Anima: FSI acquisisce il 7,2% per 108,7 mln, ecco il parere degli analisti
Anima Holding spicca oggi tra le protagoniste di Piazza Affari, con un rialzo del 6,4% a 4,3 euro, dopo l’ingresso di FSI nell’azionariato con il 7,2% del capitale, a pochi giorni dalla presentazione delle liste per il rinnovo del Cda di Anima.
L’operazione è avvenuta attraverso una procedura di reverse accelerated bookbuilding condotta da Mediobanca per conto di FSI, ad un prezzo di 4,35 euro per azione, con un premio del 7,4% rispetto alla chiusura di ieri.
Il titolo Anima risale così ai livelli di giugno 2022, con volumi di scambio giornalieri 130 volte superiori alla media. Equita conferma il Buy con target price a 4,5 euro e Banca Akros alza il giudizio sul titolo ad Accumulate, sottolineando le prospettive di M&A nel settore bancario italiano.
I dettagli dell’operazione condotta da Mediobanca per conto di FSI
Mediobanca, in qualità di intermediario per conto di FSI (Fondo Strategico Italiano), ha concluso l’acquisto di 24.979.358 di azioni ordinarie di Anima, pari a circa il 7,2% del capitale sociale, attraverso una procedura di reverse accelerated bookbuilding rivolta a investitori qualificati e istituzionali esteri.
Il corrispettivo per l’acquisto delle azioni è pari a 4,35 euro per azione, per un esborso complessivo di circa 108,7 milioni. FSI ha specificato che non intende promuovere alcuna offerta pubblica d’acquisto nei prossimi 12 mesi.
Il razionale della mossa e le conseguenze sull’azionariato di Anima
L’operazione pone il Fondo Strategico Italiano, guidato da Maurizio Tamagnini, tra i soci di riferimento di Anima. L’azionariato della società di asset management vede Banco Bpm al 20,6%, Poste Italiane al 10,3% e i francesi di Amundi al 5,1%, seguiti da Caltagirone con il 3,2%.
La mossa di FSI, come evidenziano gli analisti di Equita Sim, “permette all’acquirente di entrare nel board di Anima, che è in via di rinnovo (la presentazione delle liste è attesa per il 24 febbraio) e di eleggere un consigliere”.
FSI e Poste, sottolinea Equita, arrivano così a detenere “una partecipazione superiore al 19%, vicina a quella di Banco Bpm, rafforzando il posizionamento dei soci italiani con forte peso ‘istituzionale’ e riducendo teoricamente le probabilità di un aumento nell’azionariato o di eventuali progetti ostili da parte di Amundi o Credit Agricole”. Ricordiamo infatti che quest’ultima è il primo azionista di Banco Bpm, con una partecipazione del 9,18%.
Milano Finanza sottolinea come il tema degli investimenti esteri in Italia nel settore bancario, nelle assicurazioni e nel risparmio gestito del Paese, così come del debito pubblico, sia da tempo sotto osservazione del governo. Lo stesso Mef, ricorda MF, è al lavoro sulla cessione di Mps, di cui detiene il 64%, con la banca toscana distributrice dei prodotti di Anima.
Banca Akros: “scommessa su M&A nel settore bancario”
Banca Akros ha migliorato la raccomandazione su Anima da neutral ad accumulate, mantenendo invariato il target price di 4,3 euro. La revisione del giudizio, sottolineano gli analisti, riflette il nuovo scenario che aumenta le speculazioni su possibili M&A attorno ad Anima, nonostante quest’ultima sembri essere adeguatamente prezzata dal mercato.
Per Banca Akros, infatti, la notizia di oggi “riapre la speculazione su possibili fusioni e acquisizioni, ben prima di quanto previsto in precedenza. Considerate le prospettive poco entusiasmanti per il prosieguo dell’attività, fatta eccezione per la remunerazione degli azionisti, riteniamo che questa mossa possa rappresentare una scommessa sul possibile rimpasto del sistema bancario italiano, con la creazione di un gruppo bancario più grande, che potrebbe arrivare a controllare Anima.”