Alert Turchia: rumor timori Bce per banche europee, FT cita UniCredit. Yapi Kredi, spina per Mustier?
Crisi Turchia, esplode la preoccupazione per le banche europee, in particolare per l’esposizione che gli istituti hanno nei confronti del paese. L’FT riporta alcune indiscrezioni, secondo cui la Bce temerebbe per l’effetto domino che la grave crisi potrebbe produrre sul settore bancario dell’area euro.
Motivo? Negli ultimi anni sono state diverse le banche europee che hanno puntato sulla Turchia: ciò significa che le stesse vantano crediti nei confronti del paese che tuttavia, a causa del tonfo continuo della lira turca, potrebbero non essere più rimborsati.
Il timore è che diversi debitori non abbiano messo in atto nessuna misura per proteggersi dal collasso della valuta e, dunque, che non ripaghino più i prestiti contratti in valuta estera. Prestiti che incidono sul 40% degli asset totali del sistema bancario del paese.
Il report dell’FT fa i nomi di quelle banche che sono particolarmente esposte verso il paese: tra di esse c’è anche l’italiana UniCredit, mentre le altre sono la francese BNP Paribas e la spagnola BBVA. Gli smobilizzi attaccano così gli istituti citati e a Piazza Affari perdono terreno anche altre banche, trascinando al ribasso i principali listini.
UniCredit è presente in Turchia con una quota in Yapi Kredi Bankasi AS, banca nazionale che fa parte di un impero bancario presente in più di 14 paesi, e che serve 25 milioni di clienti.
La banca guidata da Jean-Pierre Mustier ha iniettato in Yapi Kredi altri finanziamenti meno di quattro mesi fa, nell’ambito di un piano di aumento di capitale dell’istituto turco. La quota in Yapi Kredi è stata acquistata da UniCredit nel 2005, insieme al partner locale Koc Holding.
All’inizio di questa settimana, è stato lo stesso AD di UniCredit Jean-Pierre Mustier a sdrammatizzare gli effetti della crisi turca sugli utili di UniCredit, definendo l’impatto dei movimenti della lira “molto contenuto” e non risparmiando parole di apprezzamento per la divisione. UniCredit, ha detto Mustier nella conference call dello scorso 7 agosto, “è in Turchia nel lungo termine”.
Riguardo al rischio contagio della Turchia sulle banche europee, da segnalare che, secondo un rapporto della Banca dei Regolamenti internazionali le banche spagnole vantano un credito nei confronti della Turchia pari a $83,3 miliardi, quelle francesi di $38,4 miliardi e quelle italiane di $17 miliardi.
Facendo gli opportuni calcoli in euro, l’esposizione delle banche italiane è calcolata in quasi 15 miliardi di euro, 16 miliardi se si considerano le garanzie. La Spagna è esposta per 71 miliardi, la Francia per 33 miliardi. Complessivamente, l’esposizione totale delle banche internazionali verso la Turchia è di 264,9 miliardi di dollari.
A capitolare oggi non è soltanto la lira, che è crollata al nuovo minimo record nei confronti del dollaro con un tonfo del 13%, ma anche i bond bancari turchi.
In particolare quelli emessi proprio da Yapi Kredi e da Halbank sono capitolati già nella sessione di ieri ai minimi storici, con il calo della lira che ha alimentato i timori degli investitori sull’erosione dei capitali delle banche.
Stando ai dati di Tradeweb riportati da Reuters, il bond di Yapi Kredi con scadenza nel 2026 è sceso fino al minimo di 77,4 centesimi.
Non per niente, Goldman Sachs ha affermato che Yapi Kredi detiene i livelli di capitali più deboli di tutte le principali banche turche.