Agenda mercati: trimestrali banche in arrivo, inflazione Usa per sciogliere dubbi Fed
Chiusa la prima settimana di ottobre con la sorpresa del mercato del lavoro statunitense , i mercati si preparano a una nuova ottava densa di spunti, in arrivo soprattutto dagli Stati Uniti. Su tutti inflazione americana e stagione delle trimestrali. Vediamo i principali appuntamenti.
Inflazione, nuovo dato per la Fed
Inflazione statunitense in primo piano nella settimana che prende il via lunedì 9 ottobre. Il Cpi americano verrà diffuso giovedì e secondo il consenso degli economisti raccolto da Bloomberg si dovrebbe registrare un lieve rallentamento sia sul dato primario (3,6% da 3,7%) che su quello base (4,1% da 4,3%). “Al momento gli inflation swap prezzano un valore leggermente più basso, pari al 3,54%”, segnalano gli strategist di Mps Capital Services che ricordano l’appuntamento anche con l’inflazione in Cina (in uscita venerdì prossimo).
Banche centrali sempre in primo piano con i numerosi interventi in agenda di esponenti della Fed e Bce che prenderanno parte alla riunione annuale della Banca Mondiale e del Fondo Monetario in Marocco. In settimana è inoltre prevista la pubblicazione dei verbali delle ultime riunioni del Fomc (mercoledì) e della Bce (giovedì).
Torna a suonare negli Usa la campanella d’inizio della stagione degli utili trimestrali, con alcune tra le principali banche americane che annunceranno i conti del terzo trimestre. Tra queste JP Morgan, Wells Fargo, Citigroup. Tutte e tre comunicheranno i conti il prossimo 13 ottobre.
Mercato lavoro Usa così forte rappresenta un dilemma per la Fed
La settimana è stata mandata in archivio, come detto, con l’aggiornamento mensile dei dati sul mercato del lavoro americano. Nel dettaglio, a settembre le nuove buste paga del settore non agricolo (conosciute come nonfarm payrolls, Nfp) sono state 336 mila, quasi il doppio rispetto alle 170 mila del consensus di Bloomberg. Il tasso di disoccupazione si attesta al 3,8% (aspettative al 3,7%).
“Cifre che portano argomentazioni ai membri hawkish all’interno del FOMC per spingere per un nuovo rialzo dei tassi di interesse entro fine anno (le probabilità di un aumento nel meeting di dicembre sono salite al 40% secondo i calcoli del CME FedWatch Tool)”, segnala Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia sottolineando che il mondo del lavoro statunitense mostra ancora segnali di forza con una crescita dei nuovi impieghi ben al di sopra delle aspettative del consensus. “Crediamo che questo fattore possa spingere la Fed a effettuare un ulteriore rialzo dei tassi di interesse entro fine anno”, rimarca l’esperto ricordando che dal grafico dotplot pubblicato nell’ultimo meeting la maggior parte dei banchieri centrali del FOMC sembrano infatti convinti che un rialzo sia ancora necessario per raffreddare l’economia.
“Servono quindi dei dati per convincerli del contrario e potranno essere solamente le cifre sull’inflazione. Solamente un ulteriore calo delle pressioni inflazionistiche potrebbe persuadere i membri del Fomc a lasciare i tassi invariati“, conclude l’esperto.