Agenda della prossima settimana: riparte la earning season. Dati macro e banche centrali sotto i riflettori
Settimana particolarmente ricca di indicazioni quella che inizierà il prossimo 9 aprile. Riparte la stagione delle trimestrali a stelle e strisce, la prima post riforma fiscale di Trump, e gli analisti, secondo le stime elaborate da Thomson Reuters, si attendono utili ai massimi degli ultimi sette anni, +18,4% rispetto a un anno fa. Tra i big che venerdì prossimo diffonderanno i numeri del Q1 troviamo colossi finanziari del calibro di BlackRock, Citigroup, JP Morgan e Wells Fargo.
Indicazioni migliori delle stime potrebbero distogliere gli operatori dai venti di guerra in arrivo dal fronte commerciale. Uno degli effetti della crescente ondata di protezionismo potrebbe essere un incremento dell’inflazione più rapido del previsto e in quest’ottica saranno fondamentali le indicazioni in arrivo mercoledì dai prezzi al consumo a stelle e strisce, che dovrebbero confermarsi in aumento mensile dello 0,2%. L’ultimo aggiornamento in arrivo dal mercato del lavoro ha rilevato un aumento delle retribuzioni passato dal 2,6 al 2,7 per cento.
Sempre per quanto riguarda la prima economia, mercoledì sarà anche il giorno delle minute dell’ultimo meeting della Federal Reserve, quello in cui il costo del denaro è stato alzato dello 0,25 all’attuale 1,5-1,75 per cento. A meno di impennate dei prezzi, nel 2018 dovremmo assistere ad altre due strette. Restando in tema di banche centrali, giovedì focus sui verbali della riunione del Comitato Esecutivo della Banca Centrale Europea.
A marzo, per la prima volta in quattro mesi, l’inflazione di Eurolandia ha ripreso a risalire mettendo a segno un +1,4%, 30 punti base in più rispetto al dato di febbraio. Per la BCE, nella restante parte dell’anno il dato dovrebbe attestarsi all’1,5%. Fermo all’1% invece il dato “core”, quello che dal computo esclude le componenti più volatili, per il quale era stato stimato un rialzo all’1,1%.
Dalla Cina, mercoledì riflettori puntati sull’accoppiata prezzi al consumo e alla produzione, mentre venerdì focus sull’aggiornamento relativo la bilancia commerciale. Indicazioni sulla falsariga di quelle di febbraio, quando le esportazioni hanno messo a segno un tumultuoso +44,5% (oltre 3 volte il consenso), sono destinate ad aggravare lo scontro USA-Cina e quindi a spingere ulteriormente al rialzo la volatilità sulle piazze finanziarie.