UniCredit, Orcel stupisce il mercato: dopo flop con Mps guarda alla russa Otkritie Bank
Archiviato il dossier Mps, dopo il flop delle trattative con il Mef per l’acquisizione di un perimetro di asset del Monte dei Paschi di Siena, UniCredit guarda con il suo ceo Andrea Orcel alla Russia, in particolare a Otkritie Bank. E’ quanto ha riportato Bloomberg, citando fonti vicine al dossier, secondo cui Piazza Gae Aulenti potrebbe avviare la due diligence sull’istituto già in settimana.
Bloomberg scrive che “la banca italiana ha ingaggiato un consulente per esaminare i libri del gruppo che ha sede a Mosca, prevedendo di completare la revisione entro le prossime settimane, secondo quanto riportato dalle fonti, che hanno chiesto di non essere identificate”.
Le indiscrezioni sulla mossa russa di Orcel sono state riportate anche dall’agenzia di stampa Reuters, che ha ricordato come Otkritie sia alla ricerca di compratori, più di quattro anni dopo essere stata salvata dallo Stato con una operazione di bailout.
Tra le banche più importanti della Russia e di rilevanza sistemica, Otkritie è stata nazionalizzata di fatto nel 2017, attraverso l’operazione di bail out più imponente di sempre in Russia, dopo essere collassata sotto una montagna di crediti deteriorati, molti dei quali legati a prestiti erogati ai suoi precedenti azionisti.
Gli analisti di Equita SIM riportano le indiscrezioni delle ultime ore nella loro nota odierna, ricordando che la “Banca Centrale Russa ha avviato in estate il processo di dismissione della propria partecipazione (100%) nella banca, che potrebbe avvenire attraverso la cessione a una controparte o attraverso Ipo“.
Vengono messi in evidenza i numeri di Otkritie:
“Sulla base dei dati relativi al primi nove mesi del 2021, Otkritie ha asset per € 45 miliardi (c.5% degli asset di UniCredit) e un patrimonio netto di 6,5 miliardi. La banca si caratterizza per una buona asset quality con un NPE Ratio del 6,1% e un elevato livello di coverage (95%). Dal punto di vista del capitale, il Tier 1 Ratio risulta pari al 14,4%. Otkritie ha chiuso i primi 9 mesi del 2021 con un utile operativo di 0,9 miliardi (+61% su base annua) e un margine di interesse di 0,7 miliardi (+94% su base annua), riportando un ROE > 15%”.
Secondo gli analisti di Equita SIM, “l’operazione (di acquisto dell’istituto da UniCredit) permetterebbe di incrementare in maniera significativa il peso della divisione Eastern Europe (stimiamo +80% a livello di bottom line divisionale) e avrebbe un peso considerevole sia sul fatturato (13%) che sugli utili di gruppo (c.+25%)“.
Detto questo, il rischio geopolitico non viene affatto ignorato, in un momento in cui, a fronte di una UniCredit interessata a crescere in Russia, altre banche straniere come Deutsche Bank hanno deciso di ridimensionare la loro presenza nel paese guidato da Vladimir Putin, per i ripetuti attriti tra Mosca e l’Occidente, culminati anche nell’imposizione di sanzioni.
Equita SIM puntualizza che, “per esprimere un giudizio sull’operazione, rimarrebbero da valutare i tassi di crescita degli utili della banca in una prospettiva di medio termine, i termini eventualmente concordati con la Banca Centrale Russa per l’acquisizione e la valutazione della banca target”. E precisa di credere che “un’operazione di questo tipo si caratterizzi da un rischio di execution non trascurabile (sebbene in parte mitigato dal fatto che UniCredit sia già presente nel paese), oltre ad aumentare in modo significativo l’esposizione ad un paese con un elevato rischio geopolitico”.
Di fatto, nella giornata di ieri, subito dopo la diffusione delle indiscrezioni, il titolo UniCredit non ha gradito la prospettiva di una espansione in Russia, arretrando a Piazza Affari dell’1,1%.
Nei primi scambi della seduta di Piazza Affari di oggi, il titolo cede di oltre il 2%, a fronte di un Ftse Mib che ha iniziato tonico la giornata.
Di UniCredit si è parlato in termini di M&A banche anche negli ultimi due giorni, sulla scia di rumor riportati inizialmente dal sito di finanza svizzero Inside Paradeplatz, rilanciate poi da Bloomberg, secondo cuiil presidente di Credit Suisse, Antonio Horta-Osorio, starebbe guardando sia all’Italia che alla Francia per trovare un potenziale partner per il colosso bancario elvetico.
L’ipotesi caldeggiata da Horta-Osorio sarebbe di una vendita di Credit Suisse o di una fusione.In Italia, l’attenzione di Horta-Osorio si sarebbe focalizzata per l’appunto su UniCredit e su Intesa SanPaolo.
In Francia, la candidata ideale a una ipotetica merger con Credit Suisse sarebbe invece, secondo il presidente, BNP Paribas.
Lo scorso 9 dicembre, Andrea Orcel, in occasione dell’UniCredit-Day, giorno cruciale in cui è stato presentato il nuovo piano strategico della banca, ‘UniCredit Unlocked’ – dopo flop delle trattative con il Tesoro per rilevare gli asset migliori di Mps – ha detto chiaramente che le operazioni di M&A si possono valutare se rispondono alla strategia della banca, aggiungendo che i criteri per stabilire una tale conformità sono “l’idoneità strategica, aiutarci nel Rote, negli obiettivi di distribuzione e rafforzare il business”.
Il Ronaldo dei banchieri ha sottolineato più volte che l’M&A non è, in definitiva, un must, quanto, piuttosto, un acceleratore della crescita.
Proprio alla fine di dicembre, Orcel ha commentato a Der Spiegel le indiscrezioni su un possibile interesse di UniCredit verso la seconda banca tedesca Commerzbank:
“Ci sono sempre stati rumors su questo argomento, ma la tempistica diventa fondamentale. Prenderemo sempre in considerazione opzioni strategiche di M&A se soddisfano criteri chiari, ma dobbiamo focalizzarci sulla realizzazione del piano strategico visto che non vogliamo deludere gli azionisti”.