 0,85%.
Questa mattina in positivo ma cautela sulle borse asiatiche con Tokyo (indice Nikkei) che chiude in rialzo dello 0,16%, mentre Shanghai con un progresso dello 0,4%.
Intanto, oggi si chiuderà Cop28, con i negoziati che proseguono per cercare una quadra sulla bozza dell’accordo finale che è stata proposta ieri dal presidente del meeting Sultan Al Jaber.
Ecco l’andamento dei listini e i principali temi della seduta odierna:
Panoramica sull’apertura delle Borse del 12 dicembre 2023
Indici Europa e Italia
L’indice Euro Stoxx 50 si trova al momento in rialzo dello +0,27%, mentre a Piazza Affari, l’indice Ftse Mib si trova al momento in progresso dello +0,30%, tornando così sopra i 30.500 punti.
In positivo anche il Dax tedesco (+0,15%), ma anche il Cac40 francese che si trova in leggero rialzo dello 0,27%, mentre l’Ibex35 spagnolo mostra un leggero calo dello 0,2%.
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul paniere principale di Piazza Affari, acquisti soprattutto sul comparto bancario con Banca Monte Paschi Siena, Banco Bpm e Banca Mediolanum.
Al contrario, vendite Telecom Italia, Iveco Group, Unipol e Pirelli.
Da seguire la seduta di Banco Bpm dopo la presentazione del nuovo piano strategico al 2026.
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Andamento Spread Btp / Bund
Sull’obbligazionario, in calo i rendimenti, con il decennale italiano che si mantiene sotto il 4% a quota 3,98%, mentre lo Spread Btp/Bund sostanzialmente stabile sotto i 177 punti base.
Negli Stati Uniti, il Treasury decennale (Tnx) si trova a quota 4,2%.
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Forex e Commodity
Sul Forex, l’euro/dollaro in calo in area 1,077, mentre il dollaro/yen scambia in area 145.
Tra le materie prime, continua la debolezza del petrolio, con petrolio Brent che si mantiene sotto area 77 dollari al barile, mentre il metallo giallo, dopo aver testato nuovi massimi storici ha ritracciato, con l’oro che si trova al momento a quota 2.000 dollari l’oncia.
Ancora in calo il gas naturale attorno alla soglia dei 36 euro al megawattora, con la debolezza causata dai numeri di stoccaggio superiori al previsto e dei timori che questo inverno sarà più caldo del normale.
Gli appuntamenti della settimana: occhi puntate sulle Banche centrali
Questa settimana sono attese le ultime riunioni di politica monetaria per il 2023 della Fed e della Bce. Con ogni probabilità sia la Fed (mercoledì) che la Bce (giovedì) manterranno invariati i tassi di interesse. La Fed pubblicherà anche le sue nuove previsioni economiche, che permetteranno agli investitori di confrontare le proiezioni dell’istituto con le aspettative dei finanziatori. Ma non solo, giovedì saranno attese anche le decisioni della Banca d’Inghilterra, della Banca nazionale svizzera e della Norges Bank.
Oggi sarà da seguire la pubblicazione alle 11:00 dell‘indice di sentiment Zew tedesco relativo al mese di dicembre, che potrebbe mostrare un’ulteriore ripresa anche se il quadro economico continua a restare depresso.
Oltreoceano, saranno da seguire anche i dati sull’inflazione normale e core relativo al mese di novembre. Da questo punto di vista, le attese (riportate da Bloomberg) indicano un rallentamento del dato principale al 3,1% dal 3,2% di ottobre, con l’inflazione core, e quindi al netto degli alimentari ed energia, è vista invariata al 4%.