Alphabet: balzo di utili e ricavi nel primo trimestre (ma salgono anche le spese e preoccupa il GDPR)
“Il GDPR rappresenta una novità per il grande Pubblico, non per noi”. Così il CEO di Google, Sundar Pichai, ha provato a rassicurare gli analisti preoccupati dall’entrata in vigore della General Data Protection Regulation, la nuova normativa europea in tema di tutela della privacy (che prevede sanzioni fino al 4% delle entrate in caso di violazioni). “Abbiamo iniziato a lavorare alle questioni relative la conformità della GDPR oltre 18 mesi fa e ci siamo impegnati molto”, ha detto Pichai nel corso della presentazione dei conti trimestrali.
I numeri dei primi tre mesi sono risultati sostanzialmente in linea con la tradizione di Google: a un boom dei ricavi da inserzioni si è accompagnato un balzo delle spese. Il fatturato, salito a 31,15 miliardi (+26%, 30,3 la stima degli analisti) è stato spinto dal +20% dell’advertising, cresciuto a 26,6 miliardi, mentre la voce “altri ricavi” (tra cui troviamo il cloud e le vendite di hardware) è passata da 3,2 a 4,3 miliardi.
Ma un aumento particolarmente marcato, +35% a 6,3 miliardi, è stato registrato anche dai TAC, i Traffic Acquisition Costs versati a siti e società terze che dirigono traffico a suo vantaggio. Triplicate inoltre, da 2,5 a 7,3 miliardi di dollari (erano 4,3 miliardi nel quarto trimestre), le spese in conto capitale. Il direttore finanziario Ruth Porat ha spiegato che gran parte dell’incremento è riconducibile a due operazioni: l’acquisto del Chelsea Market a New York e le spese legate all’implementazione dei cavi sottomarini.
Per quanto riguarda l’ultima riga di conto economico, l’utile è balzato di oltre 70 punti percentuali, 73 per la precisione, a 9,4 miliardi di dollari. Ad innescare l’incremento maggiore dal quarto trimestre 2009, è stata la modifica di alcune regole per la contabilizzazione delle partecipazioni. In particolare, la quota in Uber, acquistata nel 2013 per 377 milioni di dollari, al momento, stando ai calcoli di Ross Sandler di Barclays, varrebbe quasi 10 volte tanto. Il risultato per azione si è portato a 9,93 dollari, ben al di sopra dei 9,28 dollari attesi dagli analisti.
Il titolo, dopo un balzo iniziale di quasi 5 punti percentuali, ha ritracciato gran parte dei guadagni e nel pre-mercato sale dello 0,6%.