UniCredit: Orcel pronto ad assediare Banco BPM con Opa ostile. Ma Castagna cerca rifugio in Credit Agricole
La crisi Ucraina affossa l’appeal dei titoli Banco BPM e di UniCredit, nel vortice delle indiscrezioni su una potenziale fusione orchestrata dal regista Andrea Orcel. Regista che non ha fatto ancora alcuna dichiarazione ufficiale sui piani che ha in cantiere per la banca guidata da Giuseppe Castagna. Di conseguenza Banco BPM, dopo essere volata sul Ftse MIb del 10% circa, si conferma nelle prime ore della nuova settimana di contrattazioni il titolo peggiore, con un crollo fin oltre -7%.
UniCredit è anch’essa tramortita dalle vendite, fino a -6%, così come tutte le banche italiane, in una seduta che vede il Ftse Mib affondare fino a -3,71% per i venti di guerra che soffiano sempre più forte e per la paura di una invasione sempre più imminente dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin.
Banco BPM e UniCredit dopo la prima ora di contrattazioni riducono comunque le perdite.
Al di fuori del listino principale, si mette in evidenza anche un altro titolo bancario che venerdì era schizzato al rialzo: Mps, che scivola di oltre -8% dopo il rally di oltre +7,5% segnato venerdì, successivamente alle parole del ministro dell’Economia Daniele Franco.
Di fatto, Franco ha riaccesso l’ipotesi di fusione per il Monte di Stato (di cui il Tesoro è azionista di maggioranza con una quota del 64%), scatenando i buy sulle azioni Mps che, in generale, e in una sola settimana, dopo l’uscita di scena di Guido Bastianini e l’arrivo di Luigi Lovaglio al timone, hanno guadagnato il 13% circa.
UniCredit-Banco BPM: dossier salva Mps, ostacolo politica a M&A
Andrea Lisi di Equita SIM commenta il dossier UniCredit-Banco BPM riassumendo prima i rumor circolati negli ultimi giorni: “A seguito delle indiscrezioni emerse su Il Messaggero di venerdì su un possibile interesse per Banco BPM, Unicredit ha specificato di continuare ‘a valutare tutte le opzioni strategiche disponibili’, di fatto non smentendo esplicitamente i rumors. Non è invece chiaro a che punto fossero le valutazioni, con alcuni giornali che riferiscono come UniCredit avesse intenzione di presentare alla Bce già nel weekend la documentazione per l’Opa. Un’eventuale mossa di UniCredit su Banco BPM si sarebbe prefigurata come un’OPA ostile, non essendo stata pre-concordata con il management di quest’ultima“.
Nella giornata di ieri, nonostante la mezza smentita del portavoce di UniCredit sempre di venerdì scorso, continuavano ad accavallarsi rumor su una possibile riunione del cda di UCG, convocato in via straordinaria per la serata di ieri, così come si parlava, anche, di banche d’affari pre-allertate.
Così Equita:
“Secondo alcune ricostruzioni – che ipotizzano la fuga di notizie attribuibile a fonti governative – un’aggregazione tra UniCredit e Banco BPM potrebbe essere avversata sul fronte politico, anche alla luce del mancato accordo tra il Mef e UniCredit sul tema Mps e su cui sia UniCredit che Banco BPM rimangono potenziali interlocutori”.
Le dichiarazioni del ministro Franco hanno confermato infatti tutta la volontà del Tesoro di provare a dare ancora in sposa a qualcuno Mps. “Negli scorsi giorni – ha detto Daniele Franco – il cda (del Monte) ha deciso all’unanimità un cambiamento nella gestione, è importante che MPS diventi più solida e continui a svilupparsi avendo a mente un futuro che potrebbe essere di una partnership. È assolutamente importante che si consolidi e mantenga le radici e un brand che è quello della più antica banca europea”.
Le dichiarazioni hanno provocato una vera e propria fiammata del titolo del Monte dei Paschi di Siena.
Tornano a UniCredit-Banco BPM, oltre all’ostacolo della politica ci sarebbero le remore del ceo di Piazza Meda Giuseppe Castagna. Intervistato da Radiocor Il Sole 24 Ore Plus a margine del Congresso Assiom Forex, in relazione ai rumor circolati nel fine settimana, secondo cui UniCredit di Andrea Orcel sarebbe interessato a Piazza Meda, Castagna ha voluto mettere in chiaro quello che pensa del titolo della banca che gestisce: sicuramente, a suo avviso, vale di più.
Alla domanda “Pensate di valere di più?” Castagna ha risposto, stando a quanto riportato dall’Ansa: “Certo, siamo appena usciti da un percorso di ristrutturazione. Abbiamo presentato un piano aggressivo. Abbiamo iniziato ad avere qualche riscontro ma pensiamo che il mercato non abbia pienamente riconosciuto quello che è il nostro percorso. Il mercato sta solo cominciando a riconoscere quello che è un percorso che ci porterà molto più avanti e risultati del 2021 dimostrano che siamo su un’ottima strada”.
Stando a quanto riportato dal Messaggero, il ceo di Banco BPM Giuseppe Castagna avrebbe inoltre avuto nuovi contatti con il ceo di Credit Agricole Italia Maioli in vista di una possibile business combination, una mossa difensiva a fronte dell’eventuale Opa di UniCredit. Credit Agricole è partner di Banco BPM nella JV nel credito al consumo Agos (39% BAMI – 61% Credit Agricole), oltre ad aver investito circa 300 milioni nell’acquisto da Banco BPM di Profamily nel 2019 (cessione del quinto). Considerando le partnership in corso (Agos) e la complementarità delle reti, l’ipotesi di una business combination avrebbe sicuramente senso dal punto di vista industriale. Questa creerebbe infatti il secondo gruppo bancario domestico con una quota di mercato nazionale superiore al 12% in termini di sportelli (BAMI 8% e Credit Agricole Italia 4%) davanti a UniCredit, con un forte presenza al nord Italia intorno al 16% e soprattutto in Lombardia, dove raggiungerebbe Intesa SanPaolo con una quota di mercato in area 20%. Rimarrebbe comunque da valutare come un’operazione di questo tipo possa essere strutturata e se possa prevedere o meno un premio per gli azionisti di Banco BPM, un’eventualità che sarebbe invece garantita da un’Opa ostile da parte di UCG. Le voci -conclude Lisi – mantengono chiaramente elevato l’appeal speculativo su Banco BPM”
Molti analisti ritengono Banco BPM, terza maggiore banca italiana per dimensioni, una soluzione molto interessante per UniCredit in quanto consentirebbe di crescere in regioni quali la Lombardia e di aggiungere segmenti redditizi alla propria attività. E comunque, prima ancora delle trattative avviate in via esclusiva tra il Mef e UniCredit per trovare una soluzione salva-Mps, tra le voci martellanti di mercati c’erano state anche quelle secondo cui Orcel avesse già preso di mira Banco BPM.