UniCredit, Orcel concede briciole di attenzione a Mps ma sogna già risiko in Ue. Voglia di M&A anche per Banco BPM
Andrea Orcel, numero uno di UniCredit, si conferma chiaro su molte cose, ma forse un po’ criptico su altre, soprattutto quando si tratta di Mps, ma anche di Banco BPM.
L’Orcel pensiero sull’efficacia delle operazioni di M&A (mergers & acquisitions, fusioni e acquisizioni), più semplicemente delle operazioni di risiko tra banche, è a grandi linee ormai noto: più di una volta, il Ronaldo dei banchieri ha sottolineato come l’M&A non è un must, non è dunque una parte imprescindibile per la crescita della banca che gestisce.
C’è stata certo la lunga parentesi del dossier Mps, prima solo vociferata, poi diventata ufficiale con l’inizio delle trattative ufficiali con il Tesoro, maggiore azionista del Monte di Stato con una partecipazione pari al 64%. Ma c’è stato poi il flop altrettanto ufficializzato delle trattative.
Da lì, come in ogni separazione e bisticcio, c’è stata la versione di Orcel – che ha parlato anche di “una diffidenza che da lungo tempo circonda qualsiasi operazione” su Mps, banca che viene “vista con timore di cedimento a logiche politiche” piuttosto che in base a logiche di mercato; ha fatto seguito la versione del Tesoro – con il ministro Daniele Franco che ha detto chiaramente che “non siamo disposti a cedere il Monte a qualsiasi prezzo”.
E come per ogni saga di Borsa che si ricordi, ci sono state le previsioni sul destino del Monte dei Paschi, il monito di Bruxelles, le rivelazioni più o meno shock su quanto era accaduto dietro le quinte, e gli alert vari sulle conseguenze che le mancate nozze tra Mps e UniCredit avrebbero avuto sull’Italia.
In questo lasso di tempo, UniCredit si è messa in evidenza diverse volte, prima con la presentazione di una trimestrale che ha battuto le attese su tutti i fronti, poi con l’attesissimo nuovo piano della nuova era di Andrea Orcel, che è stato presentato alla comunità finanziaria giovedì scorso, 9 dicembre: UniCredit Unlocked, un piano che ha ricevuto subito la benedizione dei mercati, degli strategist e anche dei sindacati; un piano che ha promesso di premiare gli azionisti di UCG con 16 miliardi di euro tra dividendi e buyback e, in cui, di nuovo, la parola M&A, o aggregazione, o fusione, non è stata certo la grande protagonista, se non quelle volte in cui Orcel è stato tallonato dagli analisti riguardo, ancora, al dossier Mps.
Banco BPM, Orcel (UniCredit): tutto è possibile, niente è possibile
Andrea Orcel è tornato a parlare ieri, in occasione del 126esimo Consiglio nazionale della FABI: così facendo, il mercato ha appreso ulteriori chiarimenti sul piano strategico di UniCredit e, di nuovo, anche su Mps e su Banco BPM. O meglio, il mercato ha cercato di apprendere qualcosa, visto che, per fare un esempio, nel caso di un possibile interesse di Piazza Gae Aulenti verso Banco BPM, Orcel ha così risposto:
tutto è possibile, niente è possibile, la priorità è il piano.
Su Mps, se fino a qualche settimana fa l’AD aveva parlato chiaramente di finestra chiusa, stavolta qualche briciola di attenzione l’ha concessa:
“Per me è estremamente importante che il Monte dei Paschi abbia molto successo, più successo ha e meno problemi ci sono per altri, se possiamo aiutare nei limiti del nostro ruolo lo faremo“, ha sottolineato il ceo di UniCredit.
Orcel ha ricordato anche che “con Mps eravamo a un bivio, si poteva non fare nulla oppure fare quello che è stato fatto, discutere con la controparte per un percorso che funzionava per entrambi. C’è stato un tentativo di farlo funzionare, ma nel percorso ci siamo resi conto che alcuni ostacoli erano difficili da sormontare, in modo costruttivo ne abbiamo preso atto e ci siamo separati”.
Mps, Orcel: ‘soluzione non deve essere per forza spacchettamento”
Detto questo, “lo spacchettamento (dunque lo spezzatino di Mps) non deve essere per forza la soluzione. La nostra soluzione andava a prendere l’intera banca commerciale”, ha sottolineato Andrea Orcel. E questo deve essere uno dei motivi alla base della buona performance, nella sessione odierna, anche del titolo del Monte.
Le quotazioni del Monte dei Paschi stanno beneficiando tuttavia anche dell’effetto “Eppur si muove’, si potrebbe dire, visto che il numero uno dell’istituto senese, Guido Bastianini, ha affermato che “tutto il management e tutto il cda stanno lavorando su un aggiornamento importante del Piano industriale per rivedere il perimetro del gruppo e cercare di lasciare al suo interno le componenti effettivamente redditizie”.
Il piano industriale di Mps, insomma, è in dirittura d’arrivo.
Riguardo al tema del risiko tra le banche, Bastianini ha sottolineato tra l’altro che, una volta terminato il processo di ristrutturazione in corso, Mps potrà “stare in piedi anche da sola, che non vuol dire che non si possa andare verso ipotesi di integrazione”, ma piuttosto valutare queste ipotesi partendo da “una posizione molto più solida rispetto a quella che si pensava qualche tempo fa”. Una sposa dunque un po’ più attraente all’occhio dell’eventuale compratore, se mai ci sarà.
UniCredit, Orcel e la frase che scatena scommesse di risiko Ue
Ma torniamo al numero uno di UniCredit, Andrea Orcel che, suo malgrado, a dispetto del suo mantra secondo cui per UniCredit l’M&A non sarebbe una priorità, ha riportato lui stesso sotto la lente dei mercati il tema del risiko delle banche.
“Se in futuro Unicredit avrà fatto bene il suo lavoro – ha detto infatti il ceo – tra 5 anni saremo in posizione di crescere maggiormente all’estero, per il momento siamo focalizzati sull’Italia”.
“L’Italia – ha ricordato Orcel – oggi è il 40% di Unicredit, è il mercato più importante, ma siamo già paneuropei. Vogliamo avere un grado di integrazione che porti la banca a essere un vero gruppo che può operare insieme, la tecnologia sta evolvendosi e permette di farlo, 5-10 anni fa era impossibile”.
Dunque? Il messaggio che i mercati hanno captato è stato il seguente:
M&A non necessario e indispensabile oggi e fino alla fine del piano UniCredit Unlocked. Poi, come ha detto Orcel, una operazione potrebbe essere possibile, non solo in Italia, ma anche all’estero, in particolare in Europa.
Prossima candidata del nuovo giro di rumor Banco BPM, il cui nome è stato tra l’altro menzionato come la vera preda ambita da Orcel -altro che Mps – più volte? Qui non si capisce il grado di interesse da parte dell’AD, che ha detto per l’appunto: tutto è possibile, niente è possibile.
Banco BPM: non posso escludere ripresa colloqui con Bper
Certo, a rinfocolare le scommesse su un risiko tra le banche italiane è stato anche Giuseppe Castagna, numero uno di Banco BPM, anche lui presente al Convegno della FABI:
“Ci piacerebbe creare un polo importante facendo aggregazioni con banche più delle nostre dimensioni. Siamo sul mercato, siamo quotati, se c’è qualcuno interessato si farà avanti, altrimenti andremo avanti e continueremo a cercare anche opportunità di abbinamento”.
Ma attenzione. Castagna non ha fatto il nome di UniCredit, ma di Bper, vista spesso in passato come probabile candidata a un deal con Piazza Meda:
“Non posso escludere” una ripresa dei colloqui tra Banco Bpm e Bper per un’eventuale fusione, ha detto Castagna, raccontando che già l’anno scorso “i colloqui effettivamente ci sono stati, ma solo conoscitivi, per capire se in un mercato che tutti vediamo piu’ consolidato, ci possa essere spazio per aggregazioni”.
Castagna ha fatto capire anche che tutto dipenderà dal futuro di Mps:
“Io penso che Mps sia stato un catalizzatore di questo aspetto, probabilmente si è perso un semestre in attesa di capire cosa sarebbe successo a Mps, così sarà anche il 2022, perchè capiremo bene il governo che intenzioni avrà e la Commissione europea che tipo di deroghe darà”.
Chiarito il fato del Monte, secondo il ceo “è inevitabile che in 12-18 mesi possa ripartire questo risiko bancario“.
E se fosse Banco BPM il cavaliere bianco ideale per la banca senese? Castagna ha frenato, ma neanche tanto:
“Vediamo ora che succede, mai dire mai, sono situazioni in grande evoluzione. Intanto Mps è stata in parte risanata, poi arriverà l’aumento di capitale” e a quel punto “vedremo le singole banche a che punto saranno” .
Bper: ma con Unipol già prenotata per Pop Sondrio?
Su Banco BPM-Bper ci sono tuttavia di mezzo le dichiarazioni rilasciate allo stesso convegno della Fabi dal numero uno di Unipol Carlo Cimbri.
Vale la pena ricordare che la compagnia assicurativa è maggiore azionista di Bper, con il 19%, e anche della banca valtellinese Pop Sondrio, di cui detiene il 9,5%
“La trasformazione della Popolare di Sondrio in Spa avverrà adesso – ha ricordato Cimbri – e il management ragionerà su quali alternative poter proporre ai suoi azionisti. La prima è di restare come sono e noi saremmo felici di accompagnarli in questo percorso”.
Ma “se dovessero cercare strade diverse, penso che Bper per continuità culturale e per le tante società prodotto che sono in comune sia uno degli interlocutori”. E quindi in questo caso Bper finirebbe fuori dall’orbita di Banco BPM per avvicinarsi a quella di Bper, sotto lo stesso tetto di Unipol.