UniCredit torna in utile nel I trimestre con numeri che stracciano le stime. Orcel al lavoro su piano rilancio
Il mercato brinda ai conti di UniCredit, che hanno messo in evidenza il ritorno all’utile della banca nei primi tre mesi del 2021, a un ritmo tra l’altro decisamente migliore di quanto previsto: l’utile netto incassato, pari a 887 milioni di euro, segue il forte passivo di 2,7 miliardi dei primi tre mesi del 2020 e la perdita di 1,2 miliardi del quarto trimestre.
Il titolo UniCredit schizza in Borsa, balzando del 5%: gli investitori guardano con attenzione anche alle dichiarazioni che l’AD Andrea Orcel potrebbe rilasciare in merito a eventuali operazioni di M&A.
Dal bilancio si apprende che la review strategica di UniCredit è già partita. La banca ha comunicato, infatti, che “la review strategica avviata successivamente all’insediamento del nuovo Amministratore Delegato (Andrea Orcel) e del nuovo Consiglio di Amministrazione sarà portata a termine nel secondo semestre 2021 e verrà comunicata ai mercati in un Capital Markets Day”.
Ci vorrà dunque, come d’altronde anticipato dagli analisti, un po’ di tempo prima di conoscere la nuova UniCredit targata Orcel, prima di capire, dunque, il ruolo che intende rivestire nel risiko bancario italiano (e dunque se vuole davvero diventare il cavaliere bianco di Mps o magari puntare su Banco BPM).
E ci vorrà tempo, in generale, perché UniCredit concretizzi quei cambiamenti che il nuovo ceo – insediatosi ufficialmente in Piazza Gae Aulenti lo scorso 15 aprile, insieme al presidente Pier Carlo Padoan, dopo l’ok dell’assemblea degli azionisti al nuovo cda post Mustier – intende avviare per rilanciare la banca.
Per ora, il bilancio del primo trimestre dell’anno sembra un buon punto di partenza.
Il banchiere romano ha parlato di “un significativo utile netto trainato da un notevole aumento delle commissioni e delle attività di negoziazione, un costo del rischio contenuto per effetto della stagionalità supportato da riprese di valore, e una continua disciplina dei costi: tutto ciò – ha precisato Orcel -ha più che compensato l’impatto di condizioni di mercato ancora sfavorevoli per il margine di interesse. Voglio esprimere la mia gratitudine nei confronti di tutto il team per il duro lavoro e la determinazione che hanno portato a questo risultato positivo”.
Orcel riconosce la nota stonata del margine di interesse, a causa del contesto dei tassi ai minimi storici di mercato, e l’outlook su questa voce di bilancio non è dei migliori:
“A seguito delle decisioni prese in passato in termini di propensione al rischio – sottolinea l’AD – il margine di interesse continuerà probabilmente per un certo periodo ad affrontare condizioni di mercato sfavorevoli anche rispetto ai concorrenti e in futuro, potremmo anche non beneficiare nella stessa misura dei fattori che hanno positivamente compensato questo trimestre”.
Orcel ha rimarcato anche la necessità che trascorra del tempo prima di vedere una nuova UniCredit:
“Avremo bisogno di tempo per rilanciare e rafforzare il business, passando da una fase di ridimensionamento a una caratterizzata da una crescita disciplinata della redditività e da una creazione di capitale sana ed organica. Rafforzeremo la centralità del cliente in tutto ciò che faremo. Realizzeremo una maggiore integrazione della tecnologia nelle nostre attività e semplificheremo il nostro modo di lavorare rimuovendo gli ostacoli che ci impediscono di fornire ai nostri clienti un servizio adeguato. Abbiamo bisogno di tempo per garantire che i cambiamenti che abbiamo in mente vengano apportati, sempre nel miglior interesse a lungo termine del nostro business, mentre noi siamo già impegnati a valutare, rivedere e sviluppare un piano che determinerà la nostra strategia per i prossimi anni”.
Utili netti di 887 milioni su ricavi per 4,7 miliardi
Veniamo a quanto emerso dal bilancio di UniCredit relativo al primo trimestre:
L’utile netto contabile è stato pari a 887 milioni, mentre i ricavi sono saliti del 7,1% su base annua a €4,7 miliardi nel I trimestre, con la crescita delle commissioni (+4,3% su base annua) e delle attività di negoziazione (+466 milioni su base annua) che ha ampiamente compensato il calo del margine di interesse (-12,6% su base annua).
Su base trimestrale, il margine di interesse è sceso del 3,1% a €2,2 miliardi, scontando per l’appunto i tassi sui finanziamenti condizionati dai tassi di mercato più bassi, dalla concorrenza e dai prestiti garantiti dallo Stato in Italia.
A sostenere i ricavi sono state le commissioni, pari a €1,7 miliardi, in rialzo del 4,3 per cento a/a, il più alto livello raggiunto da oltre cinque anni.
Hanno aiutato il giro d’affari anche i proventi da attività di negoziazione, pari nel primo trimestre a €639 milioni, in rialzo di €466 milioni su base annua.
I costi operativi sono stati di €2,4 miliardi, in calo del 3,1% su base annua. Grazie agli effetti positivi derivanti dalle significative riduzioni operative, il rapporto costi/ricavi si è attestato al 51,5 per cento, il più basso in oltre un decennio”.
Guardando in avanti, i “costi totali per l’anno fiscale 2021 sono attesi in linea rispetto ai livelli dell’anno fiscale 2019”.
Sul fronte dividendi, nel 2021 la distribuzione ordinaria è pari a €447 milioni, la distribuzione in contanti di €268 milioni è stata pagata il 21 aprile 2021, e la distribuzione tramite riacquisto di azioni proprie di €179 milioni, approvata da BCE e Assemblea degli Azionisti, dovrebbe essere completata entro la fine del terzo trimestre.
In aggiunta, l’Assemblea degli Azionisti ha approvato in aprile una distribuzione straordinaria da eseguirsi non prima del 1° ottobre 2021 per un importo di €652 milioni, interamente sotto forma di riacquisto di azioni proprie, soggetto ad approvazione della BCE.
La combinazione di queste distribuzioni ordinaria e straordinaria per una somma totale di €1,1 miliardo sarebbe pari a un rendimento totale di circa il 6 per cento per l’anno fiscale 2021. Si conferma la politica di distribuzione ordinaria del 50 per cento dell’utile netto sottostante, con il 30 per cento tramite dividendo in contanti.
Utile netto 888 milioni straccia stime, sorprendono commissioni
Equita SIM commenta i risultati di bilancio di UniCredit, mettendo in evidenza le varie voci di bilancio che hanno battuto le stime degli analisti. Risultati “nettamente superiori alle attese grazie a commissioni, trading e minore costo del rischio”.
Basti considerare che l’utile netto incassato, pari per l’appunto a 887 milioni di euro, ha praticamente più che doppiato le stime sia di Equita, pari a 415 milioni, che del consensus, pari a 413 milioni.
Riguardo al trend del NII, ovvero del margine di interesse, gli analisti della SIM milanese ne hanno messo in evidenza il calo, avvenuto sia su base trimestrale che annua, causa “effetto giorni, tassi di mercato più bassi, debole domanda di credito”.
“Sorprendono invece positivamente le commissioni a 1,689 miliardi (+12% QoQ), e +10% rispetto alla nostra stima – si legge ancora nel report della SIM – grazie all’andamento delle commissioni su investimenti che hanno beneficiato dell’aumento della raccolta gestita e dei volumi medi (AUM +17% YoY, AUC +25% YoY). I ricavi da trading sono stati anch’essi decisamente superiori alle stime, pari a 639 milioni rispetto ai 364 milioni attesi.
Inoltre, “sotto la linea operativa, si segnala un costo del rischio estremamente contenuto a 15 punti base, rispetto ai ben 51 punti base attesi”.
A tal proposito, guardando in avanti, UniCredit prevede per l’anno fiscale 2021 un costo del rischio sottostante di Gruppo al di sotto di 60 punti base.
Equita plaude anche al CET1, che “si conferma molto solido al 15,9% (+78 punti base a livello trimestrale), mentre l’asset quality è in “leggero peggioramento con NPE Ratio in aumento dal 4,5% al 4,8% e gli UTP lordi in crescita del 6% QoQ”.
In particolare, la banca ha annunciato con il comunicato sugli utili che “i crediti deteriorati lordi nel portafoglio Non Core di UniCredit al 31 marzo 2021 sono stati pari a €3,6 miliardi, in calo di €0,1 miliardi in linea con l’andamento del primo trimestre stagionalmente poco dinamico”, sottolineando che “è confermato il target di completo azzeramento entro il 2021”.
L’outlook 2021 su utili, fatturato, costo del rischio
Il target di utile netto sottostante per il FY21 è atteso sostanzialmente in linea con la precedente guidance, ovvero superiore ai 3 miliardi di euro, meglio della stima di 2,4 miliardi di Equita SIM e di quella del consensus, pari a 2,2 miliardi.
I ricavi, sempre dell’anno fiscale 2021, sono attesi sostanzialmente in linea con il consensus (17,2 miliardi, rispetto alla stima di Equita di 17,5 miliardi), rivedendo al ribasso la precedente indicazione di c.17,7 miliardi.
In particolare, scrive Equita nel commento dei risultati di UniCredit:
- Il NII, ovvero il margine di interesse: potrebbe continuare ad essere influenzato da condizioni sfavorevoli fino a quando non si verificherà una ripresa economica sostenuta.
- Le commissioni dovrebbero beneficiare della conversione dei depositi in AUM, se le condizioni di mercato rimarranno favorevoli.
- Il costo del rischio è atteso sotto 60bps (vs previsioni di70 punti base e nostra stima di 73 punti base).