Agenda della prossima settimana: banche centrali sotto i riflettori. Attenzione anche alle payrolls
Banche centrali, PMI britannici e payrolls statunitensi. Non c’è che dire, anche la settimana che inizierà il prossimo 3 settembre, quella del ritorno alla piena operatività dopo la pausa estiva, sarà caratterizzata da numerose indicazioni in arrivo dal fronte macroeconomico.
Martedì ad aprire le danze sarà la Reserve Bank of Australia che, stando alle stime, dovrebbe confermare il costo del denaro in quota 1,5%. Con il “cash rate” che non dovrebbe riservare sorprese, il linguaggio utilizzato dall’istituto con sede a Sydney sarà monitorato con particolare attenzione alla luce del difficile contesto che nei prossimi mesi attende l’economia australiana.
Benchmark che dovrebbe essere confermato all’1,5% anche da parte dei “cugini” della Bank of Canada che, stando al consenso degli operatori, dovrebbero varare la prossima stretta nel corso del meeting in calendario ad ottobre. Qualche operatore, complice la forza dell’economia, il crescente ottimismo su un accordo commerciale con gli Stati Uniti e la capacità di stupire gli operatori già messa in mostra dalla BoC, è convinto che già mercoledì prossimo potremmo assistere a un rialzo dei tassi.
Lo stesso giorno è in calendario anche la riunione del board della Riksbank, la banca centrale svedese. Complice l’incertezza politica che dovrebbe scaturire dalle elezioni del 9 settembre, che in settimana ha spinto la corona ai minimi da 9 anni nel cambio con la moneta unica, gli operatori iniziano a scommettere che l’istituto non toccherà i tassi per tutto il 2018.
Dal fronte dati macro, la prossima sarà la settimana degli indici PMI britannici e delle non-farm payrolls statunitensi. Per quanto riguarda la “Perfida Albione”, lunedì sarà la volta del PMI manifatturiero, martedì del dato relativo il settore delle costruzioni e mercoledì l’appuntamento è con il comparto servizi: nel primo caso il dato non dovrebbe far segnare variazioni di rilievo (da 54 a 53,9 punti), nel secondo è stimato un calo di quasi 1 punto (da 55,8 a 54,9) e nel terzo il consenso è orientato per un incremento da 53,5 a 53,9 punti.
Sull’altra sponda dell’Atlantico, come di consueto il primo venerdì del mese sarà dedicato alle indicazioni relative il mercato del lavoro: nel mese di agosto il tasso di disoccupazione dovrebbe essersi confermato in quota 3,9% mentre il saldo delle buste paga nei settori non agricoli è atteso positivo per 190 mila unità, contro le 157 mila di luglio.
In chiusura di settimana arriverà anche l’aggiornamento sul surplus della bilancia commerciale cinese, un dato particolarmente delicato in una fase cruciale delle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina: ieri il presidente Trump ha detto di voler mettere in campo dazi su altri 200 miliardi di dollari di “made in China”.