Accordo di principio Merkel-Schulz: euro al record in tre anni, Grande Coalizione lo blinderà contro crisi
Si tratta per ora di un accordo di principio, a cui faranno seguito dunque nuove trattative serrate tra i diretti interessati. Ma la notizia è un mal di testa in meno per l’Unione europea, visto che allontana la situazione di stallo nel paese tra l’altro motore dell’intera economia del blocco, ovvero in Germania.
La svolta – ieri Merkel aveva citato la presenza di “grandi ostacoli” alla formazione di un governo – è arrivata in mattinata, dopo una maratona durata tre giorni, che ha visto da un lato il CDU della cancelliera tedesca Angela Merkel e dall’altro i socialdemocratici di Martin Schulz.
L’accordo è stato trovato ed è praticamente una nuova edizione della “Grande Coalizione”.
Il progetto mira inoltre a rafforzare l’Europa: “Desideriamo, in stretta collaborazione con la Francia, rafforzare e riformare in maniera sostenibile la zona euro affinché la moneta possa resistere meglio alle crisi globali”, si legge nel documento.
L’obiettivo è anche quello di “aumentare i contributi per l’Unione europea”.
Immediata la reazione dell’euro, che stava già salendo per le dichiarazioni più da falco della Bce arrivate ieri con la pubblicazione delle minute, e che subito dopo la notizia è volato al massimo in tre anni, al record dal dicembre del 2014, oltre la soglia di $1,21.
Alla fine il timore di tornare alle urne ha così prevalso, con i cristiano democratici di Merkel che hanno aperto ai diktat dell’Spd, partito che tra l’altro aveva escluso categoricamente, subito dopo il voto, la formazione di una nuova alleanza con i centristi.
E invece evidentemente il compromesso è stato raggiunto, nei negoziati a cui ha partecipato anche Horst Seehofer, leader del partito gemello bavarese del CSU.
Alcuni analisti sottolineano tuttavia che brindare all’intesa potrebbe essere prematuro, dal momento che l’eventuale lancio delle trattative formali dovrà ricevere prima di tutto il via libera dell’Spd, nel corso della conferenza del partito che si terrà a Bonn il prossimo 21 gennaio.
Non solo: l’accordo a tre dovrà essere ratificato dai 400.000 membri del partito socialdemocratico, molti dei quali avevano espresso più di una riserva alla prospettiva di ripetere nuovamente l’asse CDU-Spd.
La Germania rimane per ora intrappolata nella paralisi politica, nata dopo le elezioni dello scorso 24 settembre, che hanno decretato il peggior risultato dal 1949 sia per i conservatori che per l’Spd.
Naufragata l’ipotesi di una soluzione giamaicana – ovvero di un accordo tra i cristiano democratici di Cdu, i liberali di Fdp e i Verdi (Die Gruenen) i cui colori, insieme, formano quelli della bandiera giamaicana – Merkel è stata costretta a corteggiare la sinistra e a optare per la Grosse Koalition.
L’accordo sarebbe stato raggiunto soprattutto sulle questioni cruciali: immigrazione e tasse.
Martin Schulz ha parlato di un “risultato eccezionale” per la creazione di un governo che si focalizzerà su “un contratto di governo” sullo stato sociale, attraverso all’aumento degli aiuti a favore delle famiglie, e agli investimenti nel sistema della formazione.
Così il premier italiano Paolo Gentiloni su Twitter:
“L’intesa tra Merkel e Schulz getta le basi per un governo di coalizione in Germania. Una buona notizia per l’Europa”.
La cancelliera Angela Merkel ha salutato l’accordo di principio parlando di un “nuovo inizio” per l’Europa, annunciando di avere incaricato il partito di “dare il via ai colloqui per la formazione di un Governo stabile”.