Notizie Notizie Mondo Annuncio Trump contro Messico affossa il peso. Punto su azionario e forex: quanta paura hanno gli investitori?

Annuncio Trump contro Messico affossa il peso. Punto su azionario e forex: quanta paura hanno gli investitori?

31 Maggio 2019 10:10

La nuova minaccia che incombe sull’azionario globale ha il solito nome: quello di Donald Trump. Dopo aver innervosito i mercati in tutto il mese di maggio con l’escalation della guerra commerciale contro la Cina Trump è andato oltre, sferrando un forte attacco contro il Messico.

Con un annuncio postato su Twitter, il presidente americano ha reso noto che, “il prossimo 10 giugno, gli Stati Uniti imporranno un dazio del 5% su tutti i prodotti che arrivano nel nostro paese dal Messico”. La misura rimarrà in vigore “fino a quando non ci sarà uno STOP agli arrivi degli immigrati clandestini, attraverso il Messico, nel nostro paese. Le tariffe aumenteranno gradualmente fino a quando il problema dell’immigrazione clandestina non sarà risolto…” . 

I dazi imposti sui beni messicani potrebbero insomma salire ancora, addirittura fino al 25% entro il prossimo 1° ottobre, se la crisi dei migranti presso il confine Usa-Messico non dovesse essere risolta dal Messico.

Immediata la reazione dei mercati azionari, con la borsa di Tokyo che ha pagato soprattutto il forte calo dei titoli del settore auto. Diversi produttori giapponesi hanno infatti centri di produzione dislocati in Messico.

Male anche Piazza Affari, che assiste al calo di FCA. La questione Messico pesa dunque anche sul settore auto europeo, tanto che FCA ha ceduto anche oltre il 4 per cento in area 11,50 euro.

L’annuncio shock di Trump, secondo alcuni esperti, rischierebbe tra l’altro di deragliare il nuovo accordo Nafta siglato tra gli Stati Uniti, il Messico e il Canada, ribattezzato United States-Mexico-Canada Agreement, o USMCA.

Nel frattempo, il nuovo tassello aggiunto al domino dell’incertezza mette sull’attenti gli operatori. Il Messico ha accusato il colpo, con il peso messicano scivolato fino a -1,8% a 19,5950 per dollaro, al minimo degli ultimi tre mesi, ovvero dallo scorso 8 marzo.

Il cambio dollaro Usa-dollaro canadese sta salendo dello 0,31% circa, a CAD 1,3542, a conferma di come anche la valuta canadese abbia scontato i timori sul futuro del nuovo Nafta.

Tra l’altro, proprio ieri la Casa Bianca ha informato il Congresso Usa di aver avviato un iter per l’approvazione di una revisione del NAFTA decisa dal presidente Trump. Il vicepresidente Mike Pence, in un incontro a Ottawa con il premier canadese Justin Trudeau, ha comunicato che l’amministrazione Trump spera che il Congresso dia l’ok all’accordo “entro l’estate”.

Intervistata dalla Cnbc Daisuke Karakama, responsabile economista di mercato presso Mizuho Bank, ha fatto notare che “è il timing che sta innervosendo i mercati, visto che la notizia delle tariffe sul Messico è arrivata nello stesso periodo in cui gli Stati Uniti stanno imponendo dazi sulla Cina”.

Ciò che sta sconvolgendo i trader è che le varie novità relative alle tensioni commerciali, stanno arrivando in modo imprevedibile”. Come da evento in stile Black Swan, ovvero Cigno Nero, insomma, ha fatto notare Mark Cudmore, managing editor per Bloomberg Markets. Di conseguenza, fa notare Karakama, “la reazione del forex è piuttosto intensa, anche se poi si conferma di breve durata”.

Dal canto suo Tania Escobedo, strategist presso RBC Capital Markets, ha scritto in una nota che “imporre questo tipo di dazi non è ammesso in base all’accordo di libero commercio al momento in atto tra il Messico e gli Stati Uniti e stando alle regole generali del WTO. E’ probabile, però, che Trump risponda alle accuse affermando che la misura è legata a problemi di sicurezza nazionale, appellandosi così all’International Emergency Economic Powers ACT (IEEPA), che conferisce speciali poteri in caso di situazioni di emergenza”.

Grande beneficiario di questa rinnovata avversione al rischio, tra le valute, è lo yen, salito sia nei confronti del dollaro che dell’euro. Sul dollaro l’euro rimane piatto attorno a $1,1133, reduce da una perdita, questa settimana, pari a -0,60%, a causa anche dei timori legati anche al caso Italia e al rischio che ci sia un forte scontro sulla legge di bilancio del 2020 tra il governo M5S-Lega e la Commissione europea. La sterlina, che ha ceduto questa settimana quasi lo 0,8%, rimane poco mossa a $1,2612. La moneta paga le preoccupazioni sul rischio di una Hard Brexit, rinfocolate dopo le dimissioni della premier britannica Theresa May.

CMC MARKETS UK: QUANTO SONO SPAVENTATI GLI INVESTITORI? OCCHIO A ORO E PETROLIO

Così Michael Hewson, responsabile analista di mercato presso CMC Markets UK fa il punto della situazione in cui versano i mercati, presentando anche l’outlook giornaliero sui principali rapporti di cambio:

“Per la maggior parte di quest’anno gli investitori sono stati in grado di lasciare dietro di sé le preoccupazioni circa il contesto macroeconomico che li circonda e si sono concentrati invece sulla prospettiva di un esito positivo degli attuali colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina. Nelle ultime due settimane questa fiducia ha subito un colpo, poiché l’ottimismo su qualsiasi tipo di accordo a breve termine è scomparso, mentre crescono le prove che nessuna delle due parti stia cercando di fare marcia indietro a breve termine”.

“La minaccia di questa settimana da parte della Cina di limitare l’esportazione di terre rare è l’ultimo giro di lancette sul quadrante, dato che il paese controlla il 35% del mercato globale. Ciò ha significato che i mercati azionari hanno trovato un ulteriore rialzo molto più difficile da sostenere, in particolare dal momento che le tariffe cinesi su 60 miliardi di dollari di beni statunitensi sono destinate a prendere il via domani”.

“In un altro inaspettato sviluppo il presidente Trump ha annunciato che imporrà una tariffa del 5% su tutte le importazioni messicane dal 10 giugno a meno che il Messico non prenda misure per affrontare la crisi dell’immigrazione al confine tra Stati Uniti e Messico. Queste aumenterebbero in modo incrementale se gli Stati Uniti non fossero soddisfatti dei progressi compiuti, fino a un livello del 25% entro ottobre. Questo annuncio a sorpresa, che si presenta in seguito al recente accordo commerciale USMCA, è stato del tutto inaspettato e potrebbe far stravolgere l’intero accordo. Rende anche molto più difficile per i paesi dare fiducia agli impegni presi dagli Stati Uniti quando si tratta di negoziati commerciali se il loro Presidente può così facilmente sganciare una bomba a mano nel percorso di un accordo già concordato.

“I mercati statunitensi stanno iniziando a perdere colpi con la conseguenza che sembreremmo destinati a vedere i titoli azionari globali finire in ribasso questa settimana, oltre alle perdite che abbiamo visto la scorsa. Abbiamo assistito a un modesto rimbalzo per i mercati europei ieri, che sembra destinato a evaporare stamattina, mentre lo S&P 500 ha trovato supporto sulla sua media mobile a 200 giorni, tuttavia questo potrebbe essere solo un aggiustamento delle posizioni di fine mese, con le azioni destinate a chiudere il loro primo mese in negativo quest’anno. Nonostante tutto ciò è importante mantenere il senso della prospettiva; ed è vero che il sentiment è peggiorato, ma restiamo ancora ampiamente in territorio positivo per i mercati azionari quest’anno”.

Michael Hewson fa notare che “c’è stata una certa rotazione dalle azioni alle obbligazioni e il rimbalzo dei prezzi e la diminuzione dei rendimenti sono preoccupanti, tuttavia i prezzi dell’oro sono rimasti sottotono, il che suggerisce, per ora, che gli investitori non sono eccessivamente spaventati. Ciò potrebbe tuttavia cambiare se il Presidente degli Stati Uniti continuasse a spaventare gli investitori con la sua tendenza ad annunciare le sue decisioni politiche su due piedi da Twitter. Se i dati economici continuassero a deteriorarsi, o le tensioni commerciali peggiorassero ulteriormente, i mercati potrebbero iniziare a pagare ulteriori perdite. Per ora i mercati azionari sono ancora al di sopra dei loro principali livelli di supporto tecnico, tuttavia ciò potrebbe cambiare nei prossimi giorni. Un altro canarino nella miniera di carbone potrebbe essere il prezzo del petrolio che è scivolato bruscamente ieri, scendendo ai livelli più bassi in due mesi, nonostante le preoccupazioni geopolitiche sull’Iran, essendo cresciuto costantemente quest’anno grazie alle riduzioni della produzione dell’OPEC. Un forte calo della domanda potrebbe portare ad un eccesso di offerta se le preoccupazioni sul commercio portassero ad un rallentamento economico nei prossimi mesi”.

Ancora “le tensioni tra l’Italia e l’Unione Europea sul budget italiano non stanno aiutando in termini di fiducia degli investitori, tuttavia anche qui gli investitori vedono ancora un appetito decente per il debito italiano, se le aste delle obbligazioni di questa settimana possono essere considerate indicative. La sensazione sembra essere che la Commissione Europea difficilmente censuri l’Italia immediatamente visto che la Francia ha trasgredito in modo seriale le regole e farlo potrebbe benissimo far cadere l’intero edificio sulle loro teste, dato che il vice primo ministro italiano Salvini si sta preparando per una battaglia . È probabile che l’UE si tenga lontano dall’Italia fino a quando non saranno state completate alcune nomine chiave, in particolare dal momento che il presidente della Commissione europea Juncker, il presidente del Consiglio europeo Tusk e il presidente della BCE Draghi sono in uscita e devono essere sostituiti. Eventuali nuove nomine presidenziali potrebbero voler adottare un approccio diverso a un problema che ha il potenziale per essere un rischio esistenziale per l’intera area dell’euro”.

OUTLOOK VALUTE CMC MARKETS UK

EURUSD – i minimi recenti a 1.1110 rimangono il principale ostacolo a un passaggio verso l’area 1.1000. La tendenza rimane per un euro più debole finché resta sotto 1.1270, mentre abbiamo anche resistenza nell’area 1.1230.

GBPUSD – ieri è scivolato sotto a 1.2600 e sembra destinato a un nuovo test dei minimi quest’anno a 1.2430. dobbiamo tornare sopra i massimi questa settimana, così come il livello 1.2765 per un consolidamento e discutere per un ritorno al livello 1.2860 / 70.

EURGBP – continua a trovare supporto sopra la media mobile a 200 giorni a 0,8780, e finché ci riesce il rischio di una mossa fino a 0,8850 e un test dell’area 0,8920 rimane. Al di sotto di 0.8780 si può discutere di un ritorno all’area 0.8720.

USDJPY – l’area 109,10 / 20 ha funzionato come supporto decente nelle ultime due settimane. Finché resta sopra questo supporto chiave il rischio è di tornare al livello di resistenza di 110.70. Una mossa a 110.80 potrebbe essere indicativa di una mossa verso l’area 111.30. Una mossa al di sotto di 109,00 apre le porte all’area 108.20 / 30.