UniCredit ed esposizione verso Russia: dopo i sell scatenati arriva anche downgrade S&P sulla controllata
Tempi difficili per Andrea Orcel, che deve fare i conti con l’esposizione che UniCredit ha nei confronti della Russia.
Dopo i capitomboli delle ultime sedute è arrivata l’ennesima notizia che ha gelato la banca italiana, o meglio, la controllata russa della banca italiana, per mano di S&P Global Ratings: l’agenzia di rating made in Usa ha diramato una nota, successiva a quella con cui lo scorso 25 febbraio, all’indomani dell’attacco all’Ucraina lanciato da Vladimir Putin, ha tagliato il rating sul debito sovrano della Russia.
Con la nuova nota, S&P ha annunciato di aver tagliato i rating sui debiti di lungo e breve termine di alcune banche russe:
si tratta di Raiffeisenbank AO, di UniCredit Bank AO, di Gazprombank JSC, così come di Alfa-Bank JSC e della sua holding ABH Financial.
In particolare, il rating di UniCredit Bank AO è stato abbassato a BB+/Watch Neg/B dal precedente “BBB-/Stable/A-3”.
Il titolo UniCredit ha pagato in modo significativo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, arrivando a capitolare, a un valore inferiore del 23% dall’inizio della guerra. Semore dall’inizio del conflitto di giovedì scorso 24 febbraio, Intesa SanPaolo ha perso il 19%. Dai massimi di febbraio, UCG ha perso il 29% e Intesa il 25%. Ieri il tonfo di UniCredit e di altre banche italiane è stato provocato dalla decisione di Stati Uniti, Europe e paesi alleati di estromettere alcune banche russe dal sistema SWIFT.
Così prosegue la nota di S&P:
“Abbiamo anche messo in CreditWatch con implicazioni negative i nostri rating sulle istituzioni finanziarie russe (le quattro elencate sopra), le loro emissioni di debiti, le sussidiarie e le loro entità collegate, dal momento che riteniamo che queste entità facciano fronte a rischi economici e geopolitici in aumento. Il CreditWatch sul nostro rating applicato alle sussidiarie riflette la probabilità che un calo potenziale del merito creditizio delle società madri scateni effetti domino negativi sulle entità stesse“.
Ancora, l’agenzia di rating ha reso noto che “il downgrade che ha colpito le quattro banche e una holding collegata segue il taglio dei nostri rating sui debiti sovrani (espressi in valuta straniera) della Russia, a ‘BB+/B’ da ‘BBB-/A-3’, e dei nostri rating in valuta locale (rubli) a ‘BBB-/A-3’ da ‘BBB/A-2’; tutti i rating sovrani – viene rimarcato – sono stati posti in CreditWatch negative”.
S&P motiva la decisione con il fatto che “l’escalation delle tensioni tra la Russia e l’Ucraina, le operazioni russe in Ucraina e l’ampliamento delle sanzioni contro la Russia possano finire per scatenare condizioni che destabilizzerebbero l’economia e il sistema finanziario della Russia”.
Viene ricordato che “Stati Uniti ed Unione europea hanno annunciato sanzioni che vietano di fare affari con diverse banche e loro controllate, e che hanno introdotto restrizioni su molte altre, incluse le restrizioni applicate sulle operazioni con la Banca centrale russa”.
“Queste (sanzioni e restrizioni) – scrive l’agenzia – potrebbero frenare le prospettive di crescita della Russia nel lungo termine e, potenzialmente, rendere il paese meno attraente per gli investitori nel medio-lungo termine. Comprendiamo che potrebbero essere contemplate anche ulteriori sanzioni, che potrebbero limitare ulteriormente l’accesso della Russia all’economia e ai mercati finanziari, e danneggiare dunque il suo settore finanziario”.
Guardando al caso specifico di UniCredit in Russia, sul sito di Piazza Gae Aulenti si legge che “in Russia, il Gruppo è rappresentato da AO UniCredit Bank, una banca commerciale operante in Russia dal 1989. UniCredit Bank ha 70 filiali nel Paese e risulta al 14° posto per attivo totale sulla base dei risultati del 2021 (Interfax-CEA). La banca trae beneficio dalla sua posizione di forza nel segmento corporate e ha attività retail sostenibili”.