Tutto sulla nuova UniCredit di Andrea Orcel. L’AD gioca la carta Italia, nessuna fretta su M&A
Mps e Banco BPM possono attendere, la priorità ora è l’Italia, con la riorganizzazione del business: Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit, è uscito finalmente allo scoperto, confermando le indicazioni de Il Messaggero, che aveva riportato anche le dichiarazioni del ceo. Nelle ultime ore, il Financial Times ha sottolineato in un articolo come la prospettiva di un matrimonio tra il Monte di Stato e UniCredit sia diventata meno probabile visto che il Tesoro, forse stufo delle richieste di Orcel, avrebbe deciso di battere in ritirata, gettando la spugna.
Fonti vicine al governo Draghi hanno riferito infatti che il Mef, principale azionista di Mps con una quota del 64%, reputerebbe le richieste dell’AD di Piazza Gae Aulenti troppo costose:
“La vendita di Mps a UniCredit, che è stata considerata fino a oggi l’opzione preferita, sembra essere stata accantonata”, ha detto una fonte. Quale destino si profila a questo punto per la banca senese? La lettera che Andrea Orcel ha mandato ai dipendenti è chiara.
UniCredit non vestirà per ora i panni del cavaliere bianco di Mps
Andrea Orcel non ha alcuna voglia di fare da cavaliere bianco a Mps, che comunque non viene mai citata:
“Al momento, voglio concentrarmi sulla nostra Banca, sulle risorse all’interno del nostro Gruppo: è lì che risiede il nostro vero valore, e per questo dobbiamo impegnarci per sprigionare il nostro potenziale. Come ho detto sin dall’inizio, le opportunità esterne rappresentano solo un acceleratore, ma è focalizzandoci sul nostro business, semplificandolo, ottimizzando e ridefinendo le nostre strutture che potremo veramente mettere i nostri clienti al centro di ciò che facciamo”.
Orcel lo ha scritto nero su bianco, dunque: “le opportunità esterne rappresentano solo un acceleratore”. Sempre che MPS venga poi considerata opportunità esterna e, da quanto trapela da diverse fonti, e non da ieri, non sarebbe affatto così:
UniCredit potrebbe accettare piuttosto una Mps spolpata di alcuni asset, al netto anche di tutti gli accordi di bancassurance e di credito al consumo che ha siglato con altre banche, che dovrebbero essere tra l’altro smantellati a costo zero per Piazza Gae Aulenti, diventando di conseguenza un’altra grana di Stato.
Lo aveva scritto due giorni fa il Messaggero nell’articolo “UniCredit, Orcel frena: nessuna fusione, prioritaria è l’Italia”:
“Si apprende inoltre che in una delle ultime interlocuzioni avute con il Tesoro, Orcel avrebbe fatto un’altra richiesta: lo scioglimento di tutti gli accordi in essere di Mps sulle società-prodotto senza penali per UniCredit”. Il riferimento, si leggeva nell’articolo del quotidiano, è agli accordi che vedono Mps in Compass (Mediobanca); Anima, società di gestione del risparmio facente capo a Bpm; e Poste.
Secondo l’AD di UniCredit, queste collaborazioni strategiche pesano infatti “sulla redditività senese” in quanto “riducono la possibilità di sinergie in caso di fusione”.
Ft:
La richiesta di Orcel è stata riportata anche dall’FT, nell’articolo Prospects dim for merger of UniCredit and state-owned rival MPS:
“il risultato è che l’opzione più probabile per Mps potrebbe essere quella di smobilizzare i suoi asset, e vendendo stessa pezzo per pezzo, hanno aggiunto (le fonti)”.
Tuttavia, scrive sempre il quotidiano britannico, un accordo tra UniCredit e il Tesoro potrebbe essere ancora possibile: “Sebbene le condizioni stabilite da UniCredit vengano considerate troppo esose e un accordo non sia stato ancora raggiunto…le trattative vanno ancora avanti”.
Nessun commento è stato però rilasciato dai diretti interessati, il Tesoro e UniCredit.
“Le operazioni straordinarie non sono prioritarie, per il momento quello che si legge e il mercato fantastica non corrisponde alla realtà. Se non mi sto muovendo, ci saranno buone motivazioni, anche perchè non si sono verificate le condizioni. Ci dobbiamo concentrare su come riportare UniCredit al ruolo che gli compete, dando autonomia e potere decisionale alla periferia che finora ha sempre eseguito le istruzioni partite dal centro”, aveva detto l’AD di UniCredit, stando a quanto riportato dal Messaggero due giorni fa. Sempre il Messaggero parla tuttavia oggi di “acceleratore BPM”, scrivendo che “in verità c’è chi pensa che a breve Orcel possa ritenere maturate le condizioni per utilizzare un merger come ‘acceleratore dello sviluppo’ e quindi muovere su Bpm approfittando del fatto che il titolo si sta riallineando. Ma siamo nel campo delle speculazioni”.
Sicuramente nel breve periodo, Gae Aulenti non ha mire di espansione, come certificato dalla missiva di dipendenti, laddove Orcel ha sottolineato che “al momento voglio concentrarmi sulla nostra Banca, sulle risorse all’interno del nostro gruppo: è lì che risiede il nostro vero valore, e per questo dobbiamo impegnarsi per sprigionare il nostro potenziale”.
Orcel gioca in casa, nasce UniCredit Italia: la Fabi apprezza
La priorità di giocare in casa è stata confermata ieri, con l’annuncio ufficiale:
“L’annuncio di oggi (ieri per chi legge) è un ulteriore passo verso il raggiungimento del nostro obiettivo di semplificare e ridurre la complessità che ha caratterizzato il nostro business per troppo tempo. E’ l’inizio di un processo di maggiore responsabilizzazione, che ci consentirà di sbloccare tutto il valore insito nel nostro Gruppo, in modo da poter servire al meglio i nostri clienti e le nostre comunità”, ha commentato Orcel, nel presentare la nuova UniCredit -“Parte di questo percorso di semplificazione include la creazione di UniCredit Italia, che diventa una geografia autonoma e dotata di pieni poteri, accanto a Germania, Europa Centrale ed Europa dell’Est. Una scelta che sottolinea non solo l’importanza del nostro patrimonio e delle nostre radici, ma anche la forza di un modello di business paneuropeo perfettamente integrato, che non ha eguali”.
La nuova UniCredit Italia è guidata da Niccolò Ubertalli, nominato Responsabile Italia.
Le aree di business su cui si concentrerà la nuova UniCredit Italia sono: l’area Individui, guidata da Barbara Tamburini, che si rivolge ai clienti Mass Market, Affluent e Private; l’area Imprese, guidata da Andrea Casini, che gestisce piccole, medie e grandi aziende; l’area Corporate and Investment Banking Italia (CIB Italia), guidata da Alfredo De Falco.
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Plauso dal sindacato dei dipendenti bancari Fabi, guidato da Lando Maria Sileoni:
“È finalmente iniziato il dopo Mustier, anche se è da tempo che il nuovo gruppo dirigente lavora per una vera semplificazione e per una migliore efficienza dell’organizzazione interna – ha detto Sileoni – È positivo il fatto che Orcel si sia rivolto direttamente alle lavoratrici e ai lavoratori bancari senza enfasi con idee chiare, miscelando sapientemente prudenza, velocità di cambiamento, ambizione del gruppo oltre che rispetto e valorizzazione degli stessi dipendenti. Le stesse considerazioni di oggi (ieri per chi legge), Orcel le rappresentò qualche tempo fa ai segretari generali delle organizzazioni sindacali”.
“Non fui mai certamente tenero con Jean Pierre Mustier che, secondo me, non solo aveva abbandonato diversi territori in Italia – ha ricordato il numero uno del sindacato – ma con le sue scelte di fatto aveva favorito i diretti concorrenti oltre che realizzato scellerati tagli di personale. È chiaro che valuteremo se, nelle scelte strategiche del gruppo, a cominciare dal prossimo piano industriale, alle parole seguiranno i fatti. Ma rimane positivo che il nuovo amministratore delegato di Unicredit abbia indicato chiaramente un percorso da affrontare non con ipocrisia né con spavalderia, ma con sano realismo nel rispetto di chi lavora nel gruppo e della clientela”.
“I prossimi mesi – ha continuato – saranno determinanti per il settore bancario italiano e, oltre al quotidiano, qualificato lavoro dei dipendenti bancari, in ogni gruppo, non basteranno uomini soli al comando, ma servirà una classe dirigente professionale e all’altezza della situazione che sappia dare risposte concrete sul tema delle pressioni commerciali, sul rispetto del contratto nazionale, sullo smart working, sull’innovazione tecnologica e che soprattutto sappia rispettare i lavoratori non soltanto a parole come purtroppo avviene in alcuni gruppi bancari”.
UniCredit non brinda a parole Orcel, bene Mps, giù Banco BPM
Andrea Lisi di Equita SIM, rileva nella nota odierna dedicata a UniCredit che la banca “ha annunciato nuovi passi nella riorganizzazione della struttura, finalizzata a ridurre sovrapposizioni e complessità al fine di migliorare l’efficienza complessiva. In particolare, la struttura è stata riorganizzata secondo tre aree geografiche (Italia, Germania, Europa centrale e orientale) dotate di autonomia organizzativa. La ridefinizione dell’assetto contribuisce a dare maggior peso alla divisione Italiana, che continuerà a rivestire un ruolo centrale nella strategia di sviluppo della banca. Dopo le indiscrezioni emerse sulla stampa negli ultimi giorni, il CEO Orcel ha confermato l’intenzione di focalizzarsi sul business di UniCredit, raffreddando quindi per il momento le ipotesi di M&A che vedono coinvolto l’istituto. Il titolo tratta con un 2021 P/E = 6.9x, P/TE = 0.4x.
In Borsa oggi il titolo di Piazza Gae Aulenti non brinda alla nuova era Orcel, allineandosi piuttosto alla debolezza del Ftse Mib e riportando un timido rialzo; a segnare un solido rialzo è invece Mps, in crescita dello 0,99%. Ma in realtà già in altre sessioni il mercato aveva dimostrato di apprezzare la soluzione spezzatino.
Banco BPM, invece, che già aveva scontato le indiscrezioni qualche giorno fa su ciò che Orcel –leggi cosa aveva detto Orcel sul titolo Banco BPM – , riporta un trend negativo.